Il Consiglio Provinciale di Trento è la base più alta della democrazia nella provincia omonima. Una provincia con poteri forti, ma che vede un consiglio debole. Un consiglio che vede la sua azione più legata alla giunta che ad una sua autonoma iniziativa.
Esistono disegni di legge anche meritevoli come il 222 a firma di Margherita Cogo che rimangono abbandonati in commissioni e mai verranno discussi.
Il problema è però l'attività ispettiva che dimostra un arretrato spaventoso arretrato almeno da ciò che è messo in luce su Cronache del Consiglio provinciale che risale perfino al 2009. Un arretrato questo di cui non si conoscono le motivazione, ma che è una lesione del diritto di conoscere dei consiglieri sopratutto di minoranza. L'interrogazione è lo strumento principe dell'attività ispettiva e spesso non trova risposta in tempi congrui che a volte seguono eventi che modificano la situazione iniziale che ha portato all'interrogazione.
Temi lunghi anche di 4 anni sono lesa informazione dei consiglieri e della cittadinanza sui temi che si volevano approfondire. A volte viene riproposto da altri consiglieri di altri gruppi in modo magari diverso e si ottiene risposta. Come viene scelta la tempistica di risposta? Come mai ripresentata da altri sul tema si ottiene risposta prima di quella antecedentemente presentata?
La riposta data in tempo congruo sarebbe un segno di attenzione verso i consiglieri, sopratutto di minoranza, e della cittadinanza. La trasparenza e l'informazione sono valori forti della democrazia e ne sono le basi su cui la stessa si può costruire. Come portare ad avere risposte in temi congrui? Come recuperare un ruolo forte del consiglio? Vedremo se una riflessione in tal senso verrà fatta.
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