La mobilità per il PD vuol dire in primis Trasporto pubblico Locale e Logistica. Una politca questa lontana da quella del PDL che parla dello Stretto di Messina.
Trasporto pubblico locale. La mobilità fisica è anche mobilità sociale, in quanto si muovo le persone e le idee. L'Alta Capacità e l'Alta Velocità sono state una svolta per il trasporto su ferro e sopratutto per l'Alta Velocità esso va completato senza indugio. Con l'Autovelocità però si muovano solo il 5% dei passeggeri e il 95% invece fa capo ai pendolari che invece ancor oggi viaggiano su delle carozze degne da carri bestiame. Si vuole rimettere le risorse tolte dalla Monovra del Governo Berlusconi per poter oltre a dare un servizio migliore anche tenere sottocchio il costo dei biglietti. Bisogna aumentare anche la concorrenza sia facendo entrare nuovi concorrenti esteri e italiani anche attraverso anche aggregrazioni di operatori ferroviari ed automobilistici. Bisogna aumentare l'ambito dove le singole aziende possono operare per aumentare l'efficacia e l'efficienza. Va anche previsto il confronto costruttivo con gli utenti anche per migliorare il servizio. Solo servizi efficienti e con integrazione gomma e ferrovie può poter dare risultati perchè solo servizi efficenti possono aumentare l'utilizzo degli stessi.
Logistica. La logistica deve avre un solo must l'Intermodalità. Il nostro territorio è allungato ed è baciato dal mare con molti porti e molti comuni piccoli. Serve una scelta che porta il trasporto su gomma sul breve tragitto e la ferrovia sul lungo tragitto. Per poter rendere ciò possibile si deve poter scambiare le merci in interporti grandi e organizzati. Si deve rendere le stesse molto competitive, in quanto l'abbandono delle stesse ha fatto spostare il 90% traffico merci passa su gomma. Bisogna investire di più sulle ferrovie per rendere competitive in tutto il paese. L'abbandono del traffico merci dalle FF.SS non ha incentivato l'arrivo di nuovi concorrenti anche stranieri se non su poche tratte renumerative del Nord. Va messo in campo il Ferrobonus e investire negli interporti con un Piano nazionali degli interporti questo per rendere possibile l'Intermodalità.
Le autostrade sul mare vanno incentivate e si devono collegare i porti con le ferrovie e autostrade. Il trasporto via mare complessivamente tra trasporto merci e passeggeri contribuisce con 7 MLD euro al PIL nazionale. Il contributo potrebbe esser maggiore se ci fosse una politica dei porti che manca. I 39 porti non sono competitivi verso i concorrenti dell'Adriatico e del Tirreno, ma anche dei porti del Nord Europa e del Nordafica. Bisogna investire sui porti attraverso risorse che provengono da parte del gettito IVA e delle accise. Si deve poi ripristinare l'ecobonus che incentiva l'utilizzo delle autostrade del mare e attraverso le Autorità portuali con un ruolo riconosciuto anche per regolazione delle liberalizzazioni. Si deve poi evitare la sterile concorrenza tra i porti.
L'autotrasporto deve esser tenuto in considerazione quando si parla di logistica. Anche perchè il 90% del traffico merci e ciò è fornito da 165000 imprese che 55000 imprese senza veicoli. Una frammentazione del settore che porta ad un estenuante concorrenza che ha portato molti piccoli in grave difficoltà. Questa situazione non è migliorata nemmeno dopo 10 anni di contributi per un ammontare complessivo di 4 miliardi ma che anzi ha portato a calmierare le tariffe a vantaggio dei committenti. La concorrenza estera ma comunitaria non è stata certamente un toccasana agevolata anche da minori costi del lavoro.
Vanno migliorate le infrastrutture per aumentare l'efficienza con tempi certi di consegna e attraverso maggiori controlli delle forze dell'ordine il controllo dei tempi di riposo e guida. Non si può pensare ad uno stato che da elemosina, ma i contributi devono esser dati a chi innova e realmente merita. Va tolta l'intermediazione parassitaria oltre che il ruolo sempre maggiore della criminalità organizzata.
Il trasporto aereo ha in Italia un mercato ridotto per quanto riguarda le merci (735000 tonnellate) dietro al belgio e il trasporto passeggeri è calato del 2,5 facendo registrare 130 milioni passeggeri nel 2009. Il calo minore che in altre parti d'Europa si deve alla tenuta del low cost, il quale domina le tratte interne. Ci sono circa 100 areoporti che si fanno una concorrenza sfrenata per contendersi le compagnie low cost a suon di incentivi delle Amministrazioni locali. Anche la compagnia di bandiera è fallità e le aziende aereoportuali non sono in ottime acque.
La priorità è come prima cosa evitare la proliferazione degli aereoporti e classificarli come uno studio commissionato da ENAC ha fatto (14 Strategici Internazionali, 10 scali Primari, 24 Scali Complementari). Si deve investire solo sugli scali veramente importanti dando risorse e prevedere adeguando le tariffe a fronti di piani di sviluppo di Società Areoportuali credibili. Bisogna inoltre incentivare fusioni tra società di ambiti limitrofi per limitarne la concorrenza e favorire la specializzazione. Va inoltre promossa la multimodalità di cui il trasporto aereo è una componente.
Si deve scindere la programmazione dalla regolazione e affidare quest'ultima funzione ad un'Autorita indipendente che vigili sul settore. Tale autorità deve metter ordine un un settore che vede molti attori coinvolti e che vigili sulla concorrenza e sulla parita di accesso alle infrastrutture.
Conclusioni. Chi non vorrebbe che si facessero tutte le cose di tale piano che sembra esser dei sogni. Molte idee in tanti settori, ma a parte il settore aereoportuale e delle autostrade del mare ove qualcosa viene detto sul finanziamento del programma per il resto resta un buio. Si parla ad esempio di ripristinare nel trasporto pubblico locale le risorse tolte da una Manovra del Governo Berlusconi, ma su come farlo tutto tace. Come può esser ritenuto tale programma credibile?
Mobilità
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