Il Presidente della Repubblica ha preso atto il Venerdì Santo dell'infruttuosità del giro di consultazioni lampo dalla stesso compiuto. Le dimissioni di Napolitano sarebbero state un segnale forte che avrebbero indicato una strada, ma si è scelto altro.
La scelta irrituale. La scelta di Giorgio Napolitano è stata quella di indicare due gruppi di personalità che dovrebbero segnalare le priorità del paese. Un comportamento questo che hanno portato a critiche da parte di tutti con Beppe Grillo che parla di "badanti della democrazia".
Un effetto c'è stato in verità una apertura di Bersani che potrebbe esser troppo timida e tardiva verso il PDL dopo il fallimento della ricerca di un accordo con i gillini. Difficile trovare un alleanza PD-PDL visto che si parla in casa centrodestra di una richiesta di non occupare tutte le cariche in un ottima di nomina anche del futuro Presidente della Repubblica.
Stiamo perdendo tempo. Matteo Renzi parla apertamente di una perdita di tempo, anche rivolgendosi al suo segretario Bersani, interpretando il malessere di una paese che guarda ad una politica che dovrebbe prendere di petto i problemi. Problemi che sembrano l'ultimo pensiero di una classe politica che è scollegata dal paese.
Un Renzi che guarda ad un accordo col PDL come unica chance per evitare il voto.
L'impraticabilità di un accordo alternativo. Un accordo alternativo al PDL è impossibile vista la chiusura non da oggi del Movimento 5 stelle ad accordi di governo con chicchessia tranne per un governo a guida M5S. Ci potrebbero essere voti di dissenso all'interno dei partiti o con altri partiti presenti del parlamento che sostengono un governo ma ciò non darebbe che un governo debole ciò che non serve al paese.
M5S e ruolo di Grillo. Beppe Grillo non fa le considerazioni che propone a caso ma forte della sua leadership indiscussa e dell' art. 3 del Non Statuto del Movimento 5 stelle che sembrava di scarsa importanza, ma che alla luce del suo comportamento è importante. Beppe Grillo è il proprietario del contrassegno del partito e quindi l'unico che detta la linea.
Il voto. Giorgio Napolitano si affrettò a dire nella comunicazione della sua decisione che un governo esiste e sebbene dimissionario può operare. Certo ciò è vero ed è il governo di Mario Monti ma è sicuramente debole anche dopo la sfiducia allo stesso che da parte del segretario Angelino Alfano che ha portato alle elezioni anticipate.
I gruppi di "saggi" non posso essere un futuro governo e sul fatto di non voler interferire nelle dinamiche di scelta di un governo è stato rimarcato d Napolitano altrimenti avrebbe avvallato la teoria di golpe imputato allo stesso da Il Giornale ponendo dubbi sul fatto se tale atto non abbia trasformato la forma di governo da parlamentare a presidenziale.
Il tempo concesso dal Presidente della Repubblica sta scadendo e il 18 aprile si inizierà ad entrare nel vivo con convocazione della seduta comune di Camera e Senato a cercare il successore. A quel punto si capirà se un accordo PD-PDL sarà possibile e se alcune parole anche da parte di Bersani potranno essere rimangiate. Questo anche alla luce di altre parole che in passato lo stesso pronunciato che anche col 51% si sarebbe comportato come se avesse il 49% parlando con tutti. Un voto non condiviso, sul Presidente dell Repubblica, dal PDL potrebbe segnare la chiusura definitiva di qualsiasi accordo. Con un Movimento 5 stelle che chiude ogni porta solo raccogliendo qualche dissenso dai vari partiti che porti ad un governo debole; ciò di cui l'Italia non ha bisogno. Serve un governo forte che affronti i problemi del paese e che se non c'è accordo PD-PDL solo le elezioni può dare.
Le elezioni sarebbero quindi l'unico modo di uscire impasse se le forze politiche fossero responsabili. Su questo punto qualche dubbio permane. Certo è che di tempo anche per la mossa di Napolitano potrebbe in caso di fallimento di una ricerca di accordo perso molto tempo e forse le dimissioni di Giorgio Napolitano sarebbero state più dignitose.
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