Le elezioni Europee del 25 maggio 2014 si avvicinano e si moltiplicano gli incontri si moltiplicano. L'8 maggio 2014 alle ore 20.30 avremo presso la sala Negrelli della Comunità di Valle di Primiero Cristiano Zanella, candidato del M5S alle Europee, che ringrazio per aver voluto rispondere ad alcune domande su alcuni temi importanti per le Europee.
Quale politica dell'immigrazione in Europa ove l'Italia viene ripresa per i respingimenti coatti e la Spagna spara e tortura i profughi a Melilla? In questi ultimi anni ogni membro dell’UE è rimasto da solo ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione e sicuramente, per la posizione geografica, l’Italia è in prima linea a subirne gli effetti. I fenomeni migratori sono fenomeni naturali ed esisteranno sempre. Quello che il M5S pretende è che sia l’Europa intera a prendersene carico, secondo principi di mutualità, di rispetto delle diversità e dei motivi che spingono gli immigrati ad entrare in Italia, anche perché si è visto che il nostro paese è diventato per lo più un corridoio usato dagli immigrati per andare dove le possibilità di lavoro e di rifarsi una vita sono maggiori. Personalmente ritengo che il diritto di asilo politico sia sacro e da tutelare; per il permesso di entrare nei confini europei, vedo con interesse le limitazione che impongono alcuni paesi, come ad esempio l’Australia.
Come si pensa di attuare l'uscita dall'euro che il M5S vuole? Il movimento, contrariamente a quanto i media fanno passare, non vuole l’uscita dall'Euro tout court. Anzi, noi vogliamo una vera Europa, gli Stati Uniti d’Europa, che condividono parte delle loro risorse mutuamente per distribuire equamente il benessere. Noi siamo contro questa Europa della finanza e delle banche, contro questa Europa non democratica, dove il Parlamento non ha iniziativa legislativa e quindi tutto è comandato dalla commissione e dalle lobby di potere, dove vengono sostenuti accordi antidemocratici come il TTIP (trattato transatlantico per il libero scambio) vengono partoriti micidiali sistemi finanziari come ERF (european redemption fund), dove c’è un mancanza totale di trasparenza nel funzionamento e nella gestione delle risorse. Noi siamo per l’abolizione del fiscal compact che nei prossimi anni determinerà un taglio delle spese per il welfare di 50 miliardi di euro all’anno, per l’introduzione degli eurobond che avrebbero salvato la Grecia, per la cooperazione tra gli stati del Mediterraneo, per l’abolizione del limite del 3% del deficit sul PIL per innovazione e politiche per il lavoro, mozione già presentata da noi e votata contro dal PD il 26 marzo di quest’anno.
Noi andremo in Europa chiedendo con forza queste cose. Se verremo inascoltati, chiederemo agli italiani tramite referendum se vogliono continuare con questo massacro sociale o se preferiscono uscire dall'Euro spiegando tramite un dibattito pubblico reale i pro e i contro della loro scelta.
Nel caso l'uscita dall'euro non fosse percorribile quali modificihe si pensa di proporre per il ruolo della BCE? Quali modifiche nella politica monetaria?L’uscita dall'Euro è percorribile se gli italiani la vogliono. Mettiamoci in testa che se il popolo italiano vuole fare qualcosa la può fare. Non ha potuto fare quello che ha voluto perché, specialmente negli ultimi venti anni, ha dato fiducia a politicanti che hanno fatto solo i loro interessi e gli interessi dei grandi gruppi economici. Qui diamo una delega in bianco alla politica e non abbiamo modo incidere sulle decisioni. Non esistono strumenti come il referendum propositivo a quorum zero o l’istituto del recall (revoca) con il quale un governante può essere revocato per volontà popolare.
Ritornando alla BCE, è scandaloso come una Banca Centrale sia privata e sia di proprietà delle banche centrali anch'esse private. Ci vuole una BCE di proprietà degli stati membri direttamente, che abbia sovranità monetaria, che sia compratrice di ultima istanza di Eurobond. Però anche questo non sarebbe sufficiente perché una politica monetaria europea potrebbe avere effetti positivi sulle economie dei membri se ci fosse anche un’integrazione delle politiche fiscali ed economiche, cosa che adesso non abbiamo.
O ci si integra veramente, o siamo destinati (combatteremo fino all’ultimo perché ciò non avvenga) a disgregarci.
Quali i primi atti che vorreste voler approvati?Ci piacerebbe sicuramente rivedere il trattato di Lisbona dando piena centralità a Parlamento che adesso non ha iniziativa legislativa e non ha competenza in tutte le materie. Inoltre l’altra “camera”, il Consiglio d’UE, che legifera assieme al parlamento è composta da nominati e non da eletti direttamente dai cittadini europei (un po’ quello che vuole fare il governo Renzi con il Senato italiano).
Si dovrebbero poi inserire strumenti di democrazia diretta europei come ad esempio il referendum propositivo. Attualmente esiste solo una iniziativa europea con cui 1 mln di cittadini di differenti paesi possono suggerire delle leggi europee, ma essa non ha valore vincolante.
Inoltre si dovrebbe regolamentare la presenza delle lobby economiche e finanziarie nelle istruzioni europee.
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