Lo scandalo Mose ha travolto il sindaco, la sua giunta e i comune di Venezia dopo le accuse al sindaco Giorgio Orsoni e al segrtario organizzativo del partito Giampietro Marchese di finanziamento illecito ai partiti, mentre per altri indagati è scattata l'accusa di corruzione; una storia che che ha sconvolto l'Italia oltre che Venezia. Oggi vorrei proporvi un intervista a Alessandro Baglioni, Vicepresidente del Consiglio di Municipalità di Favaro Veneto e consigliere con incarico speciale sui tema della mobilità e delle politiche politiche giovanili che ringrazio per metterci la faccia.
Quale è la sua impressione sullo scandalo?Cio' che mi ha colpito maggiormente è quanto radicato fosse il malaffare, con il coinvolgimento della politica, delle imprese e degli organi che hanno il compito di vigilare. Dubbi intorno al MOSE ce n'erano tanti, a partire dalla procedura di affidamento dei vari lavori, mediante un concessionario unico (il Consorzio Venezia Nuova) e non le consuete procedure di gara; ma il numero dei soggetti coinvolti e le dimensioni della vicenda superano i miei timori più pessimistici.
Il MOSE è un progetto costato molto, quale il suo coinvolgimento nelle scelte?Nullo. Innanzitutto per motivi anagrafici: quando il Consorzio Venezia Nuova ha preso vita io dovevo ancora nascere; la mia attività politica inizia con la nascita del Partito Democratico, quando ormai tutte le decisioni risultano prese e l'opera è già in fase di realizzazione.
Altra motivazione è quella geografica: le scelte del MOSE sono avvenute principalmente a Roma. Vale la pena di ricordare che il PD veneziano ha sempre avuto una posizione assai critica su quest'opera, criticando la scelta di un concessionario unico e la ripartizione delle risorse destinate alla Legge Speciale, praticamente tutte dirottate sul MOSE lasciando a secco la manutenzione della Città.
Come viene scelto il candidato sindaco e che tipo di selezione si è fatta nel PD per le cariche pubbliche?Giorgio Orsoni era stato scelto attraverso le primarie di coalizione, aperte anche agli elettori del centrosinistra non iscritti ai partiti. Nel 2010 parteciparono in tre (Orsoni, Gianfranco Bettin e Laura Fincato) e Orsoni le vinse, con il 46% dei voti. Anche il prossimo candidato sindaco verrà individuato attraverso le primarie.
Quali mosse per recuperare la fiducia? Si pensa alle dimissioni del consiglio comunale che ha portato a tale situazione?Il tempo ha fornito la risposta: dopo le fortissime pressioni arrivate dal PD e dalla coalizione, che avevano minacciato le dimissioni in blocco dei consiglieri, il Sindaco venerdì scorso ha dapprima revocato la giunta, assumendo tutte le deleghe personalmente e ha poi presentato le dimissioni. Va ricordato che le dimissioni del Sindaco per legge diventano efficaci dopo 20 giorni. In questo periodo il Consiglio Comunale è operativo, e si cercherà di votare il bilancio consuntivo 2013, atto da approvare entro il 30 giugno per non incorrere nelle sanzioni previste dal patto di stabilità.
Una doverosa precisazione: l'intero Consiglio Comunale e gli Assessori sono del tutto estranei alla vicenda giudiziaria, e la Procura ha affermato che nessun atto dell'Amministrazione risulta viziato.
Che cambiamento nella politica locale si prevedono? Come evitare tali fenomeni di corruzione?La vicenda ha scosso profondamente il mondo politico. Il Partito Democratico veneziano sta gestendo, in costante collegamento con la segreteria nazionale, le delicate fasi di questi giorni, al fine di guidare il Consiglio Comunale negli ultimi giorni della consiliatura.
Coloro che saranno ritenuti responsabili dalla magistratura verranno ovviamente esclusi. Il Segretario Provinciale PD Marco Stradiotto ha inoltre avviato una commissione interna per verificare i bilanci degli ultimi anni.
Un altro obiettivo sarà quello di aumentare la trasparenza delle campagne elettorali, per evitare il ripetersi di finanziamenti anche leciti ma inopportuni.
Andrà fatta una profonda analisi dei fatti e andranno presi gli opportuni provvedimenti, affinché si impedisca il ripetersi di fatti simili, che oltretutto danneggiano il lavoro onesto della stragrande maggioranza delle persone e minano la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Non sono a conoscenza dei provvedimenti che intende prendere Forza Italia, che ha alcuni esponenti (Galan e l'ex assessore regionale Chisso) sui quali pendono accuse di corruzione per un periodo molto lungo.
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