La riorganizzazione postale ha toccato anche il Comune di Canal San Bovo e si scarica sullo stesso attraverso l'apertura a giorni alterni a Canal San Bovo. Gli altri uffici postali di Caoria e Prade sono aperti già da due anni ad orario ridotto.
Questo ha portato a proteste con raccolta anche di firme, ma se questo è lecito mi rammarica constatare che al Consiglio Comunale del 7 febbraio 2013 che trattava il problema ci fossero solo 10 persone.
Il primi contatti e la proposta. Già a dicembre il comune aveva preso contatto con Poste Italiane e solo a gennaio è stato possibile avere un incontro. Un incontro quello avvenuto che ha portato il commerciale a fare una proposta al comune: l'effettuazione della stampa degli F24 dell'IMU e sua riscossione oltre la stampa e riscossione delle fatture acquedotto. Questo servizio viene già svolto in altri modi dal comune. Sebbene allettante la proposta avrebbe portato a sborsare 3000-6000 euro annui non potendo giustificare la stessa spesa avendo già personale interno che si occupa di ciò che sarebbe in esubero e non ricollocabile. Questo affidamento non garantiva poi per sempre la mantenuta dell'ufficio postale e ciò ha portato a non assumere e non voler assumere nessun impegno di tale tipo.
La nuova lettera a Poste Italiane. Una nuova lettera verrà mandata a Poste Italiane sottolineando i disagi che tale situazione crea in connessione del già ridotta apertura degli altri uffici. Detto ciò si passa al fatto che tali servizi sono essenziali ed indispensabili per la vita con rilevanza sociale. Si parla dei problemi che anche gli anziani avrebbero.
Si tocca poi una questione interna di poste che non viene rispettata la Carta dei Valori Ambientali. La riorganizzazione dovrebbe rispettare tale carta, ma gli effetti che si avranno nella nostra zona è un aumento del traffico e penalizzazione delle attività imprenditoriali.
Si giustifica la questione del rifiuto con la spending review e e la difficoltà di giustificare l'esternalizzazione di un servizio con personale interno che già svolge lo stesso. Si fa quindi una nuova proposta.
La proposta del Comune di Canal San Bovo. Il Comune propone di aprire tutti i cinque giorni feriali spalmando diversamente l'orario di lavorativo: dalle 10 alle 13.
Per far ciò si cerca la collaborazione della Comunità di Valle nel senso del sostegno. La consigliera chiedeva perchè non si chiudeva Imer e la risposta la sindaca, Mariuccia Cemin, ce l'aveva: è stato risposto che Imer conviene.
Si è preso atto che il mondo è cambiato e poco il comune può fare contro una riorganizzazione di un'azienda privata che si muove su un mondo profondamente mutato. E' passata tale posizione all'unanimità ed è immediatamente esecutiva.
Probabilmente poi forse la riduzione di orario non fa tanto disagio se non per creare polemica con raccolta firme visto che la partecipazione alla trattazione del punto in Consiglio Comunale è stata risibile. Quindi qualsiasi cosa sia stata decisa e i risultati che porterà dovranno esser accettati.
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