Ora è l'ora di affrontare un tema spinoso il perchè non si è dimesso il sindaco. Molti parlano che si dovrebbe dimettere e il risultato politico è evidente: il sindaco dovrebbe dimettersi. E' altrettanto evidente che il sindaco atttuale, Mariuccia Cemin, non abbia intenzione di dimettersi e rispettare il dato politico e la legge è dalla sua parte.
Primo fattore favorevole le dimissioni ritardate di due consiglieri. Le dimissioni di Renato Fabbris e Daniele Furlan sono avvenute nei modi di legge e non richiedono prese d'atto del consiglio e sono immediatamente efficaci. Questo ha portato, oltre alla volontà dei consiglieri di partecipare al consiglio, alla presa d'atto da parte della sindaca della mancanza del numero legale.
L'articolo 85 del comma 1 punto 5 del DPReg. 1 febbraio 2005 n. 3/L però mette tra le condizioni che portano alle dimissioni questa:
5) dimissioni della metà più uno dei consiglieri assegnati, non computando a tal fine il sindaco, prodotte entro venti giorni, decorrenti dalla data di presentazione delle prime dimissioni e comunque entro la data in cui è effettuata la convocazione della seduta destinata alla surrogazione del primo dei dimissionari.
Tale punto è dirimente di buona parte delle dimissioni e i due dimissionari tardivi non possono sommarsi con i sei già dimessisi in data 07 settembre, in quanto in mezzo a loro esiste la cortina di ferro della convocazione. Ciò rende i primi consiglieri non assomabili con gli altri e ciò è stato previsto in modo da in quanto si vuole tutelare l'amministrazione da ricatti che potrebbero esserci con dimissione tra le più disparate. La mancanza del quorum costitutivo dell'assemblea permette di portare il tutto in una seconda convocazione.
La surroga quindi a norma dell'articolo 100 del DPReg. 1 febbraio 2005 n. 1/L era leggittima.
Lo scenario attuale. Lo scenario vede precludere l'unico strumento che i dimissionari avevano visto che non erano ancora abbastanza per chiedere le obbligatorie dimissioni: mozione di sfiducia. Tale strumento visto che si sarebbe arrivati a votarla a maggioranza avrebbe sortito gli effetti sperati. Anzi a portato ad una forza maggiore ad una sindaca priva di sensibilità politica, ma forte nelle sue conoscenze legislative. Il problema ora è che la stessa in seconda convocazione avra un quorum più basso a norma dello statuto del comune e del regolamento relativo al consiglio. E con ciò tornare ad una situazione quasi vergine, come nulla fosse successo.
Il dato politico è forte ma si sono bruciati i mezzi. Per impazienza e forse anche per non conoscenza si sono bruciati tutti gli strumenti e si ha dato campo libero alla sindaca che vista la nuova giunta e la relativa distribuzione delle deleghe ha accentrato su di se maggior potere. Si è andati quindi nella direzione non sperata, ma totalmente contraria. Nel nostro ordinamento ha si forza il consiglio dovuta alla sua leggittimità popolare, ma avendola anche il sindaco se non si mettono le cose in chiaro prima si possono avere molti problemi. Ora l'unico dato è che sembra scontata la sua permanenza sullo scranno a meno di sorprese ulteriori. L'unica forza politica che i consiglieri dimissionari possono avere è la gente. Visto il clima che si vive nel paese in merito a questa vicenda domani (tempo di organizzarmi) posterò sul mio blog la possibilità di compiere un sondaggio tra la popolazione per capire l'umore della stessa e valutare il peso politico di Mariuccia Cemin e dei dimissionari. Il fatto che Canal San Bovo da questa storia ne esce con le ossa rotte. Sarebbe bello più di parlare di una tale situazione parlare su come portare sviluppo nel nostro paese.
Ringraziamenti Vorrei ringraziare Paolo Franceschi dell' Ufficio Enti locali e competenze ordinamentali della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige per i chiarimenti ai miei dubbi in merito alla normativa.
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