Oggi si è aperto con il giuramento e il discorso di Giorgio Napolitano per il secondo settennato fatto unico per la storia repubblicana. Un discorso quello che si apre di spessore e che descrive la situazione che l'ha portato ad accettare l'incarico e le prospettive per quale pensa di svolgere lo stesso.
Saluto e motivazioni di accettazione rielezione. Nel salutare i grandi elettori ha messo in luce la gratitudine per un elezione che dimostra la stima che hanno dimostrato con l'elezione a grande suffragi in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla sua.
Un sentimento di stima che ha potuto toccare sia verso se che l'istituzione nei cittadini in diversi ambiti per rivivere insieme il farsi della nostra unità nazionale.
Mette in luce da subito che lui aveva messo in luce come una non rielezione in tempi non sospetti era più conforme al modello costituzionale per il ruolo per il quale si accinge a giurare e fare il discorso e di come si doveva normalizzare i rapporti politici e dare una successione ordinata nella carica che si ri-accinge ad assumere.
Molte forze parlamentari e la quasi totalità dei Presidenti delle regioni hanno messo in luce la drammatica situazione del paese che per giunta stava avvitando, per il clima politico teso, sulla nomina del Presidente della Repubblica. Una rielezione che ha accettato sebbene costasse molto per sento istituzionale che non è vietato dalla costituzione che lascia una finestra per i casi eccezionali come quelli che stiamo vivendo. Questo è un passo che ci fa capire come non abuserà mai del suo potere.
Dare risposte al paese e bacchettata alle forze politiche. Si prendere consapevolezza. guardare alla coesione nazionale e ad una rinnovata fiducia internazionale per dare risposte al paese. Risposte che non sono state data da omissioni, guasti, chiusure irresponsabilità e ne ripercorre la storia degli ultimi due anni. Un richiamo al fatto che l'insoddisfazione popolare verso la politica e i suoi costi è stata cavalcata anche con campagne dilatorie, ma ciò non può essere un assoluzione verso chi ha compiuto delitti verso la pubblica amministrazione e la usata a fini personali e nemmeno chi non ha voluto fare le riforme necessarie. In tal senso ripercorre gli errori compiuti e le occasioni perse per riformare dando idea del programma.
Programma e suo impegno. Si mette in luce come tra le cose da fare c'è la legge elettorale che non è stata cambiata e che porta ad una sovra-rappresentazione in una camera senza con ciò poter governare. A peggiorare ciò c'è il bicameralismo perfetto che va superato. Si ferma qui anche se molto c'è da fare e parte col fatto che tali richiami li aveva già fatti in passato. In caso troverà sordità dalle forze che ora gli chiedono un nuovo impegno lui ne trarrà le conseguenze davanti al paese.
Non si può più rimandare riforme che possano dare vitalità alla democrazia e alla società italiana e per in tale settore riprendere un discorso da lui tenuto per i 150° ai giovani a Rimini. I temi trattati e le riforme da prendere sono nei documenti delle due gruppi che detto dei saggi da lui nominati ai cui rimanda.
La riforma delle istituzioni devono esser fatte ad ogni livello della vita democratica e dei modi di partecipazione anche dei partiti politici. Un rinnovamento che va fatto anche all'interno degli organi dello stato. A tutti il Presidente della Repubblica esprime la sua vicinanza. Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti.
Lo strumento militare è avviato verso riforma ma si deve reagire a disinformazione e polemiche a presidio della partecipazione italiana - anche col generoso sacrificio di non pochi nostri ragazzi - alle missioni di stabilizzazione e di pace della comunità internazionale.
Va combattuta la recessione anche cogliendo le opportunità di influire nell'Unione Europea per creare lavoro, per potenziare l'istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l'innovazione e la crescita delle imprese.
E' irrinunciabile inoltre l'impegno a far progredire l'Europa unita, contribuendo a definirne e rispettarne i vincoli di sostenibilità finanziaria e stabilità monetaria, e insieme a rilanciarne il dinamismo e lo spirito di solidarietà, a coglierne al meglio gli insostituibili stimoli e benefici.
La disoccupazione e il lavoro devono essere una problematica bene presente da risolvere essendo la questione portante del futuro di un'intera generazione oltre che una questione di valorizzazione delle energie femminili.Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità.
Interpretare il cambiamento interpretando a proprio modi consensi aggredendo i problemi appena messi in luce dando fiducia al mondo del lavoro e dell'impresa non porta lontano. Va inoltre affrontata la drammatica questione meridionale che vede ulteriore impoverimento.
I provvedimenti presi da Monti. C'è un apprezzamento per ciò che si è riuscito a fare sotto Monti in campo finanziario e di come si sia ripreso un ruolo nel corso del 2012 per l'Italia nell'Europa.
Movimento 5 Stelle. C'è apprezzamento per il Movimento 5 Stelle premiato come nuovo attore politico-parlamentare che ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento.
Contrapposizione tra rete e forme di organizzazione politica. Si è andati poi a toccare la contrapposizione che c'è stata tra la rete e forme di organizzazione politica che da più di un secolo sono i partiti.
La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".
A chi voleva dargli ruoli di governo attraverso mandati Giorgio Napolitano lui richiama il suo ruolo del Presidente, al quale non tocca dare mandati per la formazione del governo, che siano vincolati a qualsiasi prescrizione se non quella all'art. 94 della Costituzione : un governo che abbia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta darsi un programma, secondo le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune.
Il governo. Chiede un bagno di realtà delle forze del parlamento chiedendo collaborazione tra gli stessi visto che nessuna forza può da sola fare un governo guardando al bene del paese e alla responsabilità prima che i patti con i propri elettori. Porta a tale esempio il caso del Regno Unito ove perfino li più partiti collaborano seppure distanti o aspramente concorrenti. In italia invece sembra che la parola intesa, alleanze, convergenze, mediazioni sono parole quasi viste con orrore mentre la complessità di governare la cosa pubblica implica anche condivisione. Si dovrebbe se non accettare l'ingovernabilità per la quale il rieletto Napolitano non avrebbe mai accettato di esser notaio. Non volendo con ciò dire comunque che lui vuole giocare un ruolo di governo, ma rimanendo nei dettami costituzionali al massimo con ruolo di coagulante.
Non vede nella sua rielezione pretese salvifiche ma con equilibrio e imparzialità nel dettame costituzionale lui continuerà a lavorare fino a quando riterrà che la situazione del paese lo richieda o fino a quando le sue forze lo sosterranno. Per lui questo non è un previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata ; inizia per i parlamentrari un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio.
Chiude dicendo:"Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l'Italia!"
Conclusioni. Questi sono i temi di un discorso di sicuramente di una persona anziana richiamata ad un ulteriore lavoro.
E' apprezzabile il tenore tenuto che ha spiegato i contorni in cui si è convinto a accettare la sua candidatura e i compiti che si assume. E' stato però non tenero con le forze con un irrituale richiamo al lavoro e alla coesione che non gli era stato ascoltato fino in fondo.
Giorgio Napolitano marca la sua statura di statista che molti non perseguono presi dal loro tornaconto elettorale. Napolitano può piacere o meno però anche nel discorso tiene toni equilibrati rotti a volte dalla commozione.
Un discorso il suo che tocca al Moviemento 5 Stelle e senza dare indicazioni particolari chiede agli stessi di guardare al bene del paese e a non contrapporre la rete all'organizzazione democratica.
Ci sono persone capaci sia anziane che giovani e tale contrapposizione non deve esistere; mentre esiste differenza tra persone di caratura, intelligenti e gli altri.
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