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domenica 10 marzo 2013

Rivoluzione civile smobilita

Antonio Ingroia appena dopo il risultato sottotono delle elezioni politiche 2013 diceva che non era importante il futuro dello stesso ma del progetto. Al di là del fatto se lo stesso rimarrà in magistratura o meno è evidente che il progetto ha fallito.

Il progetto stesso dopo l'abbandono dell'Italia dei Valori non riesce a ripartire e anzi anche i Verdi abbandonano lo stesso come confermato da Marco Ianes. Molti di voi avranno notato che si è spento anche l'account relativo a Rivoluzione civile del Trentino e questo è forse il segno visibile in rete di ciò.

Sebbene un progetto ha poco risultato, essendo pure giovane, si pensava che i promotori e chi lo seguiva pensassero che valesse la pena portarlo avanti. Se ciò non è successo vuol dire che l'aggregazione di più parti e l'ingresso di altri magistrati non ha creato valore aggiunti. Forse anche la comunicazione ha influito, ma sopratutto che si deve declinare il programma con argomenti e proposte che raggiungo lo stesso risultato in modo moderno e flessibile.

La divisione nelle parti che hanno costituito Rivoluzione civile oltre ad ammettere che ciò non ha creato valore mette in discussione una fusione di varie anime che ha fallito. E' un modo per valutare che le singole parti non fuse valgono di più. Questo però non può essere una scusa per non rinnovare e innovare i vari partiti.

La convinzione, forse giusta, che le singole parti valgano di più dell'insieme e che la fusione porta esternalità negative non può essere un alibi per non portare ad una riflessione interna forte alle vari partiti che componevano Rivoluzione Civile. Non si è in parlamento quindi temi su cui riflettere se si vuole rappresentare parte della nostra Italia va fatta. Sarebbe un grave errore non rinnovare e innovare il partiti che componevano Rivoluzione Civile perchè come il Movimento 5 stelle dimostra si deve capire come declinare i propri valori sul mondo attuale. Un lavoro complesso che auguro di poter fare a tutti i partiti partecipanti a Rivoluzione civile o che comunque sono fuori dal parlamento.

venerdì 1 marzo 2013

IDV prende atto del fallimento del Progetto Rivoluzione civile

Le elezioni politiche 2013 sono un bagno anche per il leader dell'IDV Antonio di Pietro che ha rassegnato le dimissioni da presidente del partito.

Una scelta la sua fallimentare che ha visto il Movimento Rivoluzione civile che per bocca di Luigi Li Gotti a perso via via smalto e capacità comunicativa. C'è stato poi un'allontanamento poi dai temi della forza politica di riferimento l'IDV.

La società civile presente in massa in Rivoluzione Civile ha offuscato la buona politica togliendo il retroterra he l'IDV invece aveva. Una buona politica che poteva mettere in primo piano i temi forti che invece sono stati proposti stancamente.

L'IDV in questo modo abbandona Rivoluzione civile per tornare e le dimissioni di Di Pietro sono non un abbandono del partito dallo stesso, contributo di cui si ha ancora bisogno, ovviamente facendo tesoro degli errori con orgoglio per la propria storia.

Considerazioni. E' presto per dire se le dimissioni di Antonio Di Pietro certo è che sono una notizia.

Il suo acerrimo avversario Silvio Berlusconi è ancora in sella, mentre lui ne è smontato. Non si potrà più in futuro oramai alle prossime elezioni proporre l'anti-berlusconismo, in quanto così si perde. Rivoluzione civile era uscita da tale contrapposizione e forse questo è un risultato.

Un plotone di magistrati ad un sostegno di un progetto è a mio avviso stato concepito dagli italiani come una minaccia, in quanto i magistrati dovrebbero avere un percorso di entrata in politica meno diretto.

Si deve parlare alla gente e sebbene Rivoluzione civile l'ha fatto e con buoni temi a volte la figura del leader Antonio Ingroia è apparsa pacata e ciò non ha pagato in visibilità.

L'IDV torna alle origine e chiude col progetto Rivoluzione Civile, ma il ritorno al passato non può esser fatto. Molte cose sono cambiate e gli elettori non sono più disposti a sorbirsi l'anti-berlusconismo serve un progetto chiaro.

Le elezioni politiche 2013 sono un bagno anche per il leader dell'IDV Antonio di Pietro che ha rassegnato le dimissioni da presidente del partito.

Una scelta la sua fallimentare che ha visto il Movimento Rivoluzione civile che per bocca di Luigi Li Gotti a perso via via smalto e capacità comunicativa. C'è stato poi un'allontanamento poi dai temi della forza politica di riferimento l'IDV.

La società civile presente in massa in Rivoluzione Civile ha offuscato la buona politica togliendo il retroterra he l'IDV invece aveva. Una buona politica che poteva mettere in primo piano i temi forti che invece sono stati proposti stancamente.

L'IDV in questo modo abbandona Rivoluzione civile per tornare e le dimissioni di Di Pietro sono non un abbandono del partito dallo stesso, contributo di cui si ha ancora bisogno, ovviamente facendo tesoro degli errori con orgoglio per la propria storia.

Considerazioni. E' presto per dire se le dimissioni di Antonio Di Pietro certo è che sono una notizia.

Il suo acerrimo avversario Silvio Berlusconi è ancora in sella, mentre lui ne è smontato. Non si potrà più in futuro oramai alle prossime elezioni proporre l'anti-berlusconismo, in quanto così si perde. Rivoluzione civile era uscita da tale contrapposizione e forse questo è un risultato.

Un plotone di magistrati ad un sostegno di un progetto è a mio avviso stato concepito dagli italiani come una minaccia, in quanto i magistrati dovrebbero avere un percorso di entrata in politica meno diretto.

Si deve parlare alla gente e sebbene Rivoluzione civile l'ha fatto e con buoni temi a volte la figura del leader Antonio Ingroia è apparsa pacata e ciò non ha pagato in visibilità.

L'IDV torna alle origine e chiude col progetto Rivoluzione Civile, ma il ritorno al passato non può esser fatto. Molte cose sono cambiate e gli elettori non sono più disposti a sorbirsi l'anti-berlusconismo serve un progetto chiaro.

domenica 10 febbraio 2013

Una politica per la montagna

Si sente poco parlare di montagna e vivendo in un paese di montagna che va verso lo spopolamento e che vede sempre più i servizi diminuire come anche quello postale. Il candidato a senatore per il collegio di Pergine Valsugana Luigi Casanova ha scritto tale articolo sul sito di Rivoluzione civile che ho trovato interessante e vorrei condividere con voi.

Due terzi del territorio italiano è territorio di montagna. Ma la politica italiana si accorge del dato solo in presenza di drammi, il tema viene dimenticato e quindi la montagna rimane l'eterna sconosciuta. Luogo di vacanza, luogo di poesia, ma il vivere in montagna e di montagna non fa parte dell'agenda elettorale. Se non di Rivoluzione Civile.

I cambiamenti climatici in atto stanno provocando una caduta della biodiversità del territorio montano (si prevede che entro il 2050 nelle Alpi avremo perso il 45% delle specie vegetali e animali oggi conosciute), stanno acuendo in modo sempre più drammatico i rischi idrogeologici del territorio. Lo spopolamento della montagna renderà questi fenomeni quasi irreversibili. E' necessario costruire un progetto speciale "Montagne" che presenti obiettivi chiari:

  1. Il mantenimento dei servizi nelle alte quote: formazione scolastica, formazione del lavoro, innovazione legata alle università delle città, tutela della salute, assistenza agli anziani, investimenti slegati da ogni monocultura;
  2. Costruire un piano di intervento urgente sulla agricoltura di montagna: garantisce biodiversità, qualità, paesaggio e specialmente il contadino "giardiniere della montagna, quando ben assistito, ci permette di mettere in sicurezza versanti e corsi d'acqua;
  3. Riguardo la mobilità è necessario ritornare ad un forte investimento nella mobilità ferroviaria, recuperando e modernizzando le linee già esistenti e prevedendo nuovi importanti investimenti nel settore;
  4. Per mantenere in alta quota i giovani è necessario offrire loro lavoro, e lavoro qualificato. La montagna non può essere solo un dormitorio appendice delle città, come non può essere letta unicamente come zona a vocazione ricreativa e naturalistica. La ricerca naturalistica, l'apporto dei nuovi lavori possono portare la montagna a ritornare ad essere laboratorio innovativo e di qualità come già lo erano le Alpi dal Medioevo al Rinascimento. Per fare questo è necessario legare tutti i lavori, sia la parte imprenditoriale che i lavoratori dipendenti, a processi di formazione continua;
  5. La politica delle montagne è tesa alla ricostituzione di identità forti, fra loro diversificate, ma capaci di dialogo e apertura, come previsto nei protocolli della Convenzione delle Alpi.
  6. Per fare questo è necessario investire nelle reti e nelle filiere: reti delle città alpine, reti dei Comuni alpini (Alleanza nelle Alpi), rete delle aree protette con la costituzione di due grandi corridoi ecologici internazionali: quello alpino, dalla Slovenia alla Francia e quello Appenninico, dalle Alpi Marittime alla Sila calabrese. E nei parchi internazionali, partendo dal Parco Europeo dello Stelvio.
  7. Apertura delle nuove filiere del lavoro, che si sostengano fra loro e collaborino in modo stretto. Turismo – agricoltura - cultura – identità – formazione, selvicoltura naturalistica –sicurezza - energia – acqua - biomasse, sono campi ancora fertili. Passaggi questi che insegnano a noi tutti la cultura del limite, della necessità dovere del risparmio, della sobrietà.
  8. L'investimento sempre più convinto nei Beni comuni, per riportare tutte le gestioni all'interno del controllo e dell'uso pubblico.
  9. Lungo le Alpi questi laboratori sono ormai percepiti come usuali, gli amministratori li hanno fatti propri. Con questo passaggio elettorale Rivoluzione Civile li lancia anche in Italia. Laboratori che investono in fiducia, nei giovani, in nuovi saperi e lavori: grazie alle montagne, grazie alla ricchezza della nostra straordinaria Italia.

    ​Luigi Casanova

    Candidato senatore nella lista Rivoluzione Civile – Ingroia nel collegio di Pergine Valsugana.

sabato 9 febbraio 2013

Idee chiare sul lavoro per Rivoluzione Civile

Di rivoluzione civile e di Ingroia tutto si può dire e anche il contrario di tutto, ma ciò che non si può dire che non abbia chiaro cosa vuol fare sul lavoro.

Il lavoro che non c'è essendo 3 milioni di disoccupati o il lavoro precario essendoci 4 milioni di persone precarie o partime è ben scolpito nella mente di Ingroia. Da ciò lui parte per la sua idea di lavoro che deve dare dignità all'art.1 della Costituzione spesso dimenticato. Non è Ingroia che dice solo che tale articolo è stato dimenticato ma perfino una lettera di un 61 enne che quest'anno si è tolto la vita dopo 3 anni di disoccupazione dicendo proprio nella lettera ciò che Ingroia fa trasparire.

Un'emergenza quella lavorativa che sembra non aver fine. Serve far ripartire l'economia e dare dignità alle persone e questa può esser data con la stabilità. Sebbene io non sia d'accordo sull'articolo 18 posso condividere il pensiero sulla stabilità, la quale solo da la possibilità di guardare con meno patemi d'animo il futuro. Si sente tanto parlare di idee, ma poco del lavoro concretamente ed è bello sentirne parlare.

giovedì 31 gennaio 2013

Rivoluzione civile intervista a Lucia Coppola

Oggi vi propongono una breve intervista a Lucia Coppola, candidata alla Camera dietro Ingroia. E' interessante intervistare lei perchè è l'unica donna presente nelle liste che si presentano alle elezioni politiche in posizione di rispetto; infatti è seconda nella lista dietro Antonio Ingroia.

Lei proviene dai Verdi come mai va con Rivoluzione Civile mentre i Verdi in Alto Adige vanno con sel come mai?Facile. i verdi altoatesini hanno "venduto" l'appartenenza ad un progetto nazionale per una presenza in parlamento; noi riteniamo che la coerenza politica, l'appartenenza ad un movimento nazionale, lo spirito anche di testimonianza valga ben più della possibilità di sedere in uno scranno del parlamento romano.

Cosa ne pensate delle Comunità di Valle presenti in Trentino?il trentino da una parte ha 217 comuni e dall'altra una provincia con competenze molto più ampie delle ragioni a statuto ordinario che ne fanno quasi uno stato nello stato, tutto quello per un popolazione di 500.000 abitanti. La riforma istituzionale e' un'importante opportunità da una parte per fare economie di scala e dall'altra per garantire a valli omogenee di fare vera e propria pianificazione territoriale. La comunita di valle in questo disegno e' il punto centrale, e' chiaro che adesso ci sono dei problemi, ma più che di abolizione si tratta di discutere sul numero (17 sono tante dovrebbero essere massimo 5/7), sulla formazione dell'assemblea (non necessariamente deve essere eletta) e sul rapporto con i comuni

Quale idea avete per il Terzo Statuto di Autonomia? PD, UPT, PATT ne loro accordo prevedono alcune modifiche e voi cosa ne pensate?Rafforzare il ruolo della regione su tematiche importanti come lavoro, innovazione/ricerca/alta formazione, mobilita' e rifiuti nell'ottica di rilanciare il ruolo dell'autonomia trento-altoatesina nel contesto nazionale ed europeo.

MPS e ruolo della Banca d’Italia che ha fallito nei controlli pensate di apportare qualche modifica? politica e finanza sono un intreccio pericoloso … e' fondamentale rompere questo connubio tracciando bene i confini tra i due mondi … questo implica trasparenza delle nomine, potenziamento delle autorità di vigilanza e ricerca delle responsabilità. in tutto questo poi ci sta un ragionamento sulla separazione tra finanza e risparmio con separazione netta tra i rami di aziende.

Valsugana, Valdastico, Tunnel del Brennero quale vostra idea su tali infrastrutture che coinvolgono non solo il Trentino?Per uscire dai problemi della mobilita' serve puntare su modelli di produzione efficienti, su un effcientamento del sistema della logistica attuale e su un cambio dei modelli dei consumo dei cittadini. Per questo servono diverse cose:

  1. inserire un sistema di tracciatura della produzione che misure l'impatto ecologico dei beni;
  2. rendere non conveniente gli spostamenti delle merci attraverso l'introduzione di incentivi e aggravi che puntino a completare la produzione del bene nelle vicinanze;
  3. puntare su modelli organizzativi e regole che consentano di efficientare la logistica (es. i camion non possono percorrere + di 50 km vuoti).

Il Sole lancia l’allarme per il livello dell’Euro e mette a 1,40 la soglia mortale per le nostre aziende. La politica monetaria abbracciata dal Giappone fa prevedere aumenti dell’Euro. Cosa ne pensate? Quale ruolo della BCE? Favorire una politica anticiclica basata su rinnovabile, risparmio energetico e opere di bonifica dell'ambiente e tutela del paesaggio; questo da una parte dovrebbe favorire l'aumento dei consumi interni e dall'altra consentirebbe alla nostra moneta di apprezzarsi meno sul mercato dei cambi. La BCE inoltre dovrebbe emettere debito europeo e permettere ai governi come italia, grecia e spagna di portare il proprio debito pubblico su valori sostenibili.

mercoledì 30 gennaio 2013

Il senso della rivoluzione oggi

Rivoluzione civile è il nome del partito di Ingroia che vede la presenza di tanti ex magistrati o magistrati in aspettativa tra le sue file. E' infatti un partito che fa della rivoluzione il suo motto e lo spezzone del Programma Leader di Annunziata a cui ha partecipato tale partito attraverso le parole di Fiorella Mannoia ci spiega che senso ha oggi la parola rivoluzione.

Un paese non normale. La premessa perché si voglia cambiare in modo radicale è un paese non normale, ove oramai non fare il proprio dovere e dimostrarsi più disonesto sembra esser un valore. Dove oramai molti candidati vengono scelti per la visibilità e non le competenze dove permangono impresentabili che si sono macchiati di reati o che comunque l'opportunità politica viste le indagini che pendono direbbero di fare un passo indietro.

Una paese il nostro che vede lo scontro tra le istituzioni e dove accertare la verità spesso è precluso. Un conflitto tra istituzioni anche interne allo stato come il governo e la magistratura e che invece dovrebbe non esserci, infatti i rapporti tra le istituzioni dovrebbero esser di collaborazione reciproca.

Un paese che è su un baratro economico, dal quale Monti dice di averci tolto, ma che ha visto la gente impoverirsi sebbene permangano sprechi e ruberie; ma che si trasforma in baratro sociale e culturale, ove arricchirsi dimostrandosi disonesto spesso non è visto come disvalore.

Rivoluzione civile. Ecco quindi la proposta di una rivoluzione civile che sia distante da un mondo di cui non si vuol far parte se non per migliorarlo. Un mondo del non declino morale, culturale, sociale nel quale la legalità sia un valore. Un mondo in cui si mette al primo posto la persona e il popolo e non gli interessi di parte.

Ecco quindi un mondo diverso lontano anche dal montismo che si vuole far strada e che è incarnato sulle idee di questo suo programma:

Programma rivoluzione civile.

martedì 15 gennaio 2013

Quale governo?

La destra sta recuperando dopo il round Santoro-Berlusconi su LA7. Su tale punto si può dare ragione all'editoriale di Pierangelo Giovanetti del 13 gennaio 2013 sull'Adige. Questo anche perchè la sinistra si perde in molti rivoli come anche Luca Zeni ha messo in luce sopratutto con i rischi che si corrono al Senato. Rivoluzione civile è solo uno dei rivoli in cui peraltro per molte idee lo stesso Zeni si riconosce.

La destra potrà anche non vincere, ma può sicuramente rende dura la vita alla sinistra. Questo è una sola delle tante proposte di governo tra le quale non si può che annoverare i movimenti maggiori tra cui il Movimento Arancione, Movimento Alba (Rivoluzione Civile) e tra i quali valuto anche Giannino. Basta che la gente lo voglia. Dissento quindi da Pierangelo Giovanetti che mette come unico governo possibile Monti e il PD. Certo 200 partiti e liste con i relativi simboli sono troppi anche per uno stato come l'Italia, ma siamo sicuri che tutti propongono idee?

Monti e PD unico governo. Facciamo il gioco dell'editorialista dell'Adige ripreso ieri a Piazzapulita da LA7 e non si può che vedere come le conclusioni tratte facciano sembrare un tale governo una rivisitazione del Prodi 2006 morto dopo 2 anni. I montiani, rappresentati in trasmissione da Secchi, hanno veti su SEL. Sebbene qualche punto SEL ha idee montiane, come taglio dei costi della politica, lì il contatto finisce come lo stesso Vendola ha ammesso. Lo stesso UDC ha preclusioni su SEL. Vogliamo veramente un anno alla Prodi del 2006?

Ci sono poi domande che un'affermazione di Bersani e del PD-SEL come primo leader e coalizione pone: Monti sosterrà in tale situazione Bersani? Un eventuale sostegno a Monti o viceversa non è che senza SEL in coalizione si fa un ennesimo tradimento alle primarie? Che valore avrebbe a quel punto le primarie e il leader scelto con le stesse?