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sabato 20 aprile 2013

Candidatura Rodotà probabilmente bruciata

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La candidatura di Stefano Rodotà è stata bruciata con 210 ha dimostrato di ottenere consensi che travalicano il Movimento 5 Stelle. I dati attuali hanno però dimostrato anche se molti parlamentari non ha votato ha dimostrato che ora, sebbene qualche franco tiratore presente, sembra essere stata raggiunta una certa comunione di vedute. Le 445 schede bianche sembrano proprio simboleggiare questo.

Il Napolitano bis. Tutte le peggiori crisi attuali del sistema politico passano per Giorgio Napolitano al quale è stato richiesto un bis. Fosse coerente con se stesso rifiuterebbe, ma la situazione è molto grave. Gli incontri avuti in mattinata di rappresentati del Partito Democratico, del Popolo della Libertà e della Lega Nord. Ha ricevuto ricevuto inoltre il Presidente del Consiglio, Mario Monti, anche a nome dei gruppi parlamentari di Scelta Civica. Lo stessi ha incontrato poi un'ampia delegazione dei Presidenti delle Regioni.

La rielezione è una cosa reale in modo da poter esprimere una scelta di coesione sociale ad un pese allo sbando alla quale lui darà risposta dell'accettazione della sua ricandidatura nell'imminenza della ripresa pomeridiana della seduta comune.

Tutti gli occhi sono inevitabilmente puntanti su Giorgio Napolitano, il quale vista la pochezza della politica ha ragione può esser chiamato Re Giorgio. Nelle sue mani è il futuro del paese e una sua decisione in un senso o nell'altro segnerà la politica italiana per molto tempo.

E' difficile vedere se l'accettazione di Napolitano, ancora eventuale, possa rasserenare il clima e portare ad una collaborazione PD-PDL. Se ciò sarà possibile ci può essere un governo tra destra e sinistra. Grillo sarebbe nell'angolo. Non è però da escludere che si possa andare però ad elezioni, ma a quel punto Grillo potrebbe salire. E' difficile ora vedere come tutto possa evolvere, ma certo una rielezione di Giorgio Napolitano è la certificazione che i partiti hanno fallito.

venerdì 1 marzo 2013

IDV prende atto del fallimento del Progetto Rivoluzione civile

Le elezioni politiche 2013 sono un bagno anche per il leader dell'IDV Antonio di Pietro che ha rassegnato le dimissioni da presidente del partito.

Una scelta la sua fallimentare che ha visto il Movimento Rivoluzione civile che per bocca di Luigi Li Gotti a perso via via smalto e capacità comunicativa. C'è stato poi un'allontanamento poi dai temi della forza politica di riferimento l'IDV.

La società civile presente in massa in Rivoluzione Civile ha offuscato la buona politica togliendo il retroterra he l'IDV invece aveva. Una buona politica che poteva mettere in primo piano i temi forti che invece sono stati proposti stancamente.

L'IDV in questo modo abbandona Rivoluzione civile per tornare e le dimissioni di Di Pietro sono non un abbandono del partito dallo stesso, contributo di cui si ha ancora bisogno, ovviamente facendo tesoro degli errori con orgoglio per la propria storia.

Considerazioni. E' presto per dire se le dimissioni di Antonio Di Pietro certo è che sono una notizia.

Il suo acerrimo avversario Silvio Berlusconi è ancora in sella, mentre lui ne è smontato. Non si potrà più in futuro oramai alle prossime elezioni proporre l'anti-berlusconismo, in quanto così si perde. Rivoluzione civile era uscita da tale contrapposizione e forse questo è un risultato.

Un plotone di magistrati ad un sostegno di un progetto è a mio avviso stato concepito dagli italiani come una minaccia, in quanto i magistrati dovrebbero avere un percorso di entrata in politica meno diretto.

Si deve parlare alla gente e sebbene Rivoluzione civile l'ha fatto e con buoni temi a volte la figura del leader Antonio Ingroia è apparsa pacata e ciò non ha pagato in visibilità.

L'IDV torna alle origine e chiude col progetto Rivoluzione Civile, ma il ritorno al passato non può esser fatto. Molte cose sono cambiate e gli elettori non sono più disposti a sorbirsi l'anti-berlusconismo serve un progetto chiaro.

Le elezioni politiche 2013 sono un bagno anche per il leader dell'IDV Antonio di Pietro che ha rassegnato le dimissioni da presidente del partito.

Una scelta la sua fallimentare che ha visto il Movimento Rivoluzione civile che per bocca di Luigi Li Gotti a perso via via smalto e capacità comunicativa. C'è stato poi un'allontanamento poi dai temi della forza politica di riferimento l'IDV.

La società civile presente in massa in Rivoluzione Civile ha offuscato la buona politica togliendo il retroterra he l'IDV invece aveva. Una buona politica che poteva mettere in primo piano i temi forti che invece sono stati proposti stancamente.

L'IDV in questo modo abbandona Rivoluzione civile per tornare e le dimissioni di Di Pietro sono non un abbandono del partito dallo stesso, contributo di cui si ha ancora bisogno, ovviamente facendo tesoro degli errori con orgoglio per la propria storia.

Considerazioni. E' presto per dire se le dimissioni di Antonio Di Pietro certo è che sono una notizia.

Il suo acerrimo avversario Silvio Berlusconi è ancora in sella, mentre lui ne è smontato. Non si potrà più in futuro oramai alle prossime elezioni proporre l'anti-berlusconismo, in quanto così si perde. Rivoluzione civile era uscita da tale contrapposizione e forse questo è un risultato.

Un plotone di magistrati ad un sostegno di un progetto è a mio avviso stato concepito dagli italiani come una minaccia, in quanto i magistrati dovrebbero avere un percorso di entrata in politica meno diretto.

Si deve parlare alla gente e sebbene Rivoluzione civile l'ha fatto e con buoni temi a volte la figura del leader Antonio Ingroia è apparsa pacata e ciò non ha pagato in visibilità.

L'IDV torna alle origine e chiude col progetto Rivoluzione Civile, ma il ritorno al passato non può esser fatto. Molte cose sono cambiate e gli elettori non sono più disposti a sorbirsi l'anti-berlusconismo serve un progetto chiaro.

martedì 26 febbraio 2013

L'Italia punisce la sua classe dirigente

L'elettorato ha votato in massa, sebbene con un calo del 5% circa dalle politiche precedenti, in ambo i lati del parlamento e l'affulenza si è attestata sul 75%. Una partecipazione massiccia dell'elettorato che ha voluto castigare la politica.

Dai dati ottenibili qui si denota una sconfitta per tutta la classe dirigente nazionale e perfino del professor Mario Monti che ha un risultato non positivo. Il Movimento 5 stelle ha ottenuto più del 20% arrivando al 25% alla Camera dimostrando la sua popolarità sopratutto fra i giovani. Si è però dimostrato che il Progetto Rivoluzione Civile è da rivalutare e che la gente non ama chi imbroglia vedi il flop di Fare Fermare il Declino di Oscar Giannino.

Il caos Senato. Se alla camera tutto sembra tranquillo con 340 seggi assegnati al centrosinistra con la legge elettorale e si può pensare ad una maggioranza solida (con 316 la si ha) per il senato le cose coso tremendamente complicate. Infatti i seggi sono assegnati così:

  • 113 Centrosinistra;
  • 116 Centrodestra;
  • 54 Movimento 5 stelle;
  • 18 Con Monti per l'Italia.

I risultati dimostrano che anche imbarcare Mario Monti sarebbe non sarebbe sufficiente per dare una maggioranza credibile solo inserendo il Movimento 5 stelle le coese andrebbero leggermente meglio. Certo il Movimento 5 Stelle sarebbe molto condizionante avendo circa la metà dei seggi di tutta la coalizione di centrosinistra.

Nuove elezioni e altri scenari. Nuove elezioni potrebbero essere come no risolutive e potrebbero portare il Movimento 5 stelle ad essere primo partito, in quanto l'andare alle elezioni sarebbe l'ennesimo fallimento della politica e delle due coalizioni maggiori. Con la legge attuale potrebbe aversi si esito chiaro ma forse non quello che le coalizioni maggiori si aspettano.

Altro scenario sarebbe se le coalizioni maggiori si coalizzassero lasciando fuori Mario Monti dai giochi. Questo sarebbe un segnale forte all'Europa al Mondo e ai Mercati. Sarebbe questa la degna chiusura al berlusconismo e a ciò che ha rappresentato con l'antiberusconimo che si tirava dietro. Sarebbe un disarmo delle coalizioni per il bene del paese.

Le parole di Fassina commentando le prime proiezioni su un non ritorno al voto, ma ad una riforma della legge elettorale è segno di maturità politica.

Angelino Alfano con la dichiarazione: VIMINALE NON UFFICIALIZZI DATI PROVVISORI SCARTO IRRISORIO, MINISTERO DICHIARI IL “TOO CLOSE TO CALL”, mostra di capire la situazione che va chiarita fino in fondo con tutti i dati definitivi.

Sono però le dichiarazioni riportate dal Sole 24 ore oggi a dare la quadra del cerchio: «E' presto per capire cosa fare, dovremo riflettere», spiega Berlusconi all'indomani delle Politiche che consegnano l'Italia alla ingovernabilità, che approfitta della prima uscita nel "day after" per sollecitare attenzione agli interessi nazionali: «Per il bene dell'italia tutti devono acconciarsi a fare qualche sacrificio: non credo che quest'italia possa non essere governata. Io sono tranquillo, ho la coscienza a posto».

Alle 14 Bersani farà una conferenza stampa, ma forse sarà la sua conferenza stampa più difficile perchè non potrà solo liquidare il centrodestra.Dovrà tenere conto dell'apertura del centrodestra e aprire come già sembra aver fatto Silvio Berlusconi. L'annuncio del ritorno urne visto che può farlo avendo 380 deputati sarebbe una sconfitta.

La sconfitta del PD. Il PD e il centrosinistra devono assumersi la responsabilità dei prossimi passi, ma lo dovrà fare con umiltà. E' innegabile che la ridiscesa in politica di Berlusconi abbia fatto recuperare il PDL certo è che Bersani non ha saputo capitalizzare la forza che aveva anche dopo le primarie.

Il segretario in primis ha dissipato il suo patrimonio e forse anche tenere qualche notabile dopo le primarie è stato per lui fatale. Credo che però gli errori sia molti di più come la chiusura a Rivoluzione Civile. Solo che le coalizioni maggiori posso dare stabilità. Tutti altri soluzioni sono traballanti. Credo il segretario Bersani debba mollare visto che ha fatto peggio di Prodi 2006.

La reazione mercato. Le uniche parole che Bersani deve dare è la coalizione con Berlusconi altre proposte sono instabili. Il mercato lo sa e non ci scommette molto su un governo che deve fare scelte difficili. Intanto però il mercato italiano perde più del 4% e lo spread va a 334 tra btp 10 anni e bund tedeschi. L'incertezza la fa da padrona perchè si ritiene che PD e PDL non possano lavorare assieme la speranza è di esser smentito.

Un segnale all'Europa. Un segnale forte Europa è arrivato dalle urne che l'Italia vota senza ingerenze europee e gli italiani sono prima italiani che europei.

L'Europa vuole gli italiani e allora deve cambiare, in quanto tale Europa non funziona e appare burocratica e bancaria più che dei cittadini. Il voto a Movimento 5 stelle ciò dice.

sabato 9 febbraio 2013

Impianti di risalita a San Martino di Castrozza

Nelle comunicazione del Consiglio Comunale del 7 febbraio 2013 la sindaca rende edotto il consiglio circa la situazione di SMPDTF e degli interventi che i comuni e la Comunità di Valle.

La società in questione gestisce gli impianti funiviari di Rosalpina e SIATI dopo la fusione delle stesse e naviga in cattivissime acque sebbene già in passato abbia evitato il fallimento grazie ai comuni. Questo è stato fatto perchè si ritiene che tali impianti siano importantissimi per l'alto Primiero e pure in minima parte per noi. Tant'è che si sta pensando di re-intervenire.

L'intervento verrebbe svolto creando una Holding a cui si parteciperebbe con le quote di ACSM in possesso dai comuni e con risorse fresche della Provincia per 10 milioni di euro. Oltre ovviamente a quelli già presi di contributo per il trenino che vede andare sempre deserto il bando.

Ci sarebbe poi una scissione con due società. Alla prima andrebbero andrebbero i cespiti immobiliari e quindi la gestione degli stessi, mentre alla seconda la gestione dei servizi. Tali società avrebbero le stesse persone nel CDA. La seconda società pagherebbe un canone alla prima per l'utilizzo degli impianti prima basso poi in incremento. Questo è supportato da un piano industriale e da pareri legali.

Per il rilancio si prevedono fideiussioni da concedere attraverso mutui sugli immobili della società a cui appartengono a cui si fa fronte col canone che si prevede di incassare.

La posizione del sindaco. Il sindaco ha messo in luce che buona parte dei comuni sono favorevoli e pure la comunità anche se Tonadico e Siror latitano. Si ricorderà in merito il documento di mezzano.

Per far ciò si pongo alcune condizioni:

  1. si parteciperà con il 6,62 di ACSM ottenendone il riporto a 100 della holding che è pari a circa l'8%. La diluizione di quota deve esser compiuta dagli altri. Nel caso non fosse possibile si venderà la quota direttamente potendone ricavare 600000 euro.
  2. I patti para-sociali devono prevedere che il comune di Canal San Bovo venga trattato come per un socio storico con entrata in CDA.
  3. Stesura e firma solo alla formalizzazione di tutti i patti para-sociali e comunque si aspetterà prima la firma di Tonadico, Siror

Tutte le condizioni sopra esposte dovranno esser rispettate.

Il segretario, Lino Sperandio, ha messo in luce che tale azione non sarebbe permessa in quanto in violazione della legge statale che prevede che le quote delle società quando le stesse hanno il bilancio da tre anni in rosso. Ne è nato un siparietto con tra lo stesso e la sindaca, Mariuccia Cemin, che invece ha sostenuto che una legge provinciale di Trento che permette di ovviare tale divieto in campo di impianti di risalita in modo aiutarne il risanamento. Questo sfruttando la dicitura che gli impianti di risalita sono società di trasporto pubblico. Si è notato visto il siparietto che i consiglieri erano disorientati in merito.

E' l'unica soluzione. Non è l'unica soluzione, infatti altre soluzione ci possono essere:

  1. ACSM partecipi in SMPTF. Sebbene ciò avrebbe fattori giuridici positivi non è totalmente positiva essa. Tra i fattori negativi ci sono il disaccordo tra i soci ACSM e la volontà di non inserire ACSM in una società di sicuro baratro.
  2. Fallimento della società. Si potrebbe prevedere di non far nulla e ciò porterebbe a fallimento sicuro con contraccolpi sul settore turistico e bancario.

Considerazioni. Le strade davanti a SMPDTF sono ridotte, ma non per il Primiero e Vanoi che farebbero bene a guardare ad un altro sviluppo piuttosto che accanirsi terapeuticamente su una società.

Se proprio ci si vuole accanire per lo meno si porti ad una cancellazione del CDA mettendo persone competenti. Si potrebbe inoltre assumere gli asset immobiliare e fare una gara trasparente per l'assegnazione della gestione.