L'emergenza Covid-19 sembra essere, almeno di nuove ondate, alle spalle. Ciò ovviamente tenendo conto però che il virus è ancora da noi e dai nostri comportamenti e che potrebbe tornare in autunno con una nuova ondata.
Ora però è il momento di guardare anche al futuro e tenere fede alle promesse che la Provincia di Trento ha fatto agli operatori sanitari che hanno operato nell'emergenza covid-19 ai quali è stato promesso un premio.
Di questo premio oggi voglio offrirvi l'intervista a Claudio Cia, consigliere provinciale della Provincia di Trento del consigliare di Agire nel Trentino, il quale nella newsletter proponeva un premio dato in buoni acquisto. Con lui vogliamo affrontare il perchè di tale scelta, ma non solo ciò. Con lui affronteremmo anche la questione che vede i sindacati chiedere che il premia venga dato a tutti i sanitari e non solo chi ha lavorato con pazienti Covid-19 o in area dedicate a tali pazienti.
Lei
propone di dare un buono per gli operatori sanitari come premio per
l'attività durante dell'emergenza covid-19, non è che il buono
svalorizzi il premio non potendo esser usato come si vuole?
Nel caso si optasse per l’erogazione in busta paga,
l’aumentare dell’importo della stessa porterebbe ad una parziale
vanificazione del benefit che subirebbe una decurtazione dovuta alla
tassazione: questa sarebbe una svalorizzazione. Il buono potrebbe essere
utilizzato per il godimento di servizi e prestazioni (buoni per la
spesa o per il carburante, fitness e relax, hobbistica, spese mediche,
pacchetti vacanze, ecc...) lasciando in tasca alla persona l'equivalente
in denaro, questo si da spendere come vuole.
La
teoria economica mostra che l'utilizzo del contributo in somma anche se
minore ha un'utilità maggiore della fornitura di servizi, etc diversi
dal denaro; come mai voler andare verso la strada del buono?
La proposta di andare verso un “buono” deriva dalla volontà di evitare
la parziale decurtazione del premio qualora si optasse per l’erogazione
in busta paga. Per questo motivo ho indicato alcune possibili soluzioni:
da un lato si potrebbe convertire l'importo del riconoscimento in un
carnet di buoni da utilizzare per il godimento di servizi e prestazioni
effettuati da aziende con sede nella Provincia Autonoma di Trento.
Questa soluzione porterebbe con sé il beneficio di far ripartire la
nostra economia, garantendo che i soldi del premio vengano spesi sul
territorio provinciale. Un'altra possibile risposta al problema potrebbe
essere quella seguita da molte imprese nell’erogazione dell’importo del
c.d. “welfare aziendale”.
La
trattativa è ardua visto che i sindacati vorrebbero che tutti gli
operatori sanitari ricevessero un premio, non sarebbe meglio darlo solo a
chi ha veramente operato all'interno dei reparti covid e non a tutti?
In tal modo il premio potrebbe esser più pesante?
L’art. 36 del disegno di legge n. 55/XVI specifica che il trattamento
economico temporaneo è riconosciuto al personale operante presso l'APSS e
APSP, impegnato direttamente nell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
La misura del trattamento economico e le relative modalità di
attribuzione, anche differenziate in ragione del diverso grado di
esposizione al rischio e all'effettivo disagio lavorativo, saranno
stabilite con deliberazione della Giunta provinciale, sentite le
organizzazioni sindacali. Così anche il periodo di corresponsione, la
tipologia di personale e di altri soggetti cui attribuire il
riconoscimento.
Visto
che nella sua newsletter si è inserito nel tema premio agli operatori
sanitari vorrei porle un'ultima domanda. I sindacati, su questo
giustamente, dicono che il premio deve venire dalle risorse nuove. Lei
vede in vista nuovi finanziamenti oppure come sembra si useranno le
risorse del rinnovo contrattuale? E come fare col rinnovo contrattuale?
Il rinnovo contrattuale è un tema a parte, del quale si dibatte da
anni, e che la Giunta provinciale dovrà affrontare con specifiche
risorse, per riconoscere il grande lavoro dei professionisti della
sanità trentina, la cui professionalità, dedizione e competenza
rappresentano la base e il punto di forza del sistema sanitario
provinciale. Il mio auspicio, da cittadino e da infermiere, è che nel
documento si tenga conto delle necessità e della professionalità degli
infermieri trentini, cercando di creare delle condizioni favorevoli che
permettano di lavorare in sicurezza e in tranquillità.
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