Le politiche sociali devono saper rispondere alle sfide che il mondo ci pone davanti. Questo attraverso un welfare universalistico, il quale non faccia affidamento sulla carità, ma che sia strutturato per rispondere a tutte le categorie anche agli immigrati. Un welfare centrato sulla persona che deve esser accompagnato dallo stesso in tutto lo svolgimento della sua vita. Questo ovviamente con interventi sia statali che del privato sia sociale sia imprenditoriale.
Giovani. Il welfare deve guardare al giovane fin dalla sua nascita con un fondo alimentato da INPS, famigliari, privati in modo che esista un capitale che il giovane possa usare assieme ad un finanziamento ad hoc per poter costruirsi.
Un futuro che non si può avere senza lavoro e perciò si pensa ad un piano per l'occupazione giovanile; prevedendo inoltre dei contributi figurativi per la disoccupazione involontaria per garantire anche attraverso la fiscalità generale per dare una pensione degna, anche a chi non è riuscito a costruirsela.
Inclusione anche dei giovani disabili per una integrazione sociale educativa e lavorativa come la legge già prevede.
Si deve inoltre rilanciare per promuovere la cittadinanza responsabile attraverso la collaborazione degli Enti locali per garantire almeno 40000 giovi all'anno un esperienza occupando i posti disponibili in ogni regione. Questo anche come fattore di integrazione anche degli stranieri.
Famiglie. Le famiglie vanno sostenute con abbassamento dal 23% al 20% l'aliquota per le famiglie di reddito più basse. Vanno previste detrazioni per i figli che assorbano l'assegno famigliare prevedendo l'imposta negativa che porti a trasferimenti.
Vanno messi in campo servizi di sostegno alle famiglie come gli asili nidi potenziano anche il Fondo Nazionale degli asili nido in modo da poter potenziare il servizio relativo. Vanno poi previste buoni di servizio per accedere a servizi forniti dal privato e dal privato sociale.
Entro i 3 anni di vita va incentivato il congedo parentale con il mantenimento al 100% la retribuzione.
Si deve avere uno sguardo sui minori che ne incentivi la partecipazione attraverso livelli essenziali della prestazione che garantisca servizi anche per i nati sul suo della repubblica anche se stranieri in tutto il Paese. Si deve guardare alla Convenzione ONU diritti del fanciullo del 1989 e darne implementazione.
Si deve creare una rete di sostegno alle famiglie con disabili che guardi all'inclusione sociale con servizi anche domiciliari e tesi all'indipendenza, attraverso anche il lavoro, rasserenando così anche le famiglie di origine.
Anziani e società. Si deve incentivare un invecchiamento attivo che passi gradualmente dal lavoro alla pensione in modo da valorizzare le competenze degli anziani e dando loro servizi dedicati.
Non sempre però si ha la fortuna di invecchiare in modo autosufficiente e la non autosufficienza è un problema da affrontare. Lo si affronta potenziano il Fondo per la non autosufficienza e utilizzando i fondi integrativi attivati dall'associazionismo cooperativo e dalla contrattazione. In questo modo si possono dare prestazioni e servizi adeguati.
Donne e lavoro. Vanno previste detrazioni fiscali proporzionale a figli oltre a crediti di imposta, nel caso l'occupazione femminile sia al sud, per aiutare l'occupazione femminile.
La maternità non deve esser un disvalore e va finanziata con la fiscalità generale. La stessa deve valere ai fini pensionistici attraverso contributi figurativi.
Deve esser possibile pensare che si possa esser madre e lavoratrice con servizi di sostegno alle stesse in modo che sia possibile lavorare. Va reso obbligatorio il congedo parentale in modo da favorire l'assunzione di responsabilità del padre nella cura dei figli. Va inoltre favorita la parità di genere nel mercato del lavoro.
Il Fondo per l'imprenditoria e la formazione professionale delle lavoratrici autonome va ridefinito riqualificato e rifinanziato.
Rete integrata dei servizi sociali. Va messo ordine nella rete integrata dei servizi sociali attraverso responsabilità certe per i vari livelli di governo e l'opera del Terzo settore. Lo stato deve avere, all'interno del federalismo fiscale, il compito di programmare gli interventi in modo da definire i livelli essenziali dei servizi forniti. Questo per non arrivare ad una sperequazione tra zone ma per poter alzare il livello nelle zone ove i servizi non sono adeguati. Serve un assunzione di responsabilità e affrontare le fragilità mettendo risorse che invece attualmente sono state ridotte. E' importante il Terzo Settore, ma lo Stato e gli Enti locali non posso lasciare solo ad esso il compito di farsi carico delle fragilità.
Contrasto alla povertà. La crisi ha portato ad acquisirsi anche in strati del ceto medio la povertà. Essa va contrastata attraverso il Redditto di Solidarietà Attiva che aiuti attraverso lo stesso erogato temporaneamente dall'INPS di fare fronte a momentanee difficoltà previa la partecipazione a programmi di reinserimento lavorativo e di ricerca attiva di lavoro degli enti locali. Sarebbe a mio avviso utile migliorare i servizi di riqualificazione e di ricerca di lavoro pubblici che spesso non sono all'altezza.
Le risorse. Le risorse vanno trovate con una riorganizzazione delle spese effettuate e evitare sprechi. Va inoltre fatta una redistribuzione della tassazione dal lavoro ad altre fonti.
La conclusioni. Le risorse vanno trovate e sono solo in parte trovate prevedendo in parte riorganizzazione di spese e di tassazione spostata ad altre fonti. Serve un governo forte per far ciò e viste le riforme che andrebbero fatte e che non sono state fatte. Sarebbe ottimale avere una maggiore contezza sulle risorse sulle quali si farebbe affidamento sopratutto perchè le risorse da trovare sono cospicue.
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