La stampa nazionale e internazionale ha riacceso il 26 giugno 2013 sui rischi sui rischi di perdite relative ad operazioni in derivati gestite dal MEF.
In merito alla questione dei derivati la Corte dei Conti nella stessa data ha precisato il suo ruolo:
- sul tema della gestione del debito pubblico, e quindi anche sulle operazioni ad essa connesse, la Corte riceve dal Dipartimento del Tesoro, con cadenza semestrale, una specifica relazione prevista dal DM 10 novembre 1995;
- le operazioni di sottoscrizione del debito pubblico, nonché quelle di natura creditizia, mobiliare e valutaria non sono soggette al controllo preventivo della Corte, ai sensi dell’art. 13, comma 13 della legge n. 20/1994;
- le quantificazioni sulle possibili perdite connesse alla rinegoziazione dei contratti sui derivati e ad eventuali oneri per l’erario non sono attribuibili in alcun modo alla Corte;
- la stessa Relazione al Parlamento sul Rendiconto generale dello Stato, che accompagna la decisione di Parificazione prevista per domani, non contiene alcuna stima in materia;
- come indicato dal Financial Times di oggi, le stime sono state avanzate da tre esperti indipendenti consultati dallo stesso quotidiano.
Precisa infine che l’indagine richiamata dalla stampa è unicamente riferibile all'operazione, già conclusa all'inizio del 2012, con la quale si è provveduto alla chiusura di un contratto sottoscritto nel 1994 con la Banca Morgan Stanley.
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