La spiegazione delle motivazione da parte di Daniele Gubert e Flavio Taufer. Dal 2010, inizio del mandato, si sono dimessi sei consiglieri dell'Assemblea, alcuni dei quali non verranno sostituiti. Due assessori se ne sono andati, la lista civica sostenuta dal Partito Democratico ha tolto il sostegno alla maggioranza del presidente Trotter senza che questi se sia accorto.
Altri consiglieri non si vedono da più di un anno, le Commissioni non vengono convocate da mesi, la riunione dell'Assemblea si fa ogni morte di papa (tra una e l'altra cade un governo, si vota un paio di volte, si liquidano società strategiche, si perde il lavoro, gli alberi aggiungono anelli di crescita). Si sente dire che a breve ci saranno ulteriori defezioni.
Non si sa che fine stia facendo il lavoro preliminare al Piano Territoriale di Comunità sviluppato con tanto impegno e fatica dai portatori di interesse del territorio, non si viene a sapere che combina la Conferenza dei sindaci, organo della Comunità, che litiga decide e dispone facendosene un baffo dell'Assemblea.
Il Presidente rivendica la regia sulla soluzione dei problemi di sistema, ma non è capace di scendere quei due gradini che lo separano dai problemi della gente; invoca il dialogo con le amministrazioni comunali ma non è in grado di guardare negli occhi chi non la pensa come lui.
È iniziata la campagna elettorale per le elezioni provinciali e tutti si ingegnano a proporre ricette di depotenziamento / cancellazione dell'Ente, attribuendo le cause della stagnazione istituzionale e della mancanza di risultati alla rappresentanza diretta nell'Assemblea, invece che alla manifesta inadeguatezza della politica trentina (i partiti di governo in primis) a dare compimento e sostegno ad una riforma complessa e di per sé sensata e utile.
Cari amici, parenti, simpatizzanti, cinquecentocinquanta elettori... in questi anni ci siamo dati da fare, con i nostri limiti ma con buona volontà, per rappresentare un punto di vista indipendente e originale a favore di uno sviluppo equilibrato e consapevole delle nostre valli.
Oggi siamo sostanzialmente demoralizzati, avendo a che fare con interlocutori che di fronte alla necessità di trasparenza degli intenti e all'urgenza delle scelte spesso preferiscono attendere ordini dall'alto o nascondere la testa sotto la sabbia.
Vorremmo capire cosa fare, confrontarci con voi sul futuro del nostro impegno di minoranza creativa all'interno di un sistema in declino che forse merita altre forme di investimento... magari meno istituzionalizzate ma più focalizzate e propulsive di cambiamento.
A presto, Daniele Gubert e Flavio Taufer
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