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mercoledì 21 dicembre 2022

Presentazione dei comitati del Trentino e Alto Adige a sostegno di Stefano Bonaccini a segretario PD

Presentazione Comitati del Trentino e Alto Adige a sosegno  di  Stefano Bonaccini segretario PD 17 dicembre

Trento. In vista del congresso nazionale e provinciale di Trento, del PD, del 19 febbraio prossimo sono stati presentati il 17 dicembre a Trento i Comitati del Trentino e dell'Alto Adige a sostegno di Stefano Bonaccini per la segreteria del Partito Democratico.

Attraverso dei comunicati stampa i comitati a sostegno di Bonaccini affermamo: " Le sfide della società contemporanea necessitano di una politica continuamente capace di nuovi schemi e di nuove soluzioni. Anche nella nostra regione, come nel resto d’Italia, è necessario un forte rilancio del Partito Democratico, capace di essere riferimento per tutti coloro che credono in una società inclusiva e nei valori della solidarietà, dello sviluppo sostenibile e della riduzione delle diseguaglianze.

Stefano Bonaccini coniuga principi solidi con una storia di cose concrete. Il presidente dell’Emilia Romagna possiede la capacità di governo che serve per proiettare il Partito Democratico verso un profondo rinnovamento e per realizzare il disegno aggregante di un centrosinistra rifondato. Con coraggio e rinnovato orgoglio.

Bonaccini incarna lo spirito riformista del Pd di domani, un Pd che rimette al centro del discorso politico le persone ed i loro bisogni, più che il richiamo a schemi rigidi e nostalgici.

La sfida di Stefano Bonaccini è la nostra sfida per un partito aperto ed inclusivo anche in Trentino ed in Alto Adige / SudTirol. Un partito democratico che vuole riconquistare la fiducia di chi vive nelle valli, attraverso il rilancio di un’autonomia intesa come relazione, come strumento generatore di nuovi servizi, di nuove opportunità di sviluppo, di nuovo e diffuso benessere.

Un Partito democratico che torni ad essere forza di governo nella nostra Provincia per farla tornare ad essere territorio di innovazione ed attrattività, perché è bello viverci e lavorarci. Un Pd che torni al governo del Trentino nel 2023 e, tra cinque anni, del Paese.

Per questi motivi, anche in Trentino ed in Alto Adige, come nel resto del Paese, sono tante le persone che stanno manifestando il loro sostegno alla candidatura a segretario di Bonaccini. Lo si può fare in molti modi, che si possono visionare, insieme a molte sue proposte, sul sito www.stefanobonaccini.it e sulle sue pagine social."

Molta carne al fuoco che da la linea che i sostenitori di Bonaccini in regione pongo a rifondazione di un partito il PD che ha visto il consenso assottigliarsi sia a livello nazionale che locale. A livello locale poi emblematico lo scontro sul congresso provinciale del PD che la segretaria Lucia Maestri voleva evitare, ma che poi ha visto le sue dimissioni sebbene la sua linea era passata.

Tra i temi toccati  l'inclusività e la riduzione delle disuguaglianze e la sostenibilità dello sviluppo.
In chiave locale tra i temi il richiamo ad aprirsi alle valli per un partito il PD visto sempre come partito cittadino. Si guarda inoltre alla diffusione del benessere e la ricerca di nuove opportunità di svilppo anche per le valli.

La partecipazione delle persone è un'altro tratto che esce dal comunicato dei gruppi a sostegno di Boanccini a segretario del PD. Si invitano le persone a promuovere un comitato di sostegno - bastano 5 persone - scrivendo una mail a comitatibonaccini@gmail.com, indicando nome e cognome della o del referente, il numero di telefono, la sua email, il comune e quanti dei componenti sono iscritti al PD.

Al fine di promuovere al meglio la candidatura di Bonaccini, anche in Trentino ed in Alto Adige sono nati due comitati, coordinati per la parte organizzativa rispettivamente da Luca Zeni, consigliere provinciale trentino, e da Juri Andriollo, assessore al comune di Bolzano.

Al Comitato Alto Adige per Stefano Bonaccini hanno aderito tra gli altri Carlo Costa, Antonella Costanzo, Sandro Repetto, Alessandro Huber, Monica Bonomini, Renate Prader, Monica Franch, Christian Tommasini, Gianclaudio Bressa.

In Trentino sono già molte le persone che hanno espresso il loro sostegno e hanno aderito al comitato. Tra loro tanti amministratori: i consiglieri provinciali Alessandro Olivi, Lucia Maestri, Giorgio Tonini, Luca Zeni; il sindaco di Arco Alessandro Betta; le assessore in comune di Trento Elisabetta Bozzarelli e Mariachiara Franzoia e gli assessori di Arco Gabriele Andreasi e Dario Ioppi; il vicesindaco di Lavis Luca Paolazzi; l’assessora del comune di Cavedago Lucia Zeni e la vicesindaco di Altavalle Vera Rossi. Anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha espresso il suo sostegno a Stefano Bonaccini; ricordiamo che alle primarie possono votare tutti gli elettori, non soltanto gli iscritti al Pd.

Proseguiamo con molti consiglieri comunali che hanno già aderito, come Italo Gilmozzi, capogruppo in consiglio comunale a Trento ed il consigliere Alessandro Dalrì; numeroso il sostegno in Alto garda, sia da Arco, con i consiglieri Stefano Mazzoldi, Tiziana Betta, Angiolino Pincelli, Flavio Tamburini, che da Riva del Garda, con i consiglieri Lucia Gatti, Alessio Zanoni, Gabriele Bertoldi, oltre all’ex sindaco di Tenno Carlo Remia; poi il Presidente del consiglio di Levico Enzo Latino, quello di Caldonazzo Matteo Carlin e la consigliera di Pergine Marina Taffara; il consigliere di Nomi Giuliano Muzio; Carmen Noldin e Luciano Bresadola consiglieri a Cles; Stefano Brugnara di Giovo e Domenico Spinella di Isera.

Chiunque volesse aderire al Comitato per Bonaccini del Trentino, può comunicarlo all'indirizzo email comitatobonaccinitrentino@gmail.com


 

 

lunedì 30 giugno 2014

Rapporti buoni tra PD e PATT

A volte leggendo i giornali locali è sembrato che i rapporti tra il PD e Patt non siano buoni. Su questo tema Alberto Tissot, ex amministratore di Siror, ha chiesto lumi all'interno della serata PATT del 26 giugno 2014 a Primiero proprio per capire lo stato dei rapporti tra questi due partiti che fanno parte della coalizione.

Con molta franchezza Lorenzo Baratter, consigliere provinciale PATT, afferma che la coalizione. Non nasconde però che c'è stata dialettica anche dura basti pensare al sindaco di Lavis, ma dopo anche un chiarimento si può dire che i rapporti tra PATT e PD sono buoni.

giovedì 13 febbraio 2014

Elezioni comunali 2014 di Arco: quattro chiacchere con Mauro Ottobre

Tra meno di un mese ci saranno le elezioni di Arco che si terranno il 9 marzo 2014 con eventuale ballottaggio il 23 marzo. Il PATT si presenta in alleanza con il Pd e gli altri partiti progressisti che guidano la Provincia e i maggiori Comuni del Trentino. Si è avuto in merito alle stesse posto delle domande all'onorevole Mauro Ottobre essendo lo stesso della partita.

Il programma. Difficile riassumere un programma in tre righe. Posso anticipare che comunque grande attenzione sarà dedicata al tema del lavoro, sia per difendere quello esistente che per creare nuove occasioni di impiego sfruttando meglio la vocazione di una città che, ad oggi, è sfruttata solo in parte. Altro imperativo è quello di riportare Arco nelle condizioni di pensare al suo futuro, dopo anni di politiche di retroguardia. Obiettivo questo che non può prescindere dal dare una destinazione razionale agli edifici che oggi danno un aspetto fatiscente anche al centro del nostro bel paese. L'allusione a Le Palme e al Quisisana (ma non solo) mi sembra evidente.

I candidati. Mi sembra sciocco fare l'elenco di tutti i candidati dei partiti che danno vita alla coalizione che sostiene Alessandro Betta come candidato sindaco.

La sua candidatura. La mia candidatura è ufficiale (le illazioni dei giornali e i rumors sono un po' datati) e non c'è alcun divieto o incompatibilità tra il ruolo di parlamentare e quello di consigliere comunale. E' un cumulo di cariche che io gestirò in favore della comunità, sfruttando a pieno il fatto che le esigenze della nostra città possano avere un portavoce tanto vicino alla stanza dei bottoni. Betta ha bisogno di questo tipo di appoggio e di esperienza che in me nasce anche da una legislatura passata in Consiglio Provinciale.

Comunque non tradirò i miei elettori, anzi. Dimostrerò loro che non sono andato a Roma per scaldare i banchi o per imborghesirmi, ma per essere ancora più utile alle loro esigenze, per star loro ancora più vicino, per mantenere quel contatto che ad ogni livello è sempre stato il minimo comune denominatore del mio modo di fare e concepire la politica.

venerdì 25 ottobre 2013

Il candidato Giacobbe Zortea incontra il Vanoi

Ieri sera, ore 20, il candidato del PD Giacobbe Zortea ha incontrato il Vanoi. Alla presenza di 10 persone e del sindaco Mariuccia cemin molto tempi sono stati trattati.

Comunità di Valle. Le Comunità di Valle vanno riviste e devono esser oltre che supporto in termini di risorse ai Comiuni per i servizi un luogo di regia per lo sviluppo territoriale. Esistono come la sindaca Mariuccia Cemin problemi da risolvere come la difficoltà di far sentire le proprie problematiche essendo che spesso si è 1 contro 8, ma ciò deve esser superato con le priorità da portare avanti. Non è possibile che esistono comuni senza urbanizzazione primaria in qualche frazione e altri molto più avanti.

Per quanto riguarda i comuni vanno ridotti attraverso fusioni dal basso e deve cambiare la filosofia sui referendum di fusione: non può capitare che 76 persone di un Comune blocchino anche le fusioni di chi si è espresso favorevolmente. I comuni anche se non tutti si sono espressi in modo favorevole devono poter andare avanti anche senza il comune che è rimasto contrario. Ovviamente chi è contrario rimane fuori.

La Comunità di Valle inoltre deve diventare quella provincia sul territorio che tanto servirebbe e che possa vedere risorse anche umane spostarsi dalla provincia. Un esempio il referente sulle politiche comunitarie in modo da poter attraverso la consulenza ai comuni che in tal modo assieme ad altri amministrazioni possono concorrere ai bandi europei.

Vanoi. Sul Vanoi si è sentito di tutto e di più, ma si deve esser realistici. Si deve mettere in sicurezza la viabilità e migliorare la viabilità interna sostenendo anche il Progetto Greenway. Si deve cambiare mobilità attraverso il bikesharig, auto elettriche pullman tecnologici.

Avere solo piste non porta molto lontano e si devono sfruttare anche le altre opportunità. Si deve dare oltre alle piste, che vanno ammodernate con un innevamento adeguato, va data qualità al territorio. Spesso si scia nel parco non sapendo nemmeno che si è nel parco. Si deve favorire anche pratiche meno impattanti come lo scialpinismo. In Europa il turista cerca non solo le piste ma la qualità di un territorio. La politica deve farsi carico di esser sintesi di un dibattito che va aperto sul tema con APT, Comuni, operatori.

Come dal pubblico richiesto si parla anche della sciovia tra Calaita e San Martino. E' una cosa annosa dice Giacobbe e è favorevole alla stessa. Certo ci sono problemi dovuti alla proprietà. Potrà essere solo un percorso escursionistico ma va portato avanti.

Il sindaca Mariuccia Cemin pone il problema del reperimento di risorse proprie e in tal senso mette la centralina sul Vanoi come un opportunità che però trova difficoltà in provincia. Sul punto Giacobbe è favorevole se serve per poter dare risorse al comune.

La sindaca solleva un altro problema quello dell'Acquedotto comunale che si voleva gestire come tutti in ACSM visto il blocco del turnover over nella pubblica amministrazione e la mancanza personale, ma ciò è stato rifiutato. Giacobbe sul punto si esprime per una maggior collaborazione che servirebbe anche dal Primiero.

Perchè si candida. Giacobbe Zortea si candida per dare una svolta ad una mentalità che deve cambiare che deve poter guardare ai veri problemi. Si candida col PD perchè lo stesso sta diventando in Trentino un partito territoriale e si candida come indipendente.

Solidarietà internazionale. Il settore della solidarietà internazionale va valutato come ogni settore e va portato avanti ciò che funziona.

Burocrazia. La burocrazia è stato il tema più sentito dal pubblico che ha portato molti esempi che rischiano di soffocare la voglia di fare. Uno su tutti quello della sindaca Mariuccia Cemin che porta il caso della presentazione di progetti che vengono sempre rallentati e a volte da burocrati che sono il vero potere. Servirebbe poi una semplificazione delle norme. Sul punto Giacobbe Zortea non può che trovarsi d'accordo dicendo che le procedure vanno semplificate, infatti spesso convivo norme nuove con vecchie non abrogate. Si deve poi passare ad un ruolo di consulenza del pubblico che sappia già prima che arrivi il progetto indirizzare verso ciò che si può fare. Si deve poi fare sistema e trovare appoggi da altre amministratore e dal rappresentante di zona. Si toglie poi Giacobbe Zortea sul fatto che in passato abbiamo avuto due rappresentati con cariche diverse (Marco Depaoli e Marino Simoni) che spesso non hanno molto inciso.

Il politico deve poter fare le scelte e il tecnico deve dire come. Si deve far girare i dirigenti provinciali perchè non non diventi un potere. Sul punto si apre alla scelta da parte del sindaco del segretario comunale.

Impianti di San Martino. Gli impianti di San Martino di Castrozza vanno salvati e in ciò parteciperà Trentino Sviluppo , Acsm, banche e la gestione verrà scelta dal privato e scissa dalla proprietà. Su dubbi circa la non imposizione di un cambio di amministratori condivide la preoccupazione ma saranno i privati a scegliere. Certo è che sembra tornerà la vecchia compagine.

L'illogicità dei finanziamenti. Spesso la provincia a capitoli di spesa che non possono esser variati e che però portano a fare opere (per non perdere contributi), per stessa ammissione della sindaca, che sono illogici. Come mettere apposto strade forestali di tipo A quando non si hanno le strade nei paesi o le forestali di tipo B ottime. Sul punto Giacobbe Zortea ritiene che si dovrebbero dare risorse ai territori che poi le gestiscono come meglio credono.

Il costo della politica. La sindaca Mariuccia solleva che agli amministratori si tolgono risorse mentre tutto rimane invariato per i consiglieri provinciali. Giacobbe Zortea afferma che qualcosa è stato fatto anche per i consiglieri ma molto si deve ancora fare in termini di riduzione dei costi.

giovedì 17 ottobre 2013

Lo sfotto dei Civici Trentini col loro inno

Un video quello dei Civici Trentini, per il quale devo ringraziare un amico per avermelo fatto conoscere, che oltre ad esser divertente ci porta su un altro campo della campagna: gli sfotto.

In modo divertente, per alcuni senz'altro no, i Civici Trentini col loro inno fanno campagna a loro e a Diego Mosna prendendo di petto la coalizione che ha più chance di vittoria: la corazzata del centrosinistra.

Non toccano il PATT perchè molto radicato sul territorio, ma a perso pezzi importanti come la consigliera uscente Caterina Dominici. Questa ha abbandonato il PAtt e con il suo partito Autonomia 2020 la stessa sostiene Mosna e ha con un video già attaccato fortemente il PATT che lei ritiene più attaccato agli interessi di partito che hai bisogni della gente.

Si attacca con il video di sfotto dei Civici Trentini il PD e UPT che fanno riferimento a partiti nazionali nel primo caso PD e nel secondo scelta civica. Si riprendono nel video temi di una lettera apparsa sull'Adige che parlava di un Silvano Grisenti identificato come persona del fare contro un Lorenzo Dellai più politicante. Partendo da ciò si mette in luce come la coalizione di Mosna sia quella del fare mentre l'altra più delle chiacchere.

I giudizi sull'amministrazione provinciale hanno luce ed ombre agli elettori il giudizio della parte che più è prevalente. E' però sicuro che molte persone hanno un ottimo ricordo del periodo che ha visto Silvano Grisenti assessore e spesso ciò porta a mettere in secondo piano le disavventure giudiziarie. Certo è che la figura di Diego Mosna come imprenditore rafforza la teoria del fare contro la classe politica che spesso è divisa al suo interno. Il caso del PD è emblematico.

Aldilà però dei contenuti del video il riferimento a PD e UPT nello sfotto da un chiaro segnale che la corsa è tra Ugo Rossi e Diego Mosna e le relative coalizioni, in quanto si sfotte chi si ritiene forte mettendone in luce i presunti difetti. La corsa sta arrivando alla fine il 27 ottbre gli elettori diranno la propria.

venerdì 2 agosto 2013

Condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale

Ora c'è un condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale che viene confermata a 4 anni; mentre per annulla con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello di Milano per la rideterminazione dell'interdizione dai pubblici uffici.

Il leader del PDL è in tal senso fatto fuori visto che l'art.1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 prevede che lo stesso per 6 anni non si potra ricandidare.

L'esecutività della condanna non è necessaria ma quello che si vuole è l'applicazione dell'art.1 sopra citato attraverso l'art. 66 Costituzione esprimendosi sull'ineleggibilità sopravvenuta del senatore Silvio Berlusconi. In questo senso si possono capire le parole rilasciate da Guglielmo Epifani appena letta la sentenza che chiedeva comportamenti conseguenti anche dal PDL e moderati. Si chiedeva però che si dia esecutività alla sentenza forse intendo alla previsione di incandidabilità di Berlusconi sopravvenuta.

Si aprono per almeno 3 piani uno per il PDL e due per il PD che saranno difficili da non vedere. Partiamo dal PDL che vede il suo leader abbattuto e che non potrà mai tornare per almeno 6 anni ma al quale col rinvio a meno di voto del PD e altri sull'incandidabilità di Berlusconi avrà il tempo di poter riorganizzare il partito dovendosi per forza farsi da parte. Il suo videomessaggio riportato qui sotto è un testamento politico.

Se si ha guardato il video sopra riportato non si può che convenire che è un testamento politico che invoca quasi una presa delle sue idee e del partito a qualcun altro. Lui vorrebbe che emergesse qualcuno che con la rinascita di Forza Italia si prenda l'onere di portare avanti le istanze politiche di sempre.

Si vede però un leader stanco fiaccato dai processi, ma che forse se partiamo dalle sue parole ci da un idea su dove si potrebbe trovare da ridire e non voglio con ciò entrare nella sentenza che va rispettata ma mettere in luce un aspetto. I giudici dicono e hanno sicuramente carte per dirlo se è stato confermato che la condanna per frode era giusta, ma salta agli occhi una contraddizione. Se lui ha messo in campo un tale sistema per creare fondi neri sulle compravendite di diritti televisivi perchè Mediaset non è stata condannata? Ecco solo questa cosa sembra molto strano.

Il PD invece ha quasi più piani del PDL di cui preoccuparsi. Intanto il primo è fare dichiarare ineleggibile Berlusconi che rischia di creare un terremoto politico e nuove maggioranze se ci sono. Paradossalmente se Silvio si ritirasse potrebbe far guadagnare voti al PDL se si sa riorganizzare. A quel punto però il PD dovrebbe dire che non ha mai battuto Berlusconi nelle urne e che è servita una sentenza per abbatterlo. Non esaltante perchè vorrebbe dire che la proposta del PD non è credibile e condivisa.

Il secondo piano è ancora più scivoloso per il PD in quanto se è stato condannato da senatore è perchè il PD non è mai riuscita a far rispettare il conflitto di interessi. La sentenza potrebbe esser vista come qualcosa che Silvio ha fatto senza il coinvolgimento di Mediaset e lo stesso Berlusconi dice che non ci sono fatture false in Finivest e Mediaset. Ora è però strano che l'azienda non sia coinvolta e che lo stesso sia socio occulto di alti in tale operazione. Da un punto vista processuale ok, ma da punto di vista politica è la certificazione del conflitto di interessi. Come si spiega agli elettori di non aver mai fatto rispettare il conflitto di interessi.

Sapere se il governo Letta durerà si dovrebbe avere la sfera di cristallo ma la presenza in campo di Berlusconi è stabilizzante per il sistema. Che succederà quando uscirà di scena?

lunedì 8 luglio 2013

Olivi verso le primarie 2013: incontro a Fiera di Primiero

Il 7 luglio 2013 si è tenuta la chiaccherata con Alessandro Olivi presso il bar Genzianella di Fiera di Primiero. Un incontro questo organizzato da Enrico Turra (giovane del PD) e da da Giacobbe Zortea (presidente del Parco di Paneveggio Pale di San Martino). All'incontro era presente anche Vittorio Ducoli, direttore del Parco Paneveggio Pale San Martino.

Sebbene l'orario non felice, mezzogiorno, erano presenti una trentina di persone che hanno potuto discutere del futuro della Provincia di Trento e dell'appuntamento del 13 luglio 2013 delle primarie. Un appuntamento questo che arriva in un periodo ove, come detto dallo stato Olivi, le persone sono meno reattive ai temi politici. I partiti politici non hanno aiutato, con il tira e molla, a semplificare la vita di tale appuntamento visto che c'era chi voleva imporre il candidato agli altri. E' storico l'appuntamento perchè esce dal passato ove i partiti facevano la scelta del candidato senza coinvolgimento dei cittadini. I cittadini hanno veramente la parola essendo le primarie aperte senza dover necessariamente essere di sinistra, ma condividere il progetto che si vuole sostenere anche alle elezioni provinciali di ottobre. Un chiarimento questo necessario visto le contrastanti posizioni sul punto.

Una situazione difficile. Il rappresentante del PD, Olivi, prima di proseguire nei ragionamenti ha voluto ricordare che non ci può cullare sulle rendite di posizione e il Trentino non è la terra promessa. I prossimi anni, infatti, saranno molto difficili con una contrazione di risorse e si deve puntare su due linee fondamentali:

  1. la crescita economica;
  2. equità tra centro e periferia.

Il panorama politico. Il panorama politico vede le primarie come una partita importante, perchè con le divisioni e i personalismi nel centrodestra, che porterà alla scelta del presidente della Provincia di Trento. Nella corsa per la candidatura del centrosinistra a Presidente della Provincia i candidati che hanno chance sono tre: lui, Mauro Gilmozzi, Ugo Rossi.

Perchè votare lui. Questa è la domanda da un milione di dollari che Olivi ha cercato di rispondere nell'esposizione.

Il PD, in primis, è la principale forza politica anche in Trentino, ma non è solo questo il motivo. Olivi inoltre ha competenze maturate in un assessorato (industria, commercio, artigianato) sicuramente complesso e concreto. Il caso Wirkpool con 500 persone che chiedeva risposte è stato un bagno di realtà. Le esperienze amministrative, sebbene a valori forti, gli hanno conferito pragmatismo utile ad accettare soluzioni anche provenienti anche da destra.

Si sente inoltre il candidato più appropriato per parlare di lavoro essendosi sporcato le mani con tali temi.

Le primarie visti i tempi ristretti verteranno più sulle persone che sui temi.

Economia. Spesso si è parlato di una disoccupazione che ammonta alla metà di quella nazionale, ma noi non possiamo gioire. La disoccupazione anche se minima va aggredita partendo dal turismo. Vanno messe in campo politiche attive del lavoro. Non ci sono ricette sicuramente valide, ma vanno individuate le priorità.

Se Olivi deve indicare delle priorità nel suo pensiero si nota una discontinuità col passato: più che su strade va investito sulla coesione sociale.

La stratificazione burocratica. E' innegabile che c'è stata una stratificazione eccessiva dell'amministrazione e che va in parte rivista non rinnegando l'architettura provinciale, ma bensì tornando alla filosofia della riforma istituzionale che doveva essere la riforma della provincia: con il passaggio di reali settori provinciali ai territori. Questo perchè senza rinnegare il passato se il mondo cambia si deve cambiare.

Sebbene ci sia lealtà verso gli altri candidati spesso si sente dagli stessi una voglia di non cambiare rimanendo all'esiste: la politica delle pacche sulle spalle, del piazerot, dei cittadini che delegano. Non è questo in cui crede Olivi che anzi vuole il protagonismo della società per dare campo ad:

  1. innovazione;
  2. cambiamento;
  3. rottura di schemi;

Enrico Turra. Enrico Turra tocca il tema del turismo settore che è trainante anche del Primiero e di come si deva prendere spunto da Olivi. Infatti, si deve andare verso un punto unico turistico sul territorio. Questo deve portare ad evitare doppioni e divisioni e magari la fusione di APT e Parco in un unico soggetto turistico. Un soggetto unico perchè il turismo si deve proporre a livello europeo e mondiale.

Apt. Olivi prende lo spunto da Turra per parlare di promozione turistica che deve passare da un brand territoriale che deve vedere come promotrice solo Trentino Marketing, perchè altrimenti si sprecano risorse e si è troppo piccoli per proporsi singolarmente proficuamente.

A livello locale invece devono rimanere strutture snelle di supporto alla creazione di prodotto e di ospitalità.

Impianti San Martino e Passo Rolle. Sul tema degli impianti di San Martino Passo Rolle, sollecitato da me, Olivi ha messo in luce il dispiacere di vedere degradare la situazione. Nessuno può arrogarsi la possibilità di dire io l'avevo detto.

Per uscire da tale stato si deve prima ricostruire la proprietà attraverso Trentino Sviluppo, Provincia, operatori locali anche del privato. Il privato è il primo che deve crederci e tutti chi vuole investire in tale progetto va accolto, non si può fare gli schizzinosi.

Va poi cercato un gestore privato con competenze specifiche che se ne accolli la gestione. Tale gestore deve esser staccato dalla proprietà.

Vittorio Ducoli. Il turismo non può essere solo quello classico, ma deve basarsi anche sulle peculiarità locali con un piano di sviluppo territoriale delle zone periferiche. Esistono fondi europei PSR, FESR ma spesso è complicato agire visto le difficoltà burocratiche dovute anche da settori provinciali divisi per compartimenti stagni.

Olivi sottoscrive tutto e fa presente che si deve cambiare per non trovarsi a sbattere con un muro di difficoltà crescenti anche dovuto da un calo di risorse. Un calo di risorse che dovrebbe realisticamente essere di 550 milioni di euro.

Rapporti nella coalizione. I rapporti della coalizione sono buoni, ma si ritiene che non debba essere l'UPT a esprimere il candidato. Serve cambiamento, ma le primarie non devono diventare una guerra. Si condividono valori e molte cose assieme anche se esistono peculiarità. Si è concordato tra gli aspiranti candidati di riconoscere qualsiasi risultato esca e ci sarà sempre piena collaborazione. Non ci si aspetta da nessuna parte che dopo le primarie ci sarà guerra.

Terzo Statuto d'Autonomia. Il Terzo Statuto d'Autonomia è possibile e deve vertere sulla riscoperta della regione che va potenziata.

sabato 6 luglio 2013

"Mi scusi candidato presidente" con Alessandro Olvi in Primiero

"Mi scusi candidato presidente" è l'evento che Enrico Turra del PD ha organizzato presso il bar Genzianella a Fiera di Primiero domani alle 12 per presentare l'aspirante candidato presidente, Alessandro Olivi, del centrosinistra.

Olvi è l'assessore provinciale alle industria, commercio, artigianato della Provincia di Trento che ha visto ultimamente la chiusura della Wirkpool. Non sarebbe coretto valutarlo solo per tale fatto, si grave, ma che mette in luce come spesso con le multinazionali anche la nostra ricca provincia.

Invito la gente a partecipare a chiedere si conto del mandato di assessore provinciale che si sta concludendo, ma anche per chiedere come si pensa di costruire il futuro. E' comunque una ghiotta occasione per chiedere molte cose tra le quali come uscire dalla crisi. In questo campo è interessante capire come affrontare la crisi degli impianti e della nostra economia locale, ma non per avere soldi, ma per capire se non esista un parallelo tra la Wirkpool e la crisi dei nostri impianti. Un parallelo forse debole ma che in entrambi i casi porta ad una domanda: quale sviluppo alternativo a tali crisi?

Altre domande possono nascere e ringrazio Enrico Turra, del PD, per aver organizzato un momento così ghiotto in avvicinamento delle primarie per la scelta del candidato presidente del centrosinistra alle quale parteciperà Olivi.

Vi aspetto numerosi all'incontro in modo da conoscere le idee e il candidato presidente del PD.

sabato 29 giugno 2013

Le primarie per il Presidente della Provincia tra partecipazione e flop

Il giorno 13 luglio 2013 si terranno le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato Presidente della Provincia di Trento per quell'area politica. Le modalità di svolgimento delle stesse sono riporati qui. La prima cosa da sapere è che si terranno dalle 08-22.

Il voto è libero, gratuito e aperto a tutti quelli che vorranno dare il contributo alla scelta del leader. Sul punto dell'aperto a tutti però sui giornali si fa riferimento a una dichiarazione di riconoscersi in una certa area politica.

La partecipazione al voto sembra essere la cosa che contraddistingue questa forma di scelta del leader ancora di più visto la distribuzione dei seggi, come si può vedere qui, è capillare sul territorio della Provincia di Trento. A questa voglia di far partecipare non corrisponde un'informazione capillare sul territorio tranne gli incontri i tv. Spesso ci si ferma nei bacini più importanti con incontri dibattito con tutti i candidati.

La cosa dolente sono i programmi che a volte non vanno oltre le belle filosofie e che analizzare a volte sono difficili, in quanto non si indicano risorse e l'azione che veramente si vuole prendere. Ovviamente quando riesci a vederli.

Decidere se e chi votare alle primarie è complesso e solo all'ultimo giorno si potrà a mio avviso fare una scelta in quanto informarsi non è così semplice come potrebbe sembrare. Ciò non contribuisce a scaldare l'animo della gente ed ad invogliare a votare. Infatti molti si potrebbero fare una domanda cosa differenza i candidati sul programma? Chi potrei votare? Domande queste ancora senza risposta per molti.

mercoledì 26 giugno 2013

Essere Silvio Berlusconi non è reato

Riprendo qui il titolo del Giornale nel presentare manifestazione di ieri di Giuliano Ferrara a sostegno del leader Berlusconi.

E' un titolo emblematico che descrive come si presuppone che ogni indagine su Silvio Berlusconi sia motivata da una sua persecuzione da parte della magistratura. Non ho elementi per esprimersi sui vari processi su Berlusconi, ma non me la sento di seguire la strada del Giornale. Sembra quasi che lo stile di vita e le azioni di Berlusconi non possono mai dare sfociare in un reato.

Il processo Ruby ha visto una condanna in primo grado a 7 anni e alla interdizione perpetua dei pubblici uffici che sebbene è appellabile è una mazzata. Non è una condanna preoccupante perchè il suo passaggio in giudicato è lontano e comunque Silvio Berlusconi non entrerà mai in carcere per una questione di età: oltrepassa i 75 anni. Quello che preoccupa è l'interdizione perpetua ai pubblici uffici che chiuderebbe per sempre la sua vita politica. Anche questa pena arriverà tra anni e non dovrebbe preoccupare, ma è pur vero che sono aperti molti altri processi.

Il processo Mediaset di ottobre arriverà sentenza definita e li potrebbe arrivare una condanna che ha come corollario un interdizione dei pubblici uffici che ne chiude realmente la vita politica.

Lo stesso cavaliere è conscio che la sua vita politica volge al termine, ma non trova nessuno nel partito che possa prendere le redini. E' uscito però un outsider di livello Marina Berlusconi che potrebbe avere le qualità per prendere in mano l'eredità del padre e preparare il partito ad una vita autonoma da un eventuale leader.

Per ora il PDL e il suo leader sostengono Letta, ma il sostegno sarà condizionato da ciò che il governo produrra in particolare in campo fiscale. E' innegabile però che sia a destra che a sinistra ci sia insofferenza per la coabitazione e che spesso portare a casa risultati risulta difficile. In tal senso Guglielmo Epifani mette in luce che il governo e il PD non possono farsi dettare la linea dal PDL e dal suo leader. Un leader Berlusconi molto attivo che vede un PD in rimessa e sempre più insofferente anche per la sentenza Ruby.

Silvio Berlusconi e il PDL sono dubbiosi se buttare a mare il governo Letta. Tutto dipenderà dai risultati che lo stesso darà al cavaliere da spendere e dall'eventuale nuovo leader che il PDL potrebbe spendere. Esiste poi l'incognita di una nuova maggioranza PD-M5S che è difficile, ma non impossibile, potrebbe trovare la quadra per votare l'ineleggibilità di Berlusconi. Questa prospettiva Silvio Berlusconi senza avere un nuovo leader che ne raccolga l'eredita e forse questo preoccupa lo stesso.

Staremo a vedere come si dipanerà la telenovela del governo Letta e quali decisioni prenderà. Una cosa è sicura la legge elettorale sembra sempre più una chimera.

mercoledì 12 giugno 2013

Le primarie del centrosinistra a rischio: una pugnalata all'elettorato

Le primarie del centrosinistra sembrano stiano andando in un fosco crinale. Previste per il 30 giugno non è detto che si terranno in tale data. Infatti l'UPT a chiesto di spostare il 114 luglio e farle a doppio turno nel caso nessun candidato raggiunga il 50%+1 dei votanti. Questo è condizione necessaria perchè l'UPT riconosca il risultato delle stesse e faccia partecipare il suo candidato Mauro Gilmozzi.

Questo però potrebbe far saltare tutto il format, per dirlo in termine televisivo, delle stesse e tutto può esser messo in considerazione. Anche la decisione del PD di partecipare con un solo candidato potrebbe non esser vista come coerente, in quanto con un doppio turno si poteva far partecipare tutti i candidati del PD essendo il primo turno una selezione dei due candidati migliori.

Il doppio turno potrebbe essere un regalo agli avversari sopratutto al Grisenti e al suo Progetto Trentino. Poi è difficile dire chi se ne avvantaggerà essendo tutti molto coperti e in qualche caso divisi.

A cosa servono i tempi supplementari verso le primarie? Non è all'occhio dell'elettore tollerabile quest'andazzo da supplementari per avvicinarsi alle primarie. Non si vede perchè si debba ancora aspettare che esigenze tecniche esiste o se sia questo un regalo all'UPT che si è mossa tardi col suo candidato Mauro Gilmozzi e alla quale si vuole garantire i tempi per esser competitiva.

Sembra però che i tempi supplementari, come paventato da qualche giornale, servano per trovare un candidato unitario. Un candidato unitario potrebbe ricompattare l'alleanza ma tradire l'elettore. Un elettore che vuole partecipare che vuole essere protagonista e non subire scelte altrui. Sarebbe tale caduta di stile del centrosinistra un perfetto autogol quello che se vuole vincere non deve fare. Certo è che il voto di Pergine e altri segnali devono fare riflettere: gli elettori non sono fessi e vogliono risposte. Attualmente è difficile sapere chi saprà darle.

sabato 1 giugno 2013

Luca Zeni si infrange su Olivi

Il partito democratico non ha concesso le primarie aperte e proporrà il candidato Olivi scelto dall'assemblea provinciale composta da 68 persone. In tal modo si sono cambiate in corsa le regole del gioco sconfessando le primarie. Il candidato Luca Zeni ecco come come valuta tale scelta.

Il tradimento dello strumento delle primarie motivazioni. n Trentino le primarie per la Presidenza della Provincia - quelle vere, dove i cittadini possono scegliere liberamente, tra proposte diverse, quale direzione sia meglio per il Trentino - non ci saranno.

Troppo rischiose, perché l’esito non è controllabile. I trentini avrebbero potuto scegliere una proposta diversa da quella precostituita, come insegnano le esperienze di Milano con Pisapia, di Firenze con Renzi, o di Genova con Doria.

Da quando faccio politica mi sono sempre battuto perché ci fosse un partito aperto, inclusivo, innovativo, dove le persone possano riconoscersi al di là della loro provenienza. Un partito di centrosinistra, che sia davvero al servizio del Trentino (e del Paese), non è quello chiuso che rappresenta gli interessi di categoria, ma quello che punti a rappresentare tutta la società, possegga una visione d’insieme, sappia far crescere impresa e lavoro, giovani e anziani, uomini e donne.

Per questo primarie aperte - capaci di coinvolgere i cittadini sulle scelte che riguarderanno il loro futuro, la politica economica, il turismo, il ruolo dell’ente pubblico nella società, l’istruzione, l’autonomia del Trentino – sarebbero state necessarie: non solo per far crescere il Pd, ma soprattutto per far crescere il Trentino.

La candidatura di Olivi. Non è andata così, ed alla fine il candidato del Partito Democratico sarà nominato dall’assemblea provinciale, un organismo di 68 persone. La scelta non sarà presa dai cittadini, come previsto dalle regole e dallo spirito del PD: non possiamo che prendere atto che è stato cambiato in corsa il campo di gioco.

L'impegno politico. Per questo con centinaia di persone di ogni zona del Trentino abbiamo dato vita a una esperienza come “START! Metti in moto il Trentino”: oggi dobbiamo prendere atto della delusione nei confronti della politica, e della difficoltà di coinvolgere i cittadini dentro la militanza partitica, e luoghi di discussione aperti possono rendere più facile una partecipazione ampia, che porti con più facilità idee e proposte innovative e approfondite. Anche in questo caso il risultato non è solo far crescere il Pd, ma soprattutto far crescere il Trentino.

Ho deciso di rimanere coerente con quelle regole e quello spirito, e quindi oggi ho annunciato di non presentare la mia candidatura, per non prestarmi a un gioco diverso rispetto a quello in cui credo.

Non posso che prenderne atto.

Sul futuro voglio essere chiaro.

Continuerò a lavorare perché anche dentro gli organi del PD del Trentino divenga maggioranza – come già lo è già tra i suoi elettori e nella gran parte dei cittadini – la linea di coloro che desiderano un Trentino capace di guardare in avanti, partendo dai tanti punti di forza che ci sono, ma che sappia farlo senza nascondersi le criticità che divengono ogni giorno più evidenti. In un mondo in continua evoluzione una politica responsabile deve avere il coraggio di innovarsi e saper proporre sempre nuove soluzioni, perché limitarsi a guardare indietro, rivendicando le cose buone fatte sinora, oggi, purtroppo, non è più sufficiente.

Pur ritenendolo un grave errore, non potrò che rimettermi alle decisioni che prenderà la dirigenza del partito in ordine al percorso di avvicinamento alle prossime elezioni provinciali, ed a possibili primarie chiuse di coalizione, con la forte speranza e l’auspicio che gli elettori sappiano essere pazienti e migliori dei loro dirigenti.

Ringraziamenti. Ringrazio le tantissime persone che condividono una visione di Trentino aperto e dinamico e che anche in questi giorni mi hanno fatto arrivare considerazioni e sostegno con telefonate, messaggi, e-mail. Grazie perché sentire sostegno e calore è quello che fornisce l’energia necessaria anche quando le vecchie logiche rischiano di far prevalere la voglia di “allinearsi”. Chiedo scusa a chi non ho ancora risposto, lo farò al più presto, ma siete stati davvero tanti.

giovedì 30 maggio 2013

La truffa dei DDL sui referendum provinciali

Oramai si va verso l'estate e se guardiamo i DDL presentati al consiglio provinciale di Trento si aveva la sensazione che sulla democrazia diretta qualcosa di sostanzioso cambiasse. Purtroppo non è così sebbene oltre che giusto in tale settore sarebbe stato conveniente cambiare anche per togliere in parte il terreno sotto grillo.

DDL 222 de della XVI Legislatura. E' un tema quello presentato in tale disegno di legge che avrebbe potuto dare dignità al cittadino che si interessa della cosa pubblica e anzi poteva incentivare tutti a interessarsi di più della stessa. I presentatore Margherita Cogo del PD e Bruno Firmiani IDV sono consiglieri della maggioranza attuale e quindi si pensava che ci fosse una concreta chance per questo DDL. Non è purtroppo così visto che dal calendario lavoro del consiglio non è prevista la trattazione dello stesso almeno fino ad agosto. Come si sa ad agosto c'è la chiusura e si trova impossibile che un DDL presentato il 22 giugno 2011 e fin'ora non andato in aula possa vedere la luce a settembre.

Eppure era un DDL di buon senso che alzano a 9000 le firme come previsto dall'art. 2 dello stesso permetteva di superare comportamenti non degni dei partiti che spesso invocavano la gente a fare tutt'altro che esprimere un loro diritto. Questo non tanto per le firme che si aumentano ma per l'art.1 che prevede che la maggioranza assoluta sia dei presenti.

Il buon senso sembra però non essere di casa e quindi si lascia una prateria a Grillo su tale tema, ma fa così tanta paura che la gente possa esprimersi?

Abbassare le firme. Il DDL 267 sui referendum provinciali respinto in commissione in data 06 maggio 2013, ma andrà comunque in aula il 5 giugno. Lo stesso vede come primo firmatario Claudio Civettini delle Lega Nord a cui si agganciano altri consiglieri dello stesso partito. Mi dispiace constatare che questo DDL non affronta i problemi non toccando quorum o il rispetto dell'esito referendario, ma solo la raccolta firme. Questo viene fatto modificando l'art. 5, 17, 28 della Legge n.3 del 5 marzo 2003. Il testo può essere ricavato dal link, ma si può evincere come ci sia un abbassamento a 500 firme di elettori per il referendum provinciali a meno che questo non si svolga su materie delle minoranze linguistiche germofone in tal caso le firme sono portate a 400 firme di elettori residenti in comuni germofoni. Come ho già detto sopra non si affrontano i problemi.

Indizione dei referendum provinciali. Anche il DDL 297 è presentato dalla Lega Nord con primo firmatario Filippin Giuseppe ed è stato respinto in prima commissione in data 06 maggio 20013 e verrà discusso il 5 giugno. Questo DDL ha ancora minor incisività sullo svolgere dei referendum e il cittadino non noterà nessuna differenza. Il fatto sta tutto che si vuole toccare la modalità di indizione dei referendum provinciali. Cosa realmente cambia? Col DDL si vuole cambiare modalità di indizione passando dal decreto del Presidente della Provincia, com'è attualmente, al decreto del Presidente del Consiglio Provinciale.

Conclusioni. Si nota nel comportamento del PD e della Lega Nord un voler provare a cambiare, ma aver paura di cambiamento con proposte che francamente lasciano il tempo che trovano. Mi si dirà ma la Margherita Cogo ha presentato un DDL che voleva andare al nocciolo del problema; ma quando un consigliere e un partito non mandano avanti la loro idea di cambiamento dimostrano di aver lanciato uno specchietto delle allodole.

Nessun partito e nemmeno PD e Lega Nord hanno dimostrato di voler togliere almeno sul campo della democrazia diretta terreno al M5S.

mercoledì 29 maggio 2013

Dimissioni di Enrico Turra e fuoriuscita di Via Nova dalla Comunità di Valle

Alle 10.30 del 28 maggio 2013 si dimette Enrico Turra consigliere di Via Nova della Comunità. Delle dimissioni che non si ferma al segnale seppure forte delle rinucia degli incarichi ma arriva a chiudere l'esperienza di consigliere nell'assemblea stessa. Una chiusura la sua appoggiata dalla lista Via Nova e dal circolo locale del PD che pongo fine alla partecipazione dall'interno dell'ente alla vita della comunità.

Le motivazioni vengono affrontate dallo stesso Enrico Turra e Enrico Gaio che si era dimesso prima di lui dall'assemblea della comunità di valle dopo essersi dimesso da assessore all'urbanistica.

Le motivazioni. Le motivazioni delle dimissioni e la rottura dell'alleanza con il beneplacito anche del coordinamento locale PD non sono rinvenibili nella non sostituzione dell'assessore Maurizio Gaio con altro componente della lista, ma su una mancanza di coerenza dell'amministrazione della Comunità verso il progetto che era stato messo in campo nelle elezioni del 2010. Un progetto che doveva vedere la comunità essere la sintesi della scelte politiche della Primiero-Vanoi.

Un compito quello di fare sintesi e di andare verso il "Comune unico" che si è arenato sicuramente per responsabilità provinciali, tra le quali la riforma istituzionale nata monca, ma che ha trovato resistenze anche locali. Non si è trovato sostegno nemmeno nell'assunzione di competenze, tra le quali, l'urbanistica che ha visto il niet da parte di Mauro Gilmozzi per evitare modificazioni di equilibri nella struttura istituzionali. Allo stato attuale la Comunità di Valle lavora per deleghe e ciò dimostra come la stessa rimanga allo stadio che esisteva nel Comprensorio.

E' mancata un regia politica che porti a razionalizzazione degli enti con servizi migliori e con un presidente Trotter Cristiano che non è riuscito nel suo ruolo di sintesi. Ciò aveva portato il gruppo Via Nova a tenere prima dell'uscita in modo definitivo dall'ente un ruolo di maggioranza e di lotta.

Il futuro delle Comunità di Valle. Le Comunità di valle sono da mantenere ma con competenze ed esser una fase intermedia per il Comune Unico. Certo è che sul tema gli alleati anche a livello provinciale sembrano avere idee diverse:

  1. parte dell'UPT e SEL le vuole eliminare;
  2. PATT rivisitare la materia nel senso di far partecipare i sindaci con una conferenza dei sindaci;
  3. resto UPT e PD vorrebbe lo sviluppo di tale ente.

Via Nova non si arroga la soluzione univoca per tutte le comunità, ma guarda al Primiero che vede formato da un Comune Unico nato da fusione dei tutti i comuni del Primiero-Vanoi ovviamente con municipi sul territorio.

Il Vanoi però è stato dimenticato si fa notare ottenendo la risposta che la vicepresidente è di Canal San Bovo, Stefani Andreina, e a lei va chiesto spiegazione. Comunque anche per il Vanoi si stanno portando avanti progetti.

La tempistica. La tempistica non è ideale vista la situazione complessa che anche il Primiero vive con la questione degli impianti a fune legata a ud un sottile filo, ma non era possibile continuare così. Dopo due anni senza prospettive di rispetto del programma non era più possibile continuare.

La mancanza di confronto. La democrazia interna dell'ente non ha funzionato con un'amministrazione che non rispetta la maggioranza e che mette nelle condizioni di lavorare le commissioni consigliari e i capigruppi.

Il futuro politico di Via Nova. Via Nova rimmarrà come laboratorio di idee e sia Maurizio Gaio sia Enrico Turra lavoreranno sul territorio per il progetto che si erano posti. In tal senso va fatta chiarezza ordinamentale delle Comunità di Valle con reali competenze per le stesse.

La possibilità di decidere. La decisione deve passare per molte materie alla comunità e la stessa deve, anche con dialogo coi comuni, poter scegliere. L'assessore competente deve poter decidere e assumersi le responsabilità. Sul fatto dell'assessora Elisa Zeni, la quale ha preso 19 voti, si mette in luce di come la domanda va posta al PATT essendo lo stesso la forza che l'ha reclamata. E' comunque stato evinto che anche una persona con pochi voti può esser competente. E' vero ciò non si discute, ma il discorso era di legittimità politica.

La questione impianti San Martino-Rolle. Sulla questione si addossa la colpa alle amministrazioni in primis la Comunità di Valle che non è stata capace di avere un ruolo di regia. Si prova dispiacere per il bando della funicolare rinviato a luglio ne peggior stile di una politica che non decide. Il progetto è sostenibile in quanto in 30 anni si avrebbe un ritorno e comunque va visto come mobilità pubblica. In tal senso si sarebbe favorevoli a prolungare un mobilità di questo tipo, in sostituzione autobus, fino al Imer. Ovviamente con sostegno pubblico.

lunedì 20 maggio 2013

La mancata partecipazione del PD alla piazza FIOM

Maurizio Landini ha constato che i massimi vertici del PD e nemmeno una delegazione dello stesso era presente alla piazza PD. Non è difficile capire il perchè di una non presenza del PD alla piazza anche se per molti sembra inconcepibile.

Evitare l'abbraccio mortale Fiom, PD. Si parlava appena fatte le larghe intese all'abbraccio mortale PD, PDL e di come ciò avrebbe pesato negativamente. Da Facebook addirittura Mauro Ottobre parla che l'accordo reggerà fino a quando il PD non raggiungere e sorpasserà il PDL. E' una prospettiva difficile da vedere viste anche come è andata sull'elezione del capo dello stato.

Oggi abbiamo un reggente la funzione di segretario che proviene dall'area Cgil di cui allo stato attuale non si conoscono le ambizioni. Il reggente è Guglielmo Epifani e non ha davanti a se un facile compito perchè oltre a parlare di come strutturare il partito in cui qualche aderente getta la sua idea deve ricucire con gli elettori. Degli elettori delusi sicuramente dall'accordo PD-PDL che in campagna era stato sempre escluso.

Il problema di ricucire con l'elettorato non è così un compito da prima elementare ma un impresa non improba ma difficile che richiede prima però un passaggio: chiarire qual'è l'elettorato del PD. Con l'operazione di non andare alla piazza Fiom si è a mio avviso dare un segnale la Fiom: non siete solo voi i nostri elettori. L'operazione in questione è stata compiuta in modo abile dicendo che non si è sordi alla piazza anche se non si partecipa alla stesse, infatti si sa ascoltare. E' stata abile questa mossa perchè la partecipazione alla stessa avrebbe portato a ulteriori dibattiti e spaccature. Oltre a ciò una partecipazione avrebbe portato a dire gli avversari che la Cgil aveva la carta vincente sul PD, visto che pure il reggente viene da quest'area.

Il problema identitario. Il problema identitario è però allo stato attuale lì che chiederà di esser risolto se qualcuno vorrà risolverlo, ma che non si risolve con la corsa alla segreteria perchè il dibattito deve esser chiaro non deve esser sui nomi ma sul programma.

Il programma un programma a volte molto lungo è stato fatto ma che nei dettagli pochi conoscono e che spesso la terminologia usata nella campagna elettorale ha messo in secondo piano. Con tutto rispetto per Pier Luigi Bersani alla gente non interessa smacchiare il giaguaro ma batterlo sui temi.

Il comportamento di Epifani a molti potrà non esser piaciuto ma è un modo di non precludersi la segreteria in caso volesse candidare perchè il PD è fatto di molte anime a volte troppe. E pure questo sarà un tema importante da affrontare e che lo stesso civati sul suo sito affronta. Si deve capire se il partito vuole aprirsi come già fatto con le primarie o darsi un entità più solida come la logica dei tesseramenti.

Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti. Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti come viene fatto notare da Giuseppe Civati presenta problemi non facili da risolvere e ne può creare altri. Se da una parte ciò darebbe una linea vicina a chi sostiene il partito gli stessi sono forse meno trasparenti delle primarie che pure problemi hanno dimostrato.

Passare però ai tesseramenti darebbe intanto un finanziamento più costante e se opportunamente previsto la possibilità di valorizzare i tesserati in dialogo di idee che non sia solo scontro tra correnti. Il problema è questo dare un idea di cosa il partito vuole essere e chi vuole rappresentare perchè rappresentare tutti è impossibile anche per la persona più scaltra.

Ecco però non si è andati a mio avviso alla piazza FIOM in quanto si vuole si rappresentarla, ma non solo quella perchè il centrosinistra è più ampio; sebbene si debba ancora chiarire le idee.

domenica 19 maggio 2013

Fuori i programmi per le provinciali non i Pinocchio di turno

E' desolante leggere l'appello di Franco Panizza e Ugo Rossi che lanciano un appello forte e preccupato, riportato sul sito del Patt e che chiedendo di scegliere le modalità di selezione del candidato a Presidente della provincia della di Terento del 2013. E per giunta si dice che si deve fare presto perchè mentre le forze della coalizione le «imprese chiudono» e l’economia «è in una situazione di emergenza». Si rilanciano poi le primarie in modo tale che «siano poi i cittadini nelle primarie a stabilire chi sarà il coordinatore della coalizione».

Uno strumento le primarie che al leader Patt Ugo Rossi che le vede anche nel caso Alberto Pacher ritiri la suo no a candidadare. Ma non è il solo che è convertito alle primarie tanto che Franco Panizza lancia questo segnale «Su Pergine alla segretaria Flavia Fontana dico che se non si è arrivati a un candidato unitario del centrosinistra autonomista è per il fatto che l’Upt si è tirato indietro sulle primarie…».

Il tempo come lo stesso Ugo Rossi sta per scadere e si dovrebbero tenere tra il 16 e il 23 giugno, in quanto a luglio è impensabile. Togliendo poi agosto che in impossibile perchè francamente la gente non seguirebbe le stesse poi si arriverebbe troppo a ridosso delle elezioni.

La lezione presa da Bersani sembra non aver insegnato nulla e cioè che va bene il leader ma la gente vuole sentir parlare di altro. La gente vuole sentire a parlare dei problemi suoi, dell'economia, di come rende più rispondente la pubblica amministrazione e vuole concretezza.

Sui programmi. Sebbene la destra in questo momento sembra latitare sopratutto sul tema delle provinciale e i programmi la sinistra non ne esce con una bella figura. Si sente parlare a sinistra di molti nomi di laboratori che si stanno costruendo di leader che sembrano caduti da Marte, ma nulla di concreto.

Il Patt fa questa proposta ad un PD che è lacerato da divisioni interne. Luca Zeni ha creato un laboratorio suo esistono poi tante candidature Alessandro Olivi, Borgonovo Re e tanti nomi anche della cosiddetta "società civile".

L'UPT poi vede la perdita di persone e contendersi l'elettorato con Progetto Trentino di Silvano Grisenti che è fuoriuscito proprio da quel mondo.

Il gran rifiuto di Pacher. In questo contesto fa eco il gran rifiuto alla ricandidatura di Alberto Pacher che da reggente della Presidenza della Provincia di Trento poteva candidarsi per il ruolo di Presidente della Provincia. Un rifiuto il suo fatto per tempo, almeno un anno fa, constatando che non c'erano le condizioni per la sua candidatura. Condizioni non personali ma politiche che non sono state risolte e che sembra non si vogliano risolvere.

Vorrei ricordare ai politici che parlano sempre di nomi ed alleanze che il cittadino non vota per mandare questo o quello a governare come se fosse un gioco di società delle figurine panini. Il cittadino vuole un progetto, conoscere le cose che si ritiene portare avanti e come si ritiene di risolvere i problemi che ci sono e che futuro si vuole dare al territorio.

Se interessasse solo la figura che è si importante che sia autorevole allora basterebbe prendere il Pinocchio dei Collodi e votarlo. L'elettorato è più maturo e ha più possibilità di informazione e si vede ciò che è possibile fare e ciò che non lo è. Speriamo che le questioni politiche prima fra tutte il programma e poi il resto vengano toccate e non si parli solo di persone. E' finito quel tempo e se il PD, PATT, UPT non lo capiscono in fretta potrebbero risvegliarsi dal sogno per trovarsi nel loro peggiore incubo: la vittoria di una destra. L'unica fortuna è che forse la destra è per il momento immobile.

domenica 28 aprile 2013

Verso la fiducia a governo Letta

Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco.

Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima.

Questa è la posizione espressa alla 17.18 del 28/aprile/2013 da Giuseppe Civati dopo che gli risultava circolasse un documento per il quale pure lui annunciava la fiducia al governo. Questo è avvenuto dopo che il capogruppo PD Roberto Speranza aveva detto: "Per l'interesse dell'Italia, il PD deve sostenere convintamente il tentativo di Letta facendo fino in fondo la sua parte".

Anche Mauri: "Letta nome giusto per tirare fuori Italia dalle secche". Sembrano esserci da chi lo sostiene molte aspettative sul governo letta. La fiducia al governo sembra scontata anche se non si sanno quanti franchi tiratori ci possono essere nel PD. E' anche vero che in tal senso è importante vedere il comportamento.

Manca poco e si potrà testare se il PD si è ricompattato e se la collaborazione è fattiva tra le parti e si trovato la quadra su un programma che tutti vogliono sostenere per lavorare sui problemi. I prossimi giorni in tal senso sono importanti per dimostrare se fuori dagli schieramenti ci sia veramente concordia su alcuni punti.

Il governo di Enrico Letta: politico

Dopo l'accettazione e la lista di ministri fornita da Enrico Letta il Presidente della Repubblica ha voluto chiarire la natura politica del governo. Tanto forse troppo si è detto sulle formule sulle quali nasceva il governo: governo del presidente, di scopo, tecnico, etc.. Sul La Stampa addirittura si parlava della formula del governo amico con appoggio esterno, ma dal quale si potrebbe sfilare. Formule quelle diverse dal governo politico che forse aiutavano molto il PD visto che governare col PDL era tutto tranne ciò che in campagna elettorale si aveva detto: mai con il PDL.

Per il risultato raggiunto all'interno delle prescrizioni costituzionale allontanando l'idea che da un democrazia parlamentare si sia passati ad una democrazia presidenziale di fatto. Era l'unico governo possibile viste le condizioni che si erano venute creare e che poteva quindi avere sostegno in ambo del Camere. Un governo nato dalla responsabilità dei partiti e che non poteva tardare ulteriormente nell'interesse del paese e dell'Europa.

L'auspico del Presidente della Repubblica è che il governo possa lavorare nella cosa è che possa lavorare nella fervida coesione senza pregiudiziali veti nella ricerca delle soluzione ai problemi del paese con tutti.

Una grossa prova per il PD. Le parole di Pier Luigi Bersani sono positive: "Questo governo ha freschezza e solidità. Saprà affrontare le difficoltà e le sfide che il Paese ha di fronte."

Pure Roberto Speranza capogruppo alla Camera fa ben sperare: "Per l'interesse dell'Italia, il PD deve sostenere convintamente il tentativo di Letta facendo fino in fondo la sua parte"

Se però ci spostiamo a Renzi con sia affermazione:" “Ecco come voglio rifondare il Pd, un anno di governo e poi al voto” si da già una scadenza abbastanza breve al governo.

Esistono all'interno PD anche posizioni più critiche a dai giornali si faceva balenare 50 dissidenti oltre che eventuali espulsioni. Un dissidente Giuseppe Civati però mette in luce come non sarebbe lui il dissidente ma chi ha accettato di fare un governo col PDL. Ecco la posizione condivisa del PD del 26 aprile 2013 Certo è che la base è calda e se si leggono i commenti sul facebook del partito democratico sono molto colorito. La base non vuole l'accordo PD-PDL e in parte sta abbandonando il PD e in parte protestando. Terrà il PD fede all'impegno di formare un governo o si frantumerà? Sembra esserci ottimismo, ma tutto può succedere se si sono sfaldati su Prodi per colpa della rete. Di tutti i partiti che sostengono il governo è sul PD che ancora oggi è giusto tenere l'attenzione.

mercoledì 24 aprile 2013

Il governo si formerà velocemente

Il Presidente della Repubblica. non hanno messo pregiudiziali per la nomina del Presidente del Consiglio e hanno espresso apprezzamento per Enrico Letta, il quale sebbene giovane ha molta esperienza. Il suo compito è stato compiuto in totale autonomia come la prassi costituzionale prevede. Ha fiducia nel successo del tentativo di Letta e richiesto la massima collaborazione di tutti anche degli organi di informazione. Ha inoltre messo in luce come il leader del PDL Silvio Berlusconi ha espresso a lui il suo impegno.

Lo stesso Enrico Letta ha messo in luce come da troppo tempi il paese aspetta un governo e come lui prenderà il minimo tempo necessario. Domani scioglierà la riserva nel caso ci saranno le condizione. Mette in luce come la preoccupazione principale è per i più deboli e per chi non ha lavoro. Torna anche sul problema della credibilità che può essere riacquistata solo assieme e con in senso ha preannunciato una riforma della politica complessiva. Ora inizia il suo primo lavoro trovare le persone giuste per il governo su cui parlerà solo se scioglierà la riserva. Un lavoro non semplice questo perchè richiede di trovare la fiducia di tutte le forze che lo sosterranno e che devono la maggioranza su tutte e due le camere a partire dal PD che ha dimostrato non essere affidabile nemmeno quando si hanno grandi maggioranze. Domani sapremo se il governo realmente nascerà chiudendo i giorni di senza governo, sperando che il governo possa risolvere i problemi del paese.

Enrico Letta prossimo premier

Alle ore 12.30 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha convocato per le ore 12.30 di oggi, al Palazzo del Quirinale, l'onorevole Enrico Letta. E' quindi a lui ha conferito l'incarico. Esso ha accettato con riserva l'incarico. Superando così chi voleva Giuliano Amato che era inviso alla Lega Nord.

Non è un premier anziano quello che Enrico Letta incarna e ne se può direttamente leggere direttamente dal suo sito. L'esperienza di letta i politica è numerosa e ha sostenuto l'ascesa di Pier Luigi Bersani ed è vicesegretario unico del PD.

Fatto finalmente il nome del premier è ora di vedere la lista dei ministri che dovranno comunque accontentare una ampia compagine parlamentare. Pure la Lega Nord a questo punto potrebbe sostenere il governo. L'incognita maggiore, oltre che su cosa si porterà avanti, è sul sostegno che otterrà. In tal senso è da vedere cosa farà il PD.

Incognita PD. Il PD è la vera incognita politica per il governo visto anche cosa successo in passato. Sul presidente della Repubblica si è consumata la divisione del PD che dopo le dimissioni di Bersani si è ricompattato su Matteo Renzi. Tale aspirante leader mette in luce che il governo deve essere di un anno e fare alcune determinate cose, mentre Berlusconi pensa ad un esecutivo di almeno 2 anni.

Stante le dichiarazioni sulla linea da tenere ieri, espressa ieri da Enrico Letta a nome del Partito democratico, passata a larga maggioranza. Questa volta è da vedere se il PD sarà compatto e se magari su qualcosa che non ritengono andare si sfileranno. E' da sottolineare che ad aumentare l'incertezza c'è