Il sito ripartenza e sviluppo vuole provare a dare un'idea di come far ripartire il paese in modo sostenibile.
L'idea di Pasquale Nesi è innovativa in quanto vuole inventare due tipi di autovolontariato che si legano tra loro.
Il primo tipo di volantariato. Il primo tipo di volontariato è legato alla produzione lasciando all'azienda delle ore in più di produzione in modo di far aumentare la ricchezza. La maggiore ricchezza crea maggior consumo e maggior quantità di rifiuti.
Il ciclo dei rifiuti. Ed eccoci quindi che il consumatore non sarà più consumatore, ma anche produttore di ricchezza anche attraverso la differenziata e il suo trattamento. La renumerazione avverrebbe in questi termini:
Il sistema remunerativo, per il lavoratore volontario, prevede un meccanismo VIRTUALE nell'immediato, REALE negli effetti di breve e di lungo periodo.
A seconda delle tariffe già esistenti, sul badge magnetico di cui ho parlato nella sezione "il ruolo fondamentale delle tecnologie elettroniche" saranno registrati gli importi maturati in valuta, al lordo di IRPEF naturalmente non dovuta, data la natura dell'attività volontaria svolta. I redditi "virtuali" così maturati saranno portati in deduzione dal reddito imponibile a fine anno.
Ma non basta. Il lavoratore volontario avrà diritto ad uno sconto sull'IVA SU QUALUNQUE TIPO DI ACQUISTO DI BENI O SERVIZI (l'unico limite imposto riguarda i beni di valore eccedente la somma di € 10.000,00 per i quali si richiede un'attività di volontariato continuativa di almeno 5 -cinque- anni) effettuati in un mese, proporzionalmente al numero di ore lavorate nel corso del mese precedente.
L'idea di per sarebbe malvagia nel far partecipare il consumatore ai frutti di una raccolta differenziata spinta, ma la retribuzione si baserebbe su uno sconto fiscale IRPEF e IVA essendo i ricavi del volontariato virtuali. Come si finanziano tali sgravi fiscali? Un bel dilemma.
Il problema del ciclo dei rifiuti. Nei termini della proposta poi sembra che tutti i rifiuti posso diventare risorsa, ma le attuali tecniche non consentono ciò. C'è poi il problema della normativa sui rifiuti il Dlgs 152/2006 che classifica il rifiuto in varie categorie, tra le quali la pericolosità. Tutti i rifiuti potrebbero esser differenziati e trattati da volontari? Si prevede un corso di formazione? La normativa in questione che ho avuto modo di leggere per un corcorso è veramente complessa senza contare la normativa SISTRI (per la verità quest'ultima sospesa) che oltre al trattamento e smaltimento. Va bene che verrebbe conferito tutto (non possibile) alle campane, ma come si fa la tracciabilità del rifiuto per evitare problemi ambientali?
Mi piacerebbe qualche risposta in merito da Pasquale Nesi.
Intanto ringrazio Fabbris per aver voluto dare attenzione alla mia idea e, addirittura, recensirla all'interno del Suo blog. Grazie Pierluigi. Dunque, come anche ho scritto sul sito, il tutto non ha la pretesa di risolvere i problemi dell'Italia di questo periodo. Non ne avrei nemmeno le competenze per farlo. Mi piace piuttosto proporre il tutto, come il frutto delle idee dell'uomo comune che deve fare i conti con le tasse che aumentano, col lavoro che non c'è e con i tagli alla spesa pubblica (cioè meno servizi e meno qualità di quelli che restano)...Da uomo comune ritengo doveroso dare un contributo. Tecnicamente il mio progetto necessita di trasformazioni normative, giuridiche e fiscali enormi e da realizzare in poco tempo. Niente di diverso da quello che già accade oggi, per altri versi e secondo altre logiche. Se oggi accade, ho ragione di ritenere che sia possibile anche realizzare "altri" cambiamenti. E' una questione di volontà, precisa e forte, che porta a scontrarsi contro equilibri economici e politici giganteschi. Non nascondo (l'ho detto anche sul sito) che il mio progetto possa presentare delle falle sotto vari aspetti. Sbaglio a chiamarlo progetto, perché è semplicemente una "idea", in cui credo e che penso possa funzionare se qualcuno contribuisce a limare e sistemare il tutto, laddove traballa. E questo perché? Perché sono assolutamente certo che se poi la cosa viene impiantata bene, con le correzioni necessarie, e poi va a regime, a guadagnarci saremo tutti. Ecco perché ti sono grato per il tuo contributo. Ad ogni buon conto, teniamo presente, giusto per chiarire, che io NON ipotizzo due forme parallele di un qualche "volontariato alternativo". Piuttosto immagino un ribaltamento di valori e di direzioni imposti a due cose: da una parte il volontariato, dall'altra la gestione del sistema di trasformazione e smaltimento dei rifiuti. Le due cose, parallelamente, viaggerebbero nella direzione di un incremento della produttività a costo zero, di un aumento della spesa dei cittadini e dei loro consumi, perché incentivati dagli sgravi di IVA e IRPEF (piuttosto che alzarle le tasse, come dice il prof.), e nella direzione di una razionalizzazione di una conseguente maggior produzione di rifiuto urbano. Spero di aver chiarito qualche passaggio ancora oscuro, sembra. Ringrazio ancora tanto Fabbris, per avermi dato l'opportunità di riflettere su altre cose e spero che il nostro confronto possa ancora essere così interessante.
RispondiEliminaRingrazio Nesi dell'ulteriore contributo teso a chiarire la sua idea. Attendo che qualcun altro dia il suo contributo.
Elimina