Il video qui sotto è terribile ma dimostra i paradossi della Mauritania ove c'è un crogiolo di culture: araba, nera, berbera. Oltre alle culture prevale la divisione in tribù e permane una cultura dedita alla schiavitù.
Una schiavitù abolita nel 1981 ma che è stata considerata reato solo nel 2007, ma che permane come grazie alla tradizione. Ma non è solo questo che fa permanere tale situazione, infatti la stessa si basa su un uso distorto delle scritture religiose in un paese molto religioso. Gli schiavi sono persone analfabete e che non hanno famiglia tant'è che il padrone oltre che avvalersi di una manodopera gratuita ha diritto sia al figlio dello stesso anche se non ancora nato e decide tutta la vita dello stesso e della sua famiglia. Il padrone può smembrare anche la famiglia dello schiavo a piacimento.
La schiavitù è di tipo agricolo, domestico, sessuale ed è molto diffusa tant'è che a Nouakchott quasi tutto il lavoro domestico è prodotto da schiavi.
Lo schiavo nero deve obbedire al padrone bianco per meritare il paradiso e sebbene ci sono schiavi che rifiutano tale situazione c'è chi l'accetta in vista del paradiso.
Il passaggio dallo stato di schiavitù alla situazione affrancata (arabbine) non è questione di benevolenza ma colpa della crisi che impoverisce i padroni. Anche in tal caso però il legame col padrone. Qualcosa a piccoli passi sta cambiando grazie a varie organizzazioni internazionali in particolare SOS Schiavi.
Una situazione inaccettabile. Non se ne parla molto in TV, ma si parla invece di schiavitù più veniali: quella tecnologia, dal sesso, dal gioco. Eppure la schiavitù vecchio stile coinvolge ancora molte persone. Serve giustizia, uguaglianza come anche già le organizzazioni sopra dette stanno invocando. Sembra però che il mondo sia sordo che non parli di tali situazioni che invece vanno cancellate, non cancellando le persone, ma creando un mondo più giusto. Non siamo sordi alla condizione di queste persone, ma facciamo conoscere la situazione.
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