Belluno. Grazie all’impegno della Regione Veneto, e in primis del Presidente Luca Zaia, presto potranno arrivare medici specializzandi per dare ossigeno ai servizi dell’Ulss Dolomiti in difficoltà per la grave carenza di medici in tutti i presidi della provincia.
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha recentemente siglato un’intesa con il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto, e quello dell’Università di Verona, Pier Francesco Nocini, per l’adozione degli accordi che completano il quadro giuridico grazie al quale le Aziende Ulss e Ospedaliere del Veneto potranno avviare concretamente l’assunzione dei medici in formazione presso le scuole di specialità dei due atenei (iscritti all’ultimo anno del corso o al penultimo in caso di durata quinquennale). Un provvedimento che consente di intervenire con un valido supporto agli organici dei professionisti nei reparti dove maggiormente si registra la carenza di medici.
Secondo questo accordo gli specializzandi degli ultimi anni ora possono svolgere, nell’ambito del loro iter didattico e per un periodo ben definito, trentadue ore a settimana con un contratto regolare, direttamente negli ospedali del territorio. L’accordo con Padova e Verona riguarda già 197 medici studenti per il Veneto, specializzandi in varie discipline, che avranno unno stipendio di 2.300 euro mensili.
A questi si potranno aggiungere i medici laureati e abilitati ma non specializzati che hanno aderito al bando della Regione per l’assunzione nella branca di medicina e geriatria e per i Pronto Soccorso per un totale di 524 candidati a entrare nel sistema sanitario ospedaliero.
«Al 31 dicembre 2018 i medici in servizio in Ulss Dolomiti erano 463, oggi sono 429. Nel 2019 hanno cessato il servizio 74 medici e, nonostante siano state percorse tutte le strade possibili per acquisire nuovo personale, i medici che hanno preso servizio sono stati 41», spiega il Direttore Generale Adriano Rasi Caldogno, «mi auguro che, grazie a queste nuove importanti opportunità fortemente volute dalla Regione, si possano trovare a breve medici per i nostri servizi. Ogni giorno i nostri professionisti si impegnano con la dedizione e la determinazione della gente di montagna per dare il meglio per i nostri assistiti, ma l’errata programmazione nazionale sui numeri di specializzandi si è fatta sentire da noi prima che altrove e ora sta diventando sempre più pesante. Con queste nuove possibilità si apre uno spiraglio di ottimismo. Qui in montagna vi è un forte attaccamento agli ospedali e un rapporto molto stretto tra medico e paziente che farà sentire i medici ben accolti nelle nostre comunità».
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