Il PATT nel XXI secolo
Tutte le "T" Al Loro Posto.
Il Partito Autonomista Trentino Tirolese non ha bisogno di cambiare simbolo nè tantomeno nome.
Farlo significherebbe modificare radicalmente i riferimenti ideali del partito stesso. Ciò che invece va fatto, è aggiornarli, declinarli in modo nuovo.
Il PATT è un partito con una lunga storia. Nel corso dei decenni il mondo, la società, le condizioni in cui si trova a operare sono molto cambiate. E' giusto che il PATT si adegui a questi cambiamenti, ma questo non deve significare assolutamente perdere i tratti che lo caratterizzano e lo differenziano dagli altri partiti! In caso contrario, esso perderebbe la sua ragion d'essere.
Il processo di svecchiamento del partito non passa attraverso il rifiuto dei suoi riferimenti storici e culturali, ma anzi dal riconoscimento della loro importanza come base per costruire l'agire futuro.
Amare la storia infatti non significa essere pezzi da museo. Significa al contrario avere delle basi solide sulle quali costruire il futuro.
In questo senso quindi il riferimento al Tirolo nel nome stesso del partito è irrinunciabile.
Ciò non toglie tuttavia che oggi il Tirolo faccia parte della nostra storia, rappresenti il nostro passato, mentre il nostro futuro è e deve essere l'Euregio Tirolo.
Si è ripetuta più volte l'importanza per la nostra provincia di legarsi per motivi economici e politici oltre che culturali a un territorio più ampio, sovranazionale, con caratteristiche fisiche e sociali simili. E queste motivazioni sono naturalmente tanto più evidenti quanto più si aggrava la crisi, chiaramente non solo economica, dello stato italiano.
In questo senso anche richieste come quella della doppia cittadinanza, italiana ed austriaca (una possibilità tutt'altro che remota all'interno dell'Euregio Tirolo), si rivelano non come la manifestazione di un sentimento nostalgico, ma come la lucida volontà di voler garantire un futuro più solido ai nostri giovani, in un mondo in cui gli scambi internazionali sono all'ordine del giorno.
Si è detto dell'importanza dei riferimenti storici e culturali. E' però vero che attività culturale e ricerca storica non sono tra i compiti di un partito.
Esso può promuoverle nell'ambito della sua attività, ma non deve sostituirsi alle strutture dedicate. E' importante che la popolazione sia informata, che vengano promossi disegni di legge in tal senso, che il partito mantenga saldi i suoi legami con la storia, la cultura e le tradizioni.
Ma esso deve essere e operare come un partito, non come un'associazione culturale.
Dal momento tuttavia che l'informazione è necessaria e fondamentale perchè la cultura autonomista si mantenga e cresca, perchè dalla conoscenza nascano l'amore e l'orgoglio per la propria peculiarità culturale, e quindi anche la volontà e gli strumenti per tutelare queste caratteristiche, il partito dovrebbe promuovere la nascita di una vera e propria Fondazione, la quale si occupi di attività di ricerca e promozione per quanto riguarda la storia della nostra terra, delle sue forme di autogoverno, della sua autonomia.
Non Solo Tirolo
Le nostre prospettive tuttavia devono andare molto oltre, le nostre menti devono aprirsi. Ricordiamo sempre che le Stelle Alpine nascono in alto, dove l'aria è più pura e lo sguardo si può spingere più lontano.
Mai più deve essere tacciato di chiusura e localismo proprio il PATT, il partito che per primo si è dichiarato europeista, il partito che porta nel cuore la tradizione di convivenza, rispetto e collaborazione che è la vera eredità dell'impero asburgico.
E' necessario aprirsi e confrontarsi, collaborare strettamente con altri partiti autonomisti in regione, in Italia, in Europa e non solo. Ancora una volta, la nostra stessa posizione geograficamente centrale ci rende il luogo ideale per creare e ospitare un laboratorio permanente dell'autonomismo.
Una collaborazione sul piano culturale, ma anche e soprattutto politico.
Queste sono le collaborazioni e le federazioni che dobbiamo cercare. Basate su temi di comune interesse, non su interessi personali e di breve periodo.
La nostra provincia è stata più volte presa come modello per la pacifica convivenza tra gruppi linguistici diversi, per il rispetto delle minoranze, per la cura del territorio, per la tutela delle tradizioni.
Tutto questo deve tornare ad essere un patrimonio comune: base per l'operato del partito, motivo di orgoglio per ogni cittadino, esempio e modello futuro per noi e per gli altri.
Autonomia Integrale Subito
Una politica di ampio respiro, una politica basata sulla consapevolezza e il buongoverno all'interno e sulle collaborazioni all'esterno, ci permetterà di dire "Basta!" agli attacchi all'autonomia.
E' sotto gli occhi di tutti che il problema non è la nostra autonomia, ma la dipendenza di altre regioni dalle sovvenzioni statali. La Provincia Autonoma di Trento si regge col 90% delle tasse pagate al suo interno. Secondo molti, avanzano anche soldi per finanziare spese superflue. E questo ci sottopone a continui attacchi, provenienti addirittura dall'interno. La soluzione è semplice: bisogna chiedere l'Autonomia Integrale, una modifica dello Statuto di autonomia che ci assegni più competenze e anche la leva fiscale, così potremmo limitare il prelievo fiscale allo stretto necessario.
Il PATT quindi deve avere al centro del suo programma la richiesta di un Terzo Statuto di Autonomia, il quale permetta alla struttura provinciale di avere tutti gli strumenti per mettere veramente al centro del suo operato il territorio e i cittadini e non più solo il mantenimento della sua stessa struttura.
In questo modo favoriremmo anche lo sviluppo economico della nostra terra, che attualmente è troppo Provincia-centrico.
Bisogna quindi far crescere le aziende che già ci sono e attrarre investimenti nuovi.
Ma questo non deve avvenire in maniera indiscriminata. Bisogna fare un progetto complessivo di sviluppo del territorio, tenendo presenti tutti gli aspetti. I diversi assessorati (Turismo, Artigianato, Istruzione ecc.) non possono lavorare come compartimenti stagni.
Ad esempio, se si vuole mantenere la vocazione turistica e agricola del territorio, bisogna fermare la cementificazione e asfaltizzazione dello stesso per privilegiare un modello di sviluppo economico basato sui servizi di alta qualità in tutti i campi.
In particolare, bisogna puntare su istruzione, università e ricerca; sull'ambiente e sulle nuove tecnologie. I nostri laureati devono poter scegliere se avviare carriere di successo all'estero, basate su una preparazione di alto livello ricevuta in loco, o se restare sul territorio, anche nelle valli più isolate. Ma in tal caso, la loro massima aspirazione non deve e non può essere quella di lavorare negli uffici provinciali!
Se si vuole avere un polo universitario di rilievo, bisogna anche offrire un mercato del lavoro adeguato.
In questo modo si possono anche attrarre "cervelli in fuga" da altre zone dell'Italia e non solo. La nostra regione deve tornare ad essere un punto d'incontro. La sua posizione, al centro d'Europa, la rende naturalmente predisposta a questo ruolo.
E lo stesso spirito deve guidare le scelte nel campo dell'industria, dell'artigianato, del turismo.
E' noto che il nostro territorio non può sostenere la presenza di grandi industrie. E' il regno della piccola e media impresa, dell'artigianato di qualità. In questo come in altri casi, abbiamo già una situazione di eccellenza per quanto riguarda la formazione in questo campo. Ma non dobbiamo permettere che questo patrimonio si deteriori o si disperda.
Questo è successo ad esempio per la nostra rete ferroviaria interna. Assolutamente all'avanguardia cent'anni fa, da allora non ha subito grandi mutamenti. Le linee che corrono parallele alla SS42 e alla SS47, tra le strade più trafficate e pericolose di tutta la regione, sono ancora a binario unico. Prima di pensare a progetti faraonici, non sarebbe meglio trasformare in vere metropolitane di superficie due linee già fondamentali, con un'utenza già consolidata?
Tuttavia non è solo migliorando i collegamenti col centro, ma soprattutto valorizzando le periferie, che si evita lo spopolamento delle montagne. Sostenendo il telelavoro, mantenendo i servizi in loco, evitando alla gente di doversi spostare per ogni cosa e di scendere in città per una firma. Anche molti sportelli delle Poste stanno chiudendo. Cosa si aspetta a provincializzarle e a istituire nei piccoli centri dei veri sportelli multiservizi per la semplificazione amministrativa? Sarebbe anche un modo per ricollocare sul territorio alcuni dei tanti dipendenti provinciali, e decongestionare il traffico verso i centri principali.
Infine, per quanto riguarda il turismo, esso richiede non solo infrastrutture, ma soprattutto un'attenzione particolare alla cura del territorio e del paesaggio. Che non si limita al colore dei teli con cui vengono coperte le piante da frutto, ma si estende anche a questioni più sottili e spinose.
Un territorio curato e con molti servizi è bello per i turisti, ma soprattutto per i residenti. Esiste una correlazione diretta tra la qualità di vita dei residenti e la capacità di attrazione nei confronti dei mercati turistici. Per quanto riguarda ad esempio il turismo invernale, negli ultimi anni si è assistito al proliferare di mercatini e impianti sciistici. Ma i turisti non vengono solo per questo. I locali per il divertimento serale in Provincia sono ormai più rari degli orsi. Bisognerebbe reintrodurre anche quelli!
Certo, sul nostro territorio gli eventi ludici e culturali, i bar e i ristoranti non mancano, eppure i nostri giovani si devono recare nelle discoteche delle province confinanti, dove non è insolito trovare in una stessa sera gruppi (solitamente feste di coscrizione) provenienti da diverse zone della nostra provincia. In questo caso, una carenza vissuta dai residenti si ripercuote anche sul mercato turistico.
Un altro campo in cui la qualità di vita dei residenti e la soddisfazione del turista possono incontrarsi è quello delle sale da gioco. Nelle vicine località sciistiche del Tirolo esistono veri e propri casinò, centri di attrazione ormai celebri e molto amati specie dai turisti dell'est europeo, che oggi rappresentano una grossa fetta del mercato turistico. Al contrario, da noi si è assistito a un proliferare di salette per slot machines, le quali si affiancano ai vari giochi patrocinati dallo Stato stesso. Chiudere gli occhi su questo fenomeno, illudersi che il gioco d'azzardo e la relativa dipendenza non esistano solo perchè non ci sono i casinò, è pura ipocrisia.
Come lo è illudersi che la prostituzione non ci sia solo perchè questa è dichiarata illegale e le case chiuse sono state, appunto, chiuse. Al contrario, proprio questa situazione favorisce sfruttamento, ingiustizie, criminalità e anche il degrado di alcune zone residenziali. Anche in questo caso, sarebbe bene aprire gli occhi e guardare alle soluzioni adottate da altri Paesi.
Un Partito di tutti per tutti
Bisogna infine che il PATT sia in prima fila per un modo nuovo di fare politica, basato su spirito di servizio e lungimiranza. Bisogna premiare il merito e dare spazio a chi si accosta al partito con umiltà per imparare, crescere e mettersi al servizio di tutti, non per mettere il partito al proprio.
Bisogna dire basta ai personalismi, alle fusioni, a magnadore scambi e piazeroti, ma soprattutto alle persone che sfruttano il partito per fare carriera. Il PATT ha bisogno di persone valide, ma soprattutto di entusiasmo, di valori e di idee. Che a volte possono anche essere controcorrente.
Per questo non si possono stringere legami con chi non condivide in pieno queste idee e questi valori, con chi non ha il coraggio di portarli avanti, altrimenti arriverà il giorno in cui il PATT dovrà soffocare la voce dei suoi aderenti perchè questa non disturbi qualcuno ai piani alti. Il PATT deve ritrovare pienamente coraggio ed orgoglio, girare a testa alta, ed essere sempre libero di dire quello che non va, senza alcuna paura.
Soprattutto però il PATT deve essere sempre presente sul territorio, comunicare con esso. Per ogni notizia in primo piano, ogni cittadino deve poter sapere qual è l'opinione del partito in merito. E questa opinione deve essere quella di tutti. Rispecchiare le idee della maggioranza dei tesserati ed essere accettata da tutti. Perchè le discussioni interne aiutano a crescere, ma se ne nascono correnti e poi fazioni, portano a spaccature.
Per questo le decisioni devono essere condivise, la base deve poter contare e trovare ascolto. Le scelte non devono essere calate dall'alto. Gli organi del partito (dalle sezioni ai direttivi d'ambito, dal movimento giovanile a quello femminile, dal consiglio alla giunta) devono essere degli ingranaggi che lavorano in perfetta sintonia per far muovere l'intera struttura, la quale senza il loro prezioso contributo non potrebbe muoversi.
Nella pratica questo potrebbe essere più facile di quanto si pensi. Basta la reale volontà di farlo, di voler coinvolgere tutti.
Per riunire tutti i responsabili d'ambito e confrontarsi, bastano alcuni pc e una connessione internet. Per informare i tesserati e tutta la popolazione, a nostra disposizione ci sono anche mail, sms e social network. Il PATT deve diventare trasparente, per poter stimolare la stessa apertura da parte delle strutture amministrative.
Anche le iniziative e i disegni di legge presentati dai rappresentanti del partito devono rispecchiare gli interessi e il lavoro di tutti i tesserati. E' necessario creare delle commissioni, temporanee o permanenti, ciascuna dedicata a uno specifico argomento, all'interno delle quali tesserati competenti in materia possano portare il loro contributo nei vari campi (dalle politiche culturali a quelle ambientali, dalle attività economiche alle nuove tecnologie).
Come si è detto in principio, il mondo è cambiato molto velocemente. E' ora che anche il PATT sia al passo coi tempi. Le nostre radici devono rimanere salde nella tradizione, ma è ora che il nostro albero inizi a dare frutti che possano saziare tutta la popolazione.
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