La politica della sicurezza a volte è un tema trattato in modo ambiguo e si presta a interpretazioni diverse nell'agone politico. Si deve esser chiari perchè se no si rischia di farne un uso politico immorale quanto rischioso. Ne è convinto anche Ugo Rossi e su tale tema dice che si deve usare gli strumenti per governare per la comunità invece di tentare di spaventare la comunità per ottenere consenso.
Serve quindi secondo lo stesso parlare al cervello facendo poi sulle cose positive del trentino come un capitale storico e prezioso del Trentino: l’onestà ed il rispetto delle regole diffusi nei suoi abitanti. Va lavorato su ciò prima per conservare e accrescere tale patrimonio.
Ciò però non basta e non si deve dimenticare il monitoraggio e il controllo, la vigilanza su ciò che avviene nel nostro territorio, anche organizzando una polizia locale in modo assolutamente inedito e più efficace.
Considerazioni. Idee qui ne sono state messe anche se le risorse per attuale bisogna valutare dove prenderle.
Non si può negare che nelle maggiori città del Trentino come Trento c'è, sopratutto in alcune zone, ci sia una percezione di insicurezza anche in zone non marginali della città o ritenute tali. Anche in centro non c'è sicurezza.
Anche nei piccoli paesi anche se il controllo dei Carabinieri meritevoli il mondo sta cambiando.
Anche il caso di Aspide che voleva rilevare aziende con qualche difficoltà in Trentino legata a clan mafiosi è un segnale da non sottovalutare.
Questi fatti devono far scattare attenzione, ma non allarmismo, ma i problemi vanno affrontati. Non è molto fa che anche il Comune di Trento era stato accusato da cittadini della città di aver lasciato troppo la città a fenomeni di allarme sociale. Si deve cambiare in parte il tenore della risposta.
E' anche vero che va accresciuto il patrimonio sociale che può frenare tali fenomeni in modo forte come nessuna militarizzazione della città può fare. E' un tema questo che va esteso ai cittadini extracomunitari per rendere comprensibili le regole della nostra comunità dagli stessi. Questo è il primo segno di un percorso di inclusione degli immigrati che devono esser disponibili a tale percorso per rimanere in Trentino.
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