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sabato 25 febbraio 2023

Chirurgia vascolare: 10 mila prestazioni e 500 interventi in ULSS Dolomiti

Belluno. 10 mila prestazioni ambulatoriali, oltre 500 interventi in un anno. Il 2022 è stato l’anno del consolidamento della Chirurgia vascolare dell’Ulss Dolomiti, attivata nel marzo 2021.

Nel territorio dell'ULSS Dolomiti, come in tutto il mondo occidentale, si assiste ad un aumento delle malattie vascolari verosimilmente legato all’invecchiamento della popolazione e la conseguente presenza di multipatologie fra cui il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia. Tali condizioni agiscono in concomitanza con l’azione di altri fattori di rischio, come il fumo e la dieta non adeguata, potenziando la formazione di placche nelle arterie che producono l’occlusione o il cedimento della parete del vaso.

L’attività della chirurgia vascolare e della sezione angiologica oltre che alla terapia, è rivolta all’ approfondimento diagnostico e dalla presa in carico dei pazienti.

 Il 2021 è stato l’anno dedicato all’avvio del reparto di chirurgia vascolare con l’acquisizione delle apparecchiature e dei materiali e l’arrivo di parte del personale medico.

Nel 2022 l’attività ha iniziato ad entrare a regime. Sono state erogate oltre 10.000 prestazioni ambulatoriali fra visite di chirurgia vascolare e visite angiologiche, medicazioni, ecocolordoppler e i più sofisticati esami come il laserdoppler e la capillaroscopia.

Sono stati eseguiti 526 interventi di chirurgia vascolare di cui 58 di alta tecnologia sull’aorta addominale e toracica per aneurisma con tecnica endovascolare e chirurgia open, 148 interventi sulle carotidi per la prevenzione dell’ictus, 132 rivascolarizzazioni degli arti inferiori tramite bypass per il salvataggio d’arto o utilizzando tecniche mininvasive endovascolari come l’angioplastica. Nel grande anziano, spesso non operabile chirurgicamente, l’angioplastica permette di trattare le lesioni ischemiche e risolvere il dolore cronico consentendo una vita dignitosa anche nell’ultimo periodo della vita.

Importante anche la stretta collaborazione tra la chirurgia vascolare e la Radiologia di Belluno, diretta da Giovanni Balestriero, che consente di amplificare le specifiche competenze dei singoli professionisti ed offrire al paziente il più ampio spettro di opzioni e tecniche terapeutiche mininvasive possibili.

L’attività scientifica è stata intensa con relazioni a congressi e pubblicazioni. Basti pensare che il nome dell’ULSS Dolomiti è stato portato ai congressi in 8 regioni Italiane dalla Sicilia al Trentino e al congresso europeo di Stoccolma. I componenti dell’equipe sono membri del direttivo delle società scientifiche nazionali che si occupano di patologia vascolare e partecipano alla stesura delle nuove linee guida.

«Abbiamo cercato di mettere a frutto l’investimento fatto dall’Azienda e dalla Regione che avevano recepito le necessità del territorio e attivato la chirurgia vascolare.  La soddisfazione maggiore deriva dal fatto di poter garantire a chi abita in montagna un servizio che non ha nulla da invidiare a quello presente nelle altre province del Veneto,senza necessità di doversi spostare lontano in altri ospedali della regione o extraregionali. Nuove forze sono in arrivo dalla Scuola di Specialità di Chirurgia Vascolare dell’Università di Padova con cui il reparto è convenzionato.» commenta Sandro Irsara, direttore della UOC Chirurgia Vascolare.

Il 2023 ha visto, inoltre, partire a pieno ritmo il cantiere per la realizzazione della sala ibrida al San Martino dove potranno operare sia i chirurghi vascolari che i radiologi interventisti con un importante upgrade tecnologico e spazi a misura di paziente.

venerdì 6 gennaio 2023

Chirurgia di Belluno: attivato un nuovo ambulatorio

Belluno. La Chirurgia dell'Ospedale San Martino ha attivato un nuovo ambulatorio dedicato alla chirurgia di parete addominale .

L'ambulatorio è dedicato alle prime visite dei pazienti affetti da ernia/laparocele, al fine di diminuire la tempistica di attesa per la visita chirurgica e programmazione di intervento per questo tipo di patologia benigna, che può tuttavia risultare invalidante e a rischio di complicanze qualora affrontata chirurgicamente in modo tardivo o in regime di urgenza.

L'offerta chirurgica per il trattamento della patologia di parete, oltre ad impiegare le collaudate tecniche di ricostruzione protesica già in uso, sarà volta ad implementare le moderne tecniche protesiche mininvasive laparoscopiche. Quando indicato, il percorso preoperatorio verrà integrato con approcci declinati in maniera specifica sul singolo paziente (nutrizionale, pneumologico, radiologico).

La prenotazione delle visite presso l'ambulatorio di chirurgia di parete sarà gestita dal CUP.

 

 

lunedì 6 gennaio 2020

La chirurgia mininvasiva del glaucoma: il punto di Francesco Sperti

Francesco Sperti, alla guida della unità operativa di oculistica di Belluno e, da alcuni mesi, facente funzioni di direttore anche a Feltre, fa il punto sulla chirurgia mininvasiva del Glaucoma.

Il glaucoma costituisce un rilevante problema di salute pubblica. Rappresenta la seconda causa di cecità nel mondo dopo la cataratta ma, a differenza di quest’ultima, la perdita visiva associata al glaucoma è irreversibile. Secondo recenti stime in Italia sono circa 800.000 i pazienti accertati. In termini percentuali ciò equivale al 2.5% della popolazione italiana sopra i 40 anni.

Da circa 2 anni l’Unità operativa di Oculistica di Belluno sta impiantando un dispositivo medico da inserire all'interno dell’occhio nei pazienti glaucomatosi. Tale dispositivo consente un deflusso dell'umore acqueo a livello dello spazio sottocongiuntivale in modo simile ad una trabeculectomia che è l’intervento standard nella chirurgia del glaucoma. La differenza consiste nel fatto che l’impianto del dispositivo con chirurgia mininvasiva non necessita di apertura della congiuntiva; inoltre consente un deflusso controllato dell’umore acqueo eliminando di fatto la complicanza maggiore della chirurgia tradizionale che è l’ipotonia spinta.

"Il dispositivo in uso a Belluno, Xen gel, è costituito da gelatina animale biocompatibile che grazie ad un trattamento crosslinkante presenta aumentata stabilità e durata nel tempo. E’ costituito da un tubicino di 6 mm con un diametro interno di 45 micron; tale calibro ridotto offre un’aumentata resistenza al deflusso di umore acqueo e previene fenomeni di ipotonia post-operatoria da eccessivo drenaggio dalla camera anteriore allo spazio sottocongiuntivale. Può essere inserito da solo o in associazione alla chirurgia della cataratta. Potenziali candidati sono tutti i pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto mal controllato dalla terapia o pazienti scarsamente tolleranti alla terapia. Tale procedura chirurgica non pregiudica la possibilità di eseguire una trabeculectomia in seconda battuta che si rende necessaria in circa il 10 % dei pazienti operati con questa tecnica. Si tratta di una metodica molto interessante, la più promettente nel campo del glaucoma tra i dispositivi attualmente sul mercato, mininvasiva, che apre importanti possibilità terapeutiche aggiuntive a quelle già presenti nella cura del glaucoma. I pazienti trattati con questa tecnica sono stati 20. Solo in un caso è stato necessario fare una trabeculectomia. Il vantaggio principale per i pazienti è l'aver eseguito l'intervento in anestesia topica e soprattutto il basso profilo di rischio di tale procedura (si evita completamente il rischio che l'occhio abbia pressioni troppo basse con collasso degli spazi interni», spiega l’oculista Marco Vaccaro.