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sabato 16 maggio 2020

Le visite dei degenti sono possibili negli ospedali dell'ULSS Dolomiti?

La fase due ha portato ad una maggiore libertà di movimento da lunedì, sopratutto all'interno della stessa regione ha visto una maggior espansione. Anche le attività hanno visto aumentare le aperture, arrivando quasi ad un'apertura totale e in tale contesto anche l'attività ospedaliera è stata riorganizzata In questo nuovo clima l'ULSS Dolomiti ha rilasciato in data di ieri una faq per rispondere ad una richiesta di visita dei degenti chiarendo sul punto ciò che si può o non si può fare.

Sono ammesse le visite ai degenti? Le visite di parenti e familiari alle persone ricoverate nei reparti NO COVID negli ospedali dell'Ulss Dolomiti sono, al momento, limitate a singoli casi particolari preventivamente concordati con il reparto di degenza, con la supervisione delle Direzioni Mediche.
Nei reparti di ostetricia è consentito l'accesso ai papà, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e con l'uso dei dispositivi di protezione individuale.
Nei reparti COVID le visite sono vietate.
Al momento è prioritario garantire la massima sicurezza delle persone degenti, assumendo tutte le precauzioni possibili.
I medici dei reparti di degenza sono disponibili a fornire le informazioni sullo stato di salute dei degenti alle persone indicate e a favorire, dove possibile, le chiamate con i familiari.


martedì 25 febbraio 2020

Accesso all'ospedale degli accompagnatori limitato. Prestazioni sanitarie invece regolari.

Belluno. Si avvisa l’utenza che l’accesso all’ospedale per gli accompagnatori in generale e, in particolare per le visite ai degenti, è limitato per motivi di sicurezza epidemiologica (coronavirus).

Le prestazioni sanitarie vengono regolarmente erogate.

mercoledì 28 gennaio 2015

Ospedale Ala e utilizzo di un piano per ospitare i profughi in un piano dello stesso

L'Ospedale di Ala è uno degli ospedali della provincia di Trento e che quindi è all'interno della riorganizzazione sanitaria. Scopriamo l'attuale situazione dell'ospedale grazie al vicensindaco di Ala Paolo Mondini che aveva proposto provocatoriamente di utilizzare un piano libero per ospitare i profughi.

L'attuale situazione dell'ospedale. Il presidio sanitario di Ala, che dipende dall’Ospedale civico di Rovereto, ospita ed eroga oggi i seguenti servizi:

  • Servizio Prelievi, Servizi amministrativi di cassa e segreteria.
  • Ambulatori specialistici di : Cardiologia, Ginecologia, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria, Urologia, Dermatologia, Fisiatria (prevalentemente 2 appuntamenti settimanali)
  • Una Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione in regime di Day Hospital.
  • Un Centro Terapeutico Residenziale ( 24 ore su 24) per la Riabilitazione psichiatrica.

Le modifiche previste dal protocollo del 2013. Il protocollo sottoscritto in data il 9 settembre 2013 dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Azienda Sanitaria, dai Comuni di Ala e di Avio e dalla Comunità della Vallagarina, ed approvato con deliberazione dei Consigli Comunali di Ala e di Avio e della Giunta Provinciale, rileva la situazione attuale, valuta i dati di attività e definisce una proposta di riorganizzazione, in relazione al quadro complessivo della sanità trentina, che prevede in sintesi:

  • la modifica dell’assetto organizzativo della medicina generale verso un modello di medicina di gruppo (presenza dei medici di base nella struttura);
  • la riorganizzazione del Servizio di Fisioterapia per interni ed esterni;
  • l’attivazione di 20 posti letto a sostegno della domiciliarità e della fragilità (posti di sollievo in particolare per fascia anziana);
  • l’attivazione di 20 posti letto di RSA;
  • l’attivazione di 5 posti di “sollievo” presso la RSA di Avio;
  • la riorganizzazione dell’attività specialistica ambulatoriale in stretta connessione con l’Ospedale di Rovereto;
  • la revisione dell’utilizzo dell’ambulatorio di primo intervento (di fatto la chiusura dello stesso);
  • l’attivazione di un P.U.A. (punto unico di accesso);
  • l’unificazione dei Centri Diurni di Ala e Avio e Centro Servizi di Ala e la loro collocazione all'interno della struttura;
  • l’organizzazione della presenza nella struttura dei servizi socio-assistenziali della Comunità;

I profughi all'ospedale di Ala proposta provocatoria. Nessuna proposta formale è stata avanzata dal Comune all'Assessorato alla Sanità. La mia è stata una proposta personale e dichiaratamente provocatoria, tesa anche a denunciare il ritardo e il silenzio della PAT in merito alla attuazione del protocollo. Ritenevo e dichiaravo che se i rapporti fossero stati chiari, anche a fronte di comprensibili difficoltà o ritardi nell'avvio della riorganizzazione prevista dal protocollo, in ragione del complessivo riordino del sistema sanitario provinciale oggi in corso, la struttura dell’Ospedale, disponendo di almeno un piano libero e in quanto di proprietà della PAT, avrebbe potuto esser utilizzata, almeno temporaneamente, per accoglier un certo numero di profughi, meglio tra l’altro che nella struttura di Ronchi.

Il Comune di Ala è stato interessato del problema in relazione al possibile utilizzo di una struttura di proprietà della PAT, denominata “Handicamp” , situata nella frazione montana di Ronchi. Il Comune ha chiesto che in merito fosse interpellata l’Associazione che da sempre gestisce quella struttura e si tenesse conto dell’impatto sulla popolazione (costituita, in periodo invernale, da ca. 60 persone, per lo più anziane) e della collocazione isolata della frazione stessa. La proposta per ospitare ca. 20 profughi per un periodo limitato di tempo (fino a fine marzo 2015) ha sollevato contrarietà tra la popolazione e a quel punto non è stata più presa in considerazione dalla PAT. Il Comune di Ala non dispone per altro e nell'immediato di altre soluzioni.

I costi dell'accoglienza e per quanto si è disposti di accogliere a Ala. L’accoglienza ai profughi è gestita e garantita con proprie risorse dallo Stato che delega alle Regioni o, nel nostro caso, alla Provincia gli aspetti organizzativi-gestionali. La proposta avanzata per la nostra realtà faceva riferimento all'emergenza freddo e quindi ad un periodo limitati di alcuni mesi.

giovedì 18 dicembre 2014

Riordino della rete ospedaliera trentina: il caso dell'Ospedale di Cavalese e le riflessioni di Giuseppina Vanzo.

Il 5 dicembre 2014 alle ore 8.10 venne deliberato dalla Giunta Provinciale di Trento un il riordino della rete ospedaliere dall'assessore alla sanità provinciale Borgonovo Re con la delibera 2114. Era assente l'assessore provinciale Michele Dallapiccola. Nella delibera si sottolineano gli indirizzi che muovono il riordino è l'etica nell'utilizzo delle risorse e la sostenibilità del sistema, la sicurezza e qualità delle cure, la parità di accesso dei cittadini ai servizi sanitari.

Il perno del sistema si basa su due tipi di strutture hub e spoke (che non è il personagggio di StarTrek). Gli hub saranno tre Trento, Rovereto, Cles che hanno attività sulle 24 ore sia di primo livello per il proprio territorio e di secondo livello verso tutti i territori serviti dalle strutture spoke. Esse hanno una struttura che riesce a gestire tutta l'urgenza sulle 24 ore. Esse posso garantire funzioni di elevata complessità e tecnologia. Il collegamento con le strutture spoke è di tipo bidereionale prevedendo il decentramento di parte della casistica programmata (soprattutto in ambito chirurgico ed ortopedico).

Gli altri ospedali sono di tipo spoke che sono organizzati sul modello di day surgery/week surgery. Essa prevede che tali strutture servono i territori di riferimento per le prestazioni di primo livello lasciando non potendo gestire e funzioni che richiedono particolari competene e tecnologie presenti negli hub e assicurano l'attività programmata e urgente senza pper avere l'attività di sala operatoria nottura e festiva. Le strutture spoke si integrano in modo stretto ospedale e territorio per geire la cronocità/fraglità e urgenza territoriale collegandosi in modo biderizionale con le altre strutture spoke e con li hub svilupando specifiche competenze multizionali (sopratutto in ambito chirurgico ed ortopedico).

Sfido a dire che si debba avere tutto in ogni ospedale e che la sussidarietà non sia un valore anche per risparmiare risorse da reinvestire nel sistema certo è che 60.000 firme contro tale previsione provinciale, più del 10% della popolazione, meritava sicuramente una partecipazione migliore della popolazione e un maggiore ascolto. Qui si vuole presentare il caso di Cavalase per per poi fare qualche considerazione con l'assessore salute del comune Cavalese Giuseppina Vanzo che arrivano dopo che il presidente della comunità di Valle di Fassa Zancanella aveva espresso ottimismo per l'ospedale di Cavalese nel settembre 2014.

Ospedale Cavalese. La struttura dell'ospedale di Cavalese è di tipo spoke e ha una dotazione di 62 posti letto ordinari, 9 in DH/DS, 11 posti letto tecnici e le eventuali culle per neonato. La stessa possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione delle Valli di Fiemme e Fassa per tutte le funzioni di base ma deve divenire punto di riferimento provinciale per casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico.

Nella struttura rimane l'Area funzionale omogenea (AFO) H24 che comprende medicina interna e funzioni specialitiche complementari, ma non si fa riferimento ai posti che nella configurazioni attuali sono 42. Il pronto soccorso con osservazione breve permane ma senza i 2 posti letti bensì integrato con i servizi i emergenza territoriale e continuità assistenziale.

Viene mantenuta la AFO per uanto riguarda Chirugia generale, Ortopedia e tramauttogia aggiungendo ginecologia, ma non più H24 e con la presenza di 21 posti letto. Gli interventi espletabili sono quelli in regime di day-week surgery ed ambulatoriale con affidamento di almeno un mandato di eccellenza in ambito provinciale dando mandato all’Azienda di adottare le necessarie disposizioni organizzative per dare attuazione a quanto previsto dal PdM 2013-2015 per la funzione chirurgica.

L'area materno infantile attualmente H24 e comprende Ostretrica, Ginecologia e Pedriatria con 8 posti letto e punto nascita con 8 culle è ancora tutto da definire nel suo assetto.

Le funzioni di laboratorio vengono come la funzione radiologica collegate in rete e viene praticamrnte eliminata la configuraziuone attuale di un laboraotrio di risposta rapida h 24 e di radiologia con mammografia coleata in tele refertaione h 12.

Le sale operatorie non opereranno più h24, ma h12 e nei campi di chiurgia, ortopedia e ginecologia h12 tranne nel periodo di maggior afflusso turistico.

Vengno mantenuti i servizi specialistici aumbulatoriali ai quali si agggiunge la riabilitazione. Viene inoltre aggiunta la funzione i continuità assistenziale ospedale-territorio.

Per il resto (Anestesia H24, Centro Dialisi ad Assistenza Limitata (CDAL 7 posti letti tecnici)e armadio farmaceutico, emoteca, sterilizzaione rimane uguale.

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Quale riflessione insieme Giuseppina Vanzo. L'asseora alla salute del comune di Cavalese, Giuseppina Vanzo, parte dall'assunto che si sia voluto procedere con tale riordino sebbene siano state raccolte 60 mila firme in tutta la provincia. Per quanto riguarda i punti nascita poi fa notare come l'Assessora provinciale Borgonovo Re ha deciso di trattarli in tempi diversi, successivamente, ma il temporeggiare equivale a chiudere (non lo dicono ma lo fanno). Con la mancanza di un Primario si andrà verso la Tionizzazione del punto nascita di Cavalese, verrà meno la fidelizzazione delle donne di Fiemme e Fassa riducendo i parti a numeri non più sostenibili.

Al momento l'assesora alla salute del Comune Cavalese attende di vedereosa farà la gente di Fiemme e delle altre valli, non è detto che tutto passi in cavalleria.

Per quanto concerne l'ospedale di Cavalese fa fatica a capire perchè un tale ospedale che funziona bene, secondo standard di qualità e sicurezza (i dati lo confermano), con una sala operatoria utilizzata al 100%, che nell'ultimo quinquennio per numero di interventi, risulta essere il terzo polo operatorio di tutto il Trentino, nonchè il meglio amministrato di tutta la Provincia, lo vogliano ridimensionare per risparmiare. Una mossa che ha dell'incredibile.

Non era mia intenzione con tale illustrazione indicare quale sia la strada da seguire persone più competenti, ma certo qualche riflessione si può fare. E' mancata la partecipazione della popolazione che ha risposto con 60 mila firme contro tale progetto di riordino e la Giunta Provinciale non ha inteso aprire una discussione. Si è voluto presentare la situazione di un ospedale quello di Cavalese che tutto si può tranne che i cambiamenti siano minimi o che si sia mantenuto com'è e in qualche caso c'è stata una riduzione consistente c'è stata non come il presidente di Comunità Zancanella invece assicurava sebbene è vero non c'è una chiusura. Ci sono preoccupazione per l'area materno infantile che dovrà esser discussa in un secondo momento. Gli esempi di altre strutture provinciali non sono confortanti e la espr Giuseppina Vanzo esprime preoccupazione. E' stato un modo di poter avere qualche riflessione da un esponente locale come l'assessore salute di Cavalese che spero sia gradita. Lascio ai lettori trarre le conclusioni sul bene e male di un sistema che fa della susssidiarietà il suo perno come certo dovrà essere, ma che su cosa matenere nelle varie strutture può esser oggetto di dibattito.

mercoledì 17 settembre 2014

L'ospedale di Cavalese non verrà ridimesionato: la fiducia del presidente Raffaele Zancanella

La riorganizzazione della sanità trentina a portato malumori in molte zone della Provincia di Trento facendo mobilitare la società civile e le associazione di volontaria e questo è successo anche per l'ospedale di Cavalese. A Cavalese però a differenza di altre zone come la Valsugana non ha visto la mobilitazione delle istituzioni.

La Comunità di Valle di Fiemme, come spiega il presidente Raffaele Zancanella, non ritiene di dover agire "motu proprio" in quanto non ci sono elementi che posso far presagire che la Giunta Provinciale e il suo Presidente abbia intenzione di disattendere il protocollo di intesa siglato il 09 ottobre 2013; sebbene la società civile faccia bene a tenere alta l'attenzione sul tema sanità.

L'impegno preso dall'allora assessore alla sanità Ugo Rossi, al politico di riferimento dr. Mauro Gilmozzi, al dirgente della Azienda Sanitaria Proviciale dr. Luciano Flor, i raprappresentati delle Comunità locali non prevedono un ridimensionamento del nosocomio; bensì un migliroamento, ampliamento riqualficazione secondo un disegno delineato non rivolto a livello locale

Lo stesso attuale assessore ai lavori pubblici Gilmozzi ha illustrato davanti ad una folta partecipazione di amministratori delle Valli Fiemme, Cembra, Fassa il progetto di realizzazione ex novo dell'ospedale avendo la ristrutturazione costi analoghi. Il costo dell'opera è stta quantificata in 35 milioni di euro che l'assessore Gilmozzi risorse che verranno reperite con la revisione del programma dei lavori pubblici della PAT. Anche per tali rassicurazioni da parte dell'asessore ai lavori pubblici non fanno presagire alla COmunità di Valle una volontà di rimangiarsi la parola data da parte della Giunta Provinciale.

venerdì 8 agosto 2014

Razionalizzazione della sanità: l'ospedale di Borgo Valsugana

L'ospedale di Borgo Valsugana è sotto la lente dell'assessore alla sanita della Provincia di Trento Borgonovo Re all'interno della razionalizzazione della sanità trentina. Andiamo a conoscere un po' più da vicino la situazione dell'ospedale e le posizioni degli amminitratori locali attraverso alcune domande rivolte al sindaco di Borgo Valsugana, Fabio Dalledonne.

Qual'è l'attuale situazione dell'ospedale di Borgo Valsugana? L'ospedale di Borgo a causa della razionalizzazione della spesa sanitaria, soffre da tempo di continui e progressivi TAGLI che stanno portando ad una generale e diffusa preoccupazione, tra la popolazione, per una temuta chiusura dello stesso. Il disastroso esito del protocollo 2006, quello che a fronte del taglio del punto nascite, avrebbe dovuto portare altre "specializzazioni", non si è mai concretizzato.

Quali interventi sono previsti? Stando alle conoscenze attuali si dice siano stati accantonati 18 milioni di Euro per la sua ristrutturazione. Ma non siamo del tutto convinti che questo accada. L'intervento (progetto definitivo) prevede un nuovo comparto operatorio, nuovi ambulatori, bagni e servizi in ciascuna stanza ed altro.

Quale rilancio è possibile per l'ospedale? Per rilanciare l'ospedale serve un buon reparto di chirugia (non limitato dal lunedi al venerdi, notti escluse....) e quindi collegarci una o due specializzazioni, come ortopedia che ha un ottimo primario ma difetta di un medico per completare l'organico oppure potenziare odontostomatologia, già riferimento sovra-regionale, per renderla una eccellenza nazionale (cure dentarie per anziani e portatori handicap...).

Il presidente della comunità di valle propone di chiudere l'ospedale di Rovereto, ma ciò non farebbe partire una guerra degli ospedali?La proposta di chiudere Rovereto è stata solo una provocazione.

Quali le prossime mosse che si intende prendere? I Sindaci sono uniti. Se sarà necessario e lo credo, azioni di protesta clamorose. Con la fascia, non al bar!