L’immigrazione è un tema sentito dal PD che lo affronta in modo sereno e teso all’inclusione come si vedrà dal tenore degli argomenti trattati.
Modello Europa per la residenza. Spesso l’Europa si tira in ballo per affrontare temi nazionali e anche in questo caso si parte da lì. Il Trattato di Lisbona è entrato a far parte della normativa europea il 1 dicembre 2009. Essa è una Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea i quali sono in parte solo rivolti ai cittadini europei e in parte ricalcano i diritti inviolabili dell’uomo che sono esigili da ogni essere umano.
Occorre partire da lì ed espandere i diritti della cittadinanza europea oltre la cittadinanza degli stati nazione. Dalla carta sopra richiamata si può estrarre la Carta dei Diritti degli Migranti che riconosca in modo esplicito i diritti alla persona. Per i migranti lungo-residente si può inoltre arrivare a riconoscere una cittadinanza di residenza aprendo agli stessi il diritto di partecipazione alla vita politica locale in Tutta l’Unione Europea.
Cooperazione internazionale e immigrazione regolare. Va promossa un governo dell’immigrazione, la quale non è un fattore nazionale ma europeo. Esso come tale va trattato e l’Unione Europea deve fare le norme cornice, attraverso accordi da lei stipulati, con i paesi non UE per permettere poi agli stati di avere accordi bilaterali che garantiscano in alcuni settori (diritto asilo, riamissione, etc..). In tali termini si deve facilitare l’immigrazione regolare per evitare poi di procedere a sanatorie.
Si deve poi avere anche un attenzione per l’Africa e i paesi dei migranti per poter aiutare attraverso la cooperazione allo sviluppo i paesi a risolvere ai loro problemi e ad evitare in tal modo che per necessità tali persone debbano lasciare il loro paese.
Chi nasce e cresce in Italia è italiano. Tale tema è affrontato con apertura a nuovi cittadini italiani o per esser nato in Italia o perché a frequentato il primo ciclo di studi in Italia senza aspettare i 18 anni. Certo bisogna capirsi che ciò può creare anche problemi. Non tanto dovuti alle persone che qui vivono, ma perché ciò potrebbe avere figli che possono rimanere qui e padri e madri senza lavoro che potrebbero in prospettiva dover tornare nel loro paese. Ma non solo questo problema. Un altro problema è che visto che siamo tutti uguali come cittadini bisogna capovolgere tutta la legge sulla cittadinanza passando allo jus solis in contrapposizione allo jus sanguinis attualmente in vigore. Bisogno quindi dire chiaramente che chi rimane per molto tempo diciamo anni fuori dall'Italia non può trasmettere ai figli anche la cittadinanza italiana e penso in tal senso ad italo-brasiliani etc. In tal modo si avrebbe realmente una riforma totale e che da certezza di uguaglianza.
La scuola fucina dell’integrazione. L’integrazione passa anche per la scuola che deve portare alla conoscenza della varie culture e in primis della lingua e cultura italiana negli bambini ed adulti. Essa deve proporre attraverso corsi di lingua e cultura italiana in sinergia con associazioni di volontaria in modo da favorire l’integrazione.
Basta lavoro irregolare come base per immigrazione irregolare. L’immigrazione irregolare è spesso legata al lavoro irregolare che va stroncato. Va invece aiutato l’ingresso regolare anche con accordi e con la richiesta di prestazione di garanzie alla concessione del permesso di soggiorno che deve avvenire anche all'estero. Servono quindi accordi bilaterali.
L’immigrazione irregolare va colpita attraverso l’applicazione delle normative europee che prevedono il rimpatrio volontario. E’ inoltre bisogna dare ospitalità alle categorie protette e concedere anche ha chi ha denunciato gli sfruttatori il permesso di soggiorno.
Programmazione dell’immigrazione e quote differenziate a seconda della professionalità aprendo comunque alle condizioni tutelate dal diritto internazionale.
Si deve dare il tempo in caso di perdita di lavoro di poterne trovare un altro senza perdere il permesso di soggiorno allungando anche i termini. Bisogna inoltre far partecipare l’immigrato al welfare e proporne l’integrazione.
Partecipazione politica. Va previsto il voto degli immigrati come partecipazione alla vita democratica e fattore di integrazione recependo la Convenzione promossa dal Consiglio D’Europa già nel 1992 anche per la parte del diritto di voto locale aprendo quindi al voto amministrativo.
Libertà religiosa. La libertà religiosa va garantita a tutti e si deve prevedere luoghi di culto anche per i mussulmani. Va sollecitata un’Intesa, come sintesi tra le varie società mussulmane, tra lo Stato e questa religiosa.
In materia di indumenti essi vanno permessi tutti anche il burka anche se in luogo pubblico e aperto devo lasciare il viso scoperto. Il minimo che si possa chiedere visto che le persone devono esser identificabili.
Respingimenti. I respingimenti possono venir compiuti anche in mare ma si deve rispettare la normativa internazionali che garantisce i diritti asilo e non verso Paesi ove l’immigrato possa rischiare la pena di Morte. Va inoltre preteso che tutto il Trattato d’Amicizia Italia-Libia. Si deve poi spostare il problema dell’asilo verso una soluzione europea con una politica europea in merito con un ufficio europeo dedicato. In tal modo si riconosce che la questione è europea e di accoglienza dell’asilanti.
Rom. La questione Rom va risolta e l’Unione Europea a messo in campo risorse per l’integrazione degli stessi. Bisogna mettere in campo un Piano Nazionale di Integrazione tra Regioni, Comuni, rappresentanti comunità Rom esigendo però il rispetto delle regole. Spesso però a casi positivi esistono però molti casi di paura e di degrado. Chi si vuole integrare ok, ma i campi rom vanno superati a mio avviso e non si può su questo cedere. Chi non si vuole integrare va previsto qualche disincentivo a stare sullo stato italiano.
Il PD partito della convivenza. Il PD deve dare l’esempio con i suoi circoli di integrazione e di aiuto agli immigrati per promuovere anche la partecipazione politica degli stessi alla vita del PD. Un partecipazione questa che possa in futuro avere tra i dirigenti della nostra società anche i nuovi italiani.
Conclusioni. In parte anche condivisibili azioni anche se per realizzarle servono forti investimenti e non si sa dove prendere le risorse che non si indicano se non per la parte Rom.
Difficile inoltre in una situazione di crisi dura anche per gli italiani che potrebbero vedere in ciò un attenzione quasi maggiore per l’immigrato che per il cittadino italiano. Qualcosa si potrà fare certo ma si deve non accentuare tensioni.
Per la partecipazione politica ok per le elezioni amministrative, ma per le politiche almeno fino a quando non cittadini eviterei. C’è il rischio che in futuro che il voto autoctono conti molto meno dei nuovi italiani e ciò va valutato. A maggior ragione se rimangono per i cittadini italiani il principio dello jus sangiunis che crea cittadini italiani in diverse parti del mondo. Se si suole passare allo jus solis si deve passare per tutti a ciò.
Impariamo a vivere assieme
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