Eccoci oggi assieme per parlare di università e affrontare le dieci proposte del PD per un’università più competitiva.
Schock generazionale. Uno schock generazionale si prevede per abbassare l’età dei docenti con pensionamento a 65 anni. A questo si affianca la previsione di un contratto unico dei ricercatori che con un percorso triennale e con valutazioni si vede un accesso alla didattica. Una didattica che comunque non deve inficiare la ricerca. Un turn-over quindi per migliorare la qualità delle risorse, ma che va in controtendenza con la riforma pensionistica che prevede un innalzamento dell’età per tutte le categorie lavorative. Come si riesce a spiegare una tale operazione verso i cittadini e dove si trovano le risorse?
Erasmus Italia per la mobilità geografica e sociale. Ci si focalizza sugli studenti meritevoli e questo è un bene dando maggiori risorse e potenziando i servizi sia di residenza che d’altro tipo. Si vogliono prevedere anche voucher e non si può che essere favorevoli a ciò, ma ancora un volta buio sulle risorse.
Agenzia per la ricerca e Piano nazionale della ricerca. Il superamento delle divisioni ministeriali e la previsione di un ente unificatore nel campo della decisione e della programmazione, ma forse lo potrebbe fare già il ministero. Ricerca e innovazione nella PA può esser positivo (anche se meglio aspettare per valutazione) come anche l’avvicinamento università e imprese in tale settore. Non credo che sarà a costo zero sia per le strutture che dovranno esser date sia perché non si può lasciare a persone a titolo gratuito tali decisioni; infatti si deve dare trasparenza sia nei compensi che nelle valutazioni e per ciò serve garantire l’indipendenza delle persone preposte alla decisione. Ovviamente visto che non credo che sia a costo zero mi piacerebbe sapere dove si trovano le risorse.
Efficienza degli investimenti. Si devono aumentare gli investimenti fino al 1,3% PIL e mettersi in linea con gli altri paesi europei dando sia risorse pubbliche per le risorse private sia pubbliche. Nel campo delle risorse pubbliche vanno previsti criteri trasparenti e intervento tra i rapporti tra sanità. Si deve inoltre incentivare l’investimento privato nel settore detassando le donazioni. Sicuramente positive mosse queste che possono portare risorse alla ricerca e si evitano sprechi visto che è presumibile che per le risorse private ciò porti ad una concentrazione delle risorse. Bisogna migliorare la qualità delle ricerche in modo che le imprese sia di piccole e medie dimensione sia grandi sentano le università come partner nella ricerca. Questo per non limitarsi alla donazione, ma per potare anche la ricerca applicata nelle stesse; in modo da trovare clienti le imprese delle innovazioni che vengono compiute; in modo che non solo la detassazione ma anche l’applicazione delle innovazione sia volano dell’investimento nella ricerca universitaria.
Pino strategico del sistema universitario italiano. Una programmazione che coinvolga gli enti locali attraverso accordi di programma e che sia fatta regione per regione. Si prevede una responsabile differenziazione che attraverso la valutazione dica chi fa cosa. Non tutte l’università devono avere lauree triennali e magistrali e ricerca. Tale sistema però forma Università di serie A e Serie B con alcune università che non saranno più appetibili. Nelle università spesso oltre al collegamento con le imprese e con la pratica (ci sono materie che presuppongono anche conoscenze di software che non si insegna) ha bisogna della ricerca. Si deve far in modo che il docente sia ricercatore e abbia padronanza della sua materia e sia sempre sulla frontiera e porti ciò nella didattica. Spesso non succede. Con questo sistema si tengono vive con la differenziazione anche micro università e università che non hanno ragione di essere. Non si tagliano le università sotto casa. Non si parla di risorse che verranno si pensa decise in fase di programmazione, si deve però pensare ad un sfoltimento e dare soldi ai meritevoli facendo del nostro sistema universitario un modello.
Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca. Ottimo prevedere di un’agenzia indipendente e trasparente che valuti la didattica e la ricerca universitaria, l’impatto sulla società, l’ economia e il territorio. Per la stessa si prevedono risorse adeguate anche se non si fa riferimento a dove si prendono. Poi importante, ma non presente, sarebbe che la stessa sia collegata all'agenzia che si occupa di programmazione; infatti se la valutazione non ha effetti sulla programmazione è inutile. Sarebbe a mio avviso fondere le due agenzie con magari dipartimenti separati.
Dalla fuga di cervelli all'attrazione e circolazione di cervelli. Si deve attrarre cervelli dall'estero e farli circolare sia all'interno che all'estero per migliorare la qualità delle risorse umane. Questo con un doppio incarico per i docenti di riconosciuta alta qualificazione.
Bandi trasparenti e chiari ed in inglese in modo da poter raggiungere le migliori risorse in qualsiasi parte del mondo siano. Si deve prevedere posti di visit scholars and visit professor cofinanziato dalle regione e dai privati. Credo che i privati più che tali posizioni siano incentivati a finanziare la ricerca che possono utilizzare che queste spese. Si possono prevedere incentivi fiscali, ma con quali risorse? Le risorse delle regioni e dello Stato che vanno trovate e che non si ha contezza da dove verranno prese.
Valorizzazione del dottorato di ricerca. Scopro leggendo la proposta qualcosa che non credo possibile: non tutti i concorsi di ricercatore richiedono il dottorato. Non posso che esser favorevole nell’obbligatorietà per selezionare personale che si deve occupare di ricerca anche se a tempo determinato.
Più che premiabilità nei concorsi della PA per chi ha il dottorato di ricerca. Certo può esserci un premio, ma a mio avviso ma meglio valutati i requisiti che si mettono dei bandi prevedendo a volte il dottorato di ricerca se di alta professionalità e legato alla ricerca. Per lo stesso motivo si ha vantaggi a chi assume come consulenti dottorandi, ma purché in posizione lavorativa congrua.
Bisogna rilanciare la formazione di lungo termine (long-life learning) sia nelle imprese e nella pubblica amministrazione. Questo oltre a creare risorse umane sempre più qualificate nel caso ci sia collegamento con la ricerca per occupare anche persone in possesso di dottorato di ricerca.
Qualcosa si fa ma a mio avviso vanno messe maggiori risorse che vanno trovate e che solo in parte sono state trovate. Poi la valutazione prevista va benissimo e previsto che le risorse vadano ai meritevoli.
Politiche per promuovere la scienza e l’innovazione. Va portata la scienza e innovazione anche nelle case per alfabetizzare la popolazione che spesso è distante da tale attraverso borse di studio per gli studenti delle facoltà scientifiche e prevedere programmi specifiche per le scuole con le regioni. Per quanto riguarda i programmi Rai sarei felice perché darebbe un senso al canone Rai; ma credo che si può prevedere una somma che qualsiasi operatore televisivo possa accedere attraversi bandi trasparenti di servizi. Credo che il servizio pubblico in capo Rai vada tolto e dato a chi meglio riesca a fornirlo in gara. Questo anche perché non credo che la Rai debba rimanere allo stato, ma si deve prevederne una privatizzazione cancellandone il relativo canone. Tante buone cose ma senza risorse o come si pensa di reperirle si fa poco.
Una rete idee/impresa per creare valore con la ricerca. Si deve rilanciare il piano dei distretti industriali che si basa sulla presenza di competenze nei vari territori. La formazione deve entrare in azienda in modo permanente con collegamenti strutturati con la ricerca. Questo inoltre si collega ad un’altra misura il venture capital e start-up school portando la filosofia imprenditoria nell’impresa come anche in America. Un tornare al Programma Industria 2015 che va anche in tale settore
Università e ricerca.
Mappa del programma
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