Il settore sanitario è un settore ove si concentra una percentuale non indifferente della spesa pubblica e anche in tale settore vanno prese delle misure.
La sanità deve rimanere pubblica. Il sistema sanitario deve garantire un sistema universalistico con prestazione appropriate per quantità e qualità su tutto il territorio. Per far ciò serve la fiscalità generale che deve garantire di un settore che non può solo subire tagli. In tale ambito può esserci una collaborazione col privato, in primis il Terzo settore, ma in una logica di sussidiarietà.
Questione mezzogiorno. Esiste una questione sanitaria legata al mezzogiorno in cui persistono comportamenti non virtuosi sebbene ci siano stati commissariamenti che dovevano portare al rientro dai deficit. Si deve tornare a guardare alla Livelli essenziali di assistenza puntando su tagli non indiscriminati che portino qualità. Per far ciò si deve andare sulla responsabilità e la trasparenza della sanità meridionale spezzando legami politici e con la criminalità e riqualificando il settore.
Il federalismo che vogliamo. Il federalismo è un opportunità, ma si deve avere un livello omogeneo della sanità attraverso i nuovi Lea e della prevenzione sanitaria.
Si deve inoltre integrare e razionalizzare gli interventi sanitari e sociali e un coordinamento maggiore di quelli assistenziali per usare meglio le risorse.
Il cittadino deve poter contare sua rete dei medici famiglia e dei servizi territoriali che riporti l’ospedale alla sua funzione di cura in situazione acute e di emergenza evitando un uso improprio dello stesso.
La sanità va valutata da un organismo indipendente che ne valuti l’equità, uguaglianza, l’efficacia e efficienza del diritto alla salute da Nord a Sud. In tale senso vanno modificati i costi standard sanitari per tener conto delle realtà più disagiate.
Fuori gli affari dalla sanità e via i partiti dalle nomine. La sanità deve tenere fuori gli affari attraverso trasparenza e legalità dei suoi operatori in modo che non si arrivi ad accordi sottobanco e commistione di interessi che nulla hanno a che fare con la salute.
Tutto questo deve esser coadiuvato da una dirigenza che viene scelta con criteri e procedure di selezione chiare e trasparenti verificate da un organo indipendente. La valutazione della dirigenza va fatta attraverso i risultati raggiunti in termini di obbiettivi di salute oltre che economico-finanziari.
Sanità non palla al piede. La sanità deve esser vista come parte del nostra MADE IN ITALY. Non quindi una palla al piede che è solo fonte di spesa bensì anche di sviluppo attraverso investimenti nelle strutture, nella tecnologia e nella ricerca. Un investimento nella ricerca che può evitare la fuga di cervelli.
Confronto con gli operatori della sanità. Gli operatori sanitari devono diventare ricchezza attraverso un confronto con gli stessi che devono esser anche coinvolti nel governo clinico delle aziende sanitarie. Questo affiancando anche programmi di sviluppo della professionalità, della formazione continua, ricerca, autonomia professionale. Un confronto pressante soprattutto in vista di una carenza di figure professionali del settore.
Liste d’attesa. Un fattore di insoddisfazione dei cittadini verso la sanità sono le liste d’attesa anche per non aver dato attuazione alla previsione del 2007 di un tempo massimo assistenziali (partendo dalle emergenze) e una diversa previsione dell’intramoenia. Va poi ascoltati i cittadini, essendo la sanità per gli stessi, che devono scegliere da chi e dove farsi curare grazie ad una migliore informazione. Nella valutazione della sanità deve esser determinate negli strumenti giudizio del cittadino.
Investire su salute delle donne. “La salute delle donne è il paradigma della salute della popolazione”, dichiarazione OMS. Partendo di ciò si vuole aprire ad una medicina di genere essendo le donne sottorappresentate nei trails clinici ed essendoci accorti che esse vivono di più e usano più farmaci degli uomini. Si deve poi partire dai consultori e una rete materno infantile per aiutare le donne ad una maternità consapevole.
Garantire una vecchiaia serena e dignitosa per tutti e combattere la le fragilità. Si deve pensare a garantire una vita dignitosa ai nostri anziani, spesso non autosufficienti. La non autosufficienza per ottenere tale risultati deve essere inserita nei Livelli essenziali assistenza per poter dare una risposta uniforme sul territorio. Bisogna recuperare poi un’approccio nuovo e teso alla presa in carico delle fragilità (malattie mentali, dipendenze, disabilità. Anche l’infanzia va tenuta con attenzione partendo dalla legge sui disturbi dell’apprendimento voluta da PD.
Per interventi importanti ma non essenziali si prevede di finanziarli con i fondi integrati.
Visto che spesso tali persone vedono la solitudine come un ulteriore male e spesso hanno come compagnia gli animali di affezione, essi vanno tutelati.
Attenzione e cura a chi offre. Bisogna non solo curare, ma avere attenzione alle persone affette da malattie croniche e le loro famiglie cercando di alleviare le sofferenze e non far sentire nessuno solo. E’ stata approvata su impulso PD una legge sulla terapia del dolore e in tale direzione si deve andare trovando le risorse.
Conclusioni. Buone proposte veramente anche se in parte di difficile attuazione essendo per gran parte le competenze in materia passate alle regione e lo Stato rimasto a decidere i Livelli essenziali di assistenza.
Per il finanziamento di ulteriori prestazioni importanti si parla dei Fondi integrativi e per il resto della fiscalità generale, ma con un sistema federale e con i cittadini di una regione non disposti a pagare per colpe altrui la vedo dure un’uniformità se non quella dei Lea. Serve una qualità migliore soprattutto in alcune zone e va previsto il merito con anche allontanamento di chi non fa il proprio lavoro. Vanno fatti pagare gli errori ha chi li ha compiuti e non hai cittadini. Si parla di responsabilità da dare, ma non di accertare sui dissesti. E’ un modello che va messo alla prova alla ricerca delle risorse che solo in parte vengono indicate.
La salute in tutte le politiche
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